Ttip, gli Usa battono i pugni sul tavolo: “Importate nell’Ue cibi Ogm e carne agli ormoni”

ttip e cibo americano in europaGli Ogm e più in generale la normativa sul cibo. Il segretario all’Agricoltura degli Stati Uniti oggi ha battuto i pugni sul tavolo dell’Unione Europea. Sta evidentemente venendo al pettine uno dei punti dolenti all’interno del Ttip, il trattato di libero scambio che Usa e Ue stanno discutendo da tempo e i cui contenuti sono coperti da assoluto segreto. Si sa solo che il trattato mira ad abolire tutte le barriere doganali non tariffarie: le disposizioni che vietano nell’Ue numerosi alimenti permessi negli Usa (vari Ogm, carne agli ormoni eccetera) costituiscono appunto una di queste barriere. Secondo voi, vinceranno gli Usa che battono i pugni sul tavolo o vincerà l’Ue che (almeno ufficialmente) definisce non negoziabile il suo modello agroalimentare?

Il commissario europeo all’Agricoltura, il rumeno Dacian Ciolos, ha dichiarato pochi giorni fa che il Ttip non deve in nessun caso aprire le porte dell’Ue ai cibi Ogm, alla carne agli ormoni eccetera. Oggi l’agenzia di stampa Reuters riporta quella che può essere definita la risposta a Ciolos del segretario statunitense all’Agricoltura, Tom Vilsack: due pugni battuti sul tavolo, appunto, durante una visita a Bruxelles.

Vilsack sostiene che bisogna spazzare via dalle trattative sul Ttip tutte le barriere “non scientifiche”. Traduzione: le agenzie statunitensi Fda ed Epa (preposte al cibo e all’ambiente), i cui pareri sono determinanti nella normativa Usa su cibo, agricoltura ed affini, basano il loro operato su criteri scientifici. E l’Unione Europea deve adeguarsi. O armonizzarsi, come dice Vilsacks.

Infatti secondo il segretario statunitense l’Ue deve “ripensare” il suo attuale no alla carne di animali che hanno ricevuto trattamenti ormonali o al pollo lavato con la candeggina: serve a ridurre gli agenti patogeni, egli sostiene. Così pure, secondo lui, non sarebbe una soluzione soddisfacente neanche stabilire che almeno una parte della carne statunitense importata in Europa venga da animali che non hanno subito trattamenti ormonali.

Di dichiarare sulle etichette dei cibi la presenza di Ogm, come vorrebbe l’Unione Europea, non se ne parla nemmeno, ha detto inoltre Vilsack: dal suo punto di vista, etichette del genere indurrebbero i consumatori a credere che la presenza di Ogm possa costituire un problema. Semmai, ha suggerito, si potrebbe aggirare l’ostacolo con un’app: se proprio vuoi, prima di acquistare il cibo passi il telefonino sul codice a barre e vedi se contiene o meno Ogm (sì, me lo vedo mio padre che fa la spesa al supermercato in quel modo…)

In pratica, Vilsack ha tracciato una linea rossa sul terreno del negoziato Ttip: il modello agroalimentare Usa non è negoziabile. Una posizione uguale e contraria a quella dell’Ue. Sia Usa sia Ue – almeno finora – sono parsi fermamente determinati a condurre in porto le trattative per il Ttip. E adesso che Vilsack ha battuto i pugni sul tavolo per Ogm ed affini, lettori, secondo voi chi la spunterà?

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