Sardegna – Un caccia tedesco distrugge 32 ettari di macchia mediterranea

quirraIL TORNADO TEDESCO SORVOLA LE BIANCHE SPIAGGE DI CABRAS e molla la sua bomba da allenamento sul poligono militare di Capo Frasca, 10 chilometri in linea d’aria dalla città di Arborea. L’ordigno centra una roccia e le scintille provocano un incendio che distrugge 32 ettari di macchia mediterranea. Continua a leggere

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Titolare di una azienda in Italia?

1336128964_6Cardenà ci spiega con poche parole ma molto esplicative  come avviene l’affossamento di un’impresa prima sana, ma che , con l’assidua collaborazione tra Equitalia e il governo del malaffare, ti riducono in rovina… Continua>

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Gli alimenti Ogm sono sani?

Se gli OGM sono sani, perché i suoi sostenitori (Biotech e Big Food) non sono entusiasti di metterlo sull’etichettatura? Continua a leggere

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Niente #estate in Italia

NIENTE ESTATE IN ITALIA - hanno vinto i mondialisti

SE ANCORA APPARTENETE ALLE PERSONE CHE SOSTENGONO L’IMPOSSIBILITA’ DA PARTE DELL’UOMO  (vedi militari) d’interferire sulle condizioni climatiche, allora vi meritate questo ed altro ancora. Continua a leggere

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Monsanto e il Round-Up

CA-no_to_monsanto_button_busy_beaver_button_museumNatural Society – 26 Luglio 2014 – Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla

Parlare dei tentativi della Monsanto per ostacolare la giustizia, impedire la trasparenza ed impedire che la gente ne fermi le lucrose attività nel settore dei semi e degli erbicidi può sembrare una noiosa ripetizione di un tema ormai assodato. Continua a leggere

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Missione compiuta, l’Italia muore: la catastrofe in cifre

Un paese in ginocchio, mutilato, raso al suolo dalla crisi inasprita dall’euro e dal regime di austerity imposto da Bruxelles per mantenere in vita la moneta unica. L’Italia sta letteralmente andando a pezzi: tutti se ne accorgono ogni giorno, mentre la disoccupazione dilaga, i consumi crollano, i negozi chiudono e le aziende licenziano. Ma il panorama si fa ancora più impressionante se si osservano, tutti insieme, i numeri della catastrofe. E’ quello che ha fatto il blog “Sollevazione”, pescando tutte le cifre ufficiali degli indicatori-chiave. Un bollettino di guerra, voce per voce. Produzione e ricchezza, industria e redditi, debito e risparmi. L’Italia in rosso, che sta precipando lontano dalla sua storia, senza neppure capire perché. Ognuno combatte, da solo, contro continui rovesci: non ci sono spiragli, non c’è alcuna “ripresa” nemmeno all’orizzonte. Ma nessuno racconta davvero l’assedio del panico, la paura sciorinata dai “crudi numeri”, che forse non fotograno «le dimensioni effettive del disastro economico e sociale che vive l’Italia», però «ci aiutano a comprenderlo».
Secondo gli analisti di “Sollevazione”, la resa matematica dell’Italia rivelata dai conti – la lingua spietata del pallottoliere – permette anche di «capire come le politiche austeritarie per tenere in piedi l’euro, il sistema bancocratico e il capitalismo-casinò, abbiano affossato il nostro paese», il cui Pil ha perso 8,7 punti percentuali a partire dal 2007, inclusa la manipolazione dello spread che ha “armato” la gigantesca manomissione operata da Monti e Fornero, con la loro “spending review” e la riforma-suicidio delle pensioni. Un’agenda peraltro proseguita da Letta: tagliare la spesa, ben sapendo che il “risparmio” dello Stato manda in crisi il settore privato, facendo calare il gettito fiscale e quindi esplodere il debito pubblico. Matteo Renzi? Niente di nuovo: neoliberismo puro, a cominciare dal Jobs Act per precarizzare ulteriormente il lavoro. Aggravanti: la neutralizzazione delle ultime difese sociali garantite dalla Costituzione, come vuole l’élite finanziaria, e l’eliminazione fisica dell’opposizione attraverso una legge elettorale come l’Italicum, definita peggiore – per le sue restrizioni – di quella che permise a Mussolini di consolidare il neonato regime fascista.
Tutto questo, mentre il paese soccombe ogni giorno: in sei anni, il Pil pro capite è calato di 9 punti (di 10, invece, il reddito reale disponibile per le famiglie). Stesse percentuali per la frana della ricchezza nazionale: -9% dal 2007 al 2013, pari a 843 miliardi di euro. C’era una volta l’Italia: nello stesso periodo, la produzione industriale è crollata addirittura del 25,5%. Sta andando in frantumi, grazie alla politica imposta da Berlino, il maggior competitore europeo della Germania. Tra il 2001 e in 2013, l’Italia ha perso 120.000 fabbriche. Sono cifre da scenario bellico, e non sono riguardano solo l’industria: ci sono anche le 75.000 imprese artigiane costrette a chiudere. Anno record per il fallimenti, l’infame 2013 delle “larghe intese”: qualcosa come 111.000 fallimenti, in appena dodici mesi. Contraccolpo catastrofico, la disoccupazione: dal 2001, con l’ingresso nell’Eurozona, l’industria italiana ha perso un milione e 160.000 posti di lavoro. Colpa anche dell’assenza di credito: nonostante ricevano denaro dalla Bce a tassi «prossimi allo zero», le banche continuano a finanziare le imprese con prestiti al 4,49%, mentre negli altri paesi dell’Eurozona l’interesse medio è al 3,8%.
Anche così il lavoro si estingue alla velocità della luce. Dal 2007, la piaga della disoccupazione è più che raddoppiata: dal 6,1% al 12,7 attuale. «I disoccupati ufficiali sono 3 milioni e 300.000», rileva “Sollevazione”, ai quali vanno però aggiunti «altri 3 milioni di persone», che ormai non si rivolgono neppure più ai centri per l’impiego: i cosiddetti “sfiduciati” fanno salire a quasi 6 milioni e mezzo il totale dei disoccupati italiani, proprio mentre la Germania del super-export vede salire ai massimi storici la quota degli occupati. C’è anche il trucco, naturalmente: un tedesco su quattro accetta i mini-job da 450 euro al mese. E’ la strada aperta in Italia dal Jobs Act di Renzi, di fronte a una platea oceanica di giovani senza lavoro: il 43%, più del doppio dei ragazzi disoccupati nel 2007. Sta male, comunque, la stragrande maggioranza dei salari italiani: «Con uno stipendio netto di 21.374 dollari l’anno, l’Italia si colloca al 23esimo posto nella classifica Ocse: se la passano peggio solo i portoghesi e gli abitanti dei paesi dell’Europa orientale». A valanga, la mancanza di impiego si traduce in forte calo dei consumi familiari, tagliati di quasi il 10% solo negli ultimi due anni. A farne le spese è anche il risparmio, continuamente eroso per far fronte all’emergenza economica, mentre la super-tassazione disposta dall’Ue ha raggiunto per l’Italia il 44% del Pil.
«Se si considera il periodo tra il 2011 e il 2012 – precisa “Sollevazione” – soltanto l’Ungheria, in Unione Europea, ha conosciuto un aumento delle tasse rispetto al Pil superiore a quello dell’Italia». E’ un circolo vizioso: imporre più tasse a chi già le paga, per tentare (inutilmente) di arginare il calo delle entrate, comunque – già oggi – superiori alla somma delle uscite: situazione che sarà ulteriormente aggravata dal Fiscal Compact e cronicizzata dall’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione. In pratica, la fine dello Stato sociale e delle garanzie sui servizi vitali – scuola e sanità in primis, peraltro minacciate di privatizzazione forzata dal Ttip e dal Tisa, i trattati segreti euro-atlantici imposti dagli Usa, che Renzi preme per approvare in fretta. Cartina di tornasole di questa autentica catastrofe, il debito pubblico: era pari al 103,3% del Pil nel 2007, ma ha raggiunto il 132,9% nel 2013. «L’ultimo rilevamento di Bankitalia ci dice che il debito pubblico ha toccato a maggio 2014 un nuovo record storico: quota 2.166,3 miliardi, con un aumento di 20 miliardi sul mese precedente».
Va in rosso il conto delle famiglie, nel paese che prima dell’avvento dell’euro era il più risparmiatore d’Europa: rispetto al Pil, dal 1998 al 2012 il debito privato delle imprese è passato dall’85 al 120%, quello delle banche dal 40 al 110%, quello delle famiglie dal 30 al 50%. Paradossalmente, osserva “Sollevazione”, «in questo periodo quello che è cresciuto meno è stato proprio il debito pubblico», mentre il debito aggregato – pubblico e privato – è letteralmente esploso, dal 275% ad oltre il 400%. Spaventose pure le sofferenze bancarie, cresciute di 100 miliardi dal 2007 al 2013, per un totale di 147,3 miliardi di euro. Ed ecco l’ultimo gradino della tragedia: la povertà. Un fantasma che mette paura: l’esercito dei nuovi poveri e il timore che crescano furti e rapine ha aumentato del 5,7% i denari lasciati in custodia alle banche, oltre 1,2 miliardi di euro. Secondo Eurostat, gli «individui a rischio povertà o esclusione sociale» nel 2008 erano in Italia il 25,3%, e sono diventati il 29,9% nel 2012. L’ Istat è ancora più preciso: «Un italiano su dieci è in povertà assoluta».
Tra il 2012 e il 2013, spiega l’istituto di statistica, l’incidenza della povertà assoluta è aumentata dal 6,8 al 7,9%, coinvolgendo oltre 300.000 famiglie e 1 milione 206.000 persone in più rispetto all’anno precedente. «E’ povera, o quasi povera, una famiglia su cinque». Poi c’è la “povertà relativa”, quelle delle famiglie (sono quasi 3 milioni e mezzo) il cui portafoglio mensile è inferiore alla spesa media nazionale, 972 euro al mese. Sono famiglie che cercano di sopravvivere con meno di 800 euro al mese, che si riducono a meno di 750 nel Mezzogiorno, dove più evidenti sono le diseguaglianze che la “crisi” ha fatto esplodere. Nel 1992, l’Italia era un paese relativamente equilibrato: non c’era un abisso tra ricchi e poveri e la classe media era in ottima salute. Oggi, praticamente, è in via di estinzione e teme di sprofondare giorno per giorno verso la povertà. Nel 2013, l’Italia è risultato «il paese più diseguale dell’Unione Europea, dopo la Gran Bretagna». Solo che il Regno Unito non è ingabbiato dall’euro. Infatti, a Londra, economia e occupazione stanno decisamente meglio rispetto alla media dell’atroce Eurozona, di cui l’Italia – dopo la Grecia – è la vittima principale.

italia in ginocchioUn paese in ginocchio, mutilato, raso al suolo dalla crisi inasprita dall’euro e dal regime di austerity imposto da Bruxelles per mantenere in vita la moneta unica. L’Italia sta letteralmente andando a pezzi: tutti se ne accorgono ogni giorno, mentre la disoccupazione dilaga, i consumi crollano, i negozi chiudono e le aziende licenziano. Continua a leggere

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E’ in corso la distruzione del secondo campo di mais Ogm. Video

catturhhaII3-780x300I macchinari della Forestale sono finalmente entrati nell’altro appezzamento di Giorgio Fidenato. Procedono con cautela perchè ci sono chiodi nelle piante Continua a leggere

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L’UE importa idiozia dagli Usa. Filtra una bozza segreta del Ttip

cattura5-780x300Pubblicato il di

L’Ue supplica gli Usa di venderle petrolio e gas. Ma gli Usa sono importatori netti di idrocarburi e potranno cederli all’Europa solo a carissimo prezzo Continua>

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Ve POSsino, ovvero le banche e l’interpretazione dei sogni

Pos1Ho fatto un sogno strano che voglio raccontarvi. Ero in uno dei nostri bei centri storici, di fronte ad una di quelle banche dalle belle facciate curate e i muri antichi impregnati di storia. Varcandone la soglia mi sono ritrovata in un cortile interno, chiuso da alte inferriate che nemmeno ad Alcatraz buonanima. Continua a leggere

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Fidenato punta i piedi. Oggi il suo mais Ogm doveva essere distrutto ma è ancora lì

mais ogm

Prosegue all’insegna del “può accadere solo in Italia” la telenovela del mais Ogm Mon 810 della Monsanto che cresce nei campi del Friuli. Continua a leggere

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Più produci, più puoi inquinare. Decreto spalma rinnovabili, l’altra polpetta avvelenata

scarichi industriali in acque superficialiNon c’è solo la bonifica soft delle zone militari. Il decreto legge pubblicato l’altro ieri sulla Gazzetta Ufficiale, e generalmente criticato dagli ambientalisti soprattutto perchè spalma nel tempo gli incentivi alla produzione di energia elettrica fotovoltaica, contiene una polpetta avvelenata anche sotto forma di grande regalo ai grandi inquinatori. Continua a leggere

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Le illustri vittime del carbone, del petrolio e del gas in rapporto ai guadagni dei banchieri mondialisti

Ecovoracità

DA MATTEOTTI A STEVE JOBS TRA ORO NERO E METANO

Esattamente un anno fa, scrissi questo pensiero. L’ho riletto e mi è sembrato giusto condividerlo con voi lettori e lettrici.

Nell’estate del 1859 – quella passata alla Storia a seguito delle dimissioni di Camillo Benso Conte di Cavour – presso Titusville (Pennsylvania – USA), venne inaugurato il primo pozzo per l’estrazione petrolifera. Si dava, così, il via al declino del carbone e veniva spianata la strada all’Oro Nero. Continua>

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Il mais Ogm sta crescendo in Friuli in barba alle sentenze del Tar

giorgio fidenatoAltra fantasmagorica puntata. La telenovela del mais Ogm Mon 810 non è mica finita con le due sentenze del Tar che ne vietano la coltivazione in Italia. Continua a leggere

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7 modi in cui le aziende dei pesticidi pilotano la crisi delle api per tutelare i profitti

alverare

DI MICHELE SIMON .Friends of the Earth

Se vi piace mangiare, allora dovreste fare attenzione a ciò che accade alle api. Lo sapevate che i due terzi delle colture alimentari hanno bisogno dell‘impollinazione – ogni tipo di cibo su cui facciamo affidamento per avere un’alimentazione corretta- ossia mele, bacche e mandorle, giusto per nominarne qualcuna Continua a leggere

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