Viator
Questa congiuntura non poteva che rinfocolare il dibattito – molto discusso su internet da almeno un quinquennio – circa l’opportunità di ritirare i risparmi dai conti bancari, nel timore che nel prossimo futuro sul Paese possa abbattersi un malaugurato terremoto economico in salsa euro-greca.
Insomma è molto probabile che la banca non sarebbe in grado di far fronte ad una corsa agli sportelli, specie in una fase come quella attuale. Quindi cosa accadrebbe?
“Le ipotesi più accreditate per uno scenario simile vedrebbero gli asset della banca messi in liquidazione. Questo significa che il gruppo in fallimento verrebbe acquisito da un altro istituto bancario o dallo Stato stesso, andando incontro a un processo di nazionalizzazione definitiva o temporanea. (…) l’acquirente ‘erediterebbe’ anche tutti gli obblighi verso i clienti della banca.” (Link)
Tutto ciò nella eventualità che il fallimento coinvolga un’unica banca o comunque un limitato insieme di banche, operanti all’interno di una economia in salute. Ma cosa succederebbe se il fallimento coinvolgesse molti istituti bancari (o tutti) di un paese a propria volta in odore di fallimento?
Gli esperti economisti televisivi affermano che nella peggiore delle ipotesi in Italia subentrerebbe il FITD, uno speciale consorzio bancario a tutela dei risparmiatori.
“Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, costituito nel 1987, è un consorzio obbligatorio riconosciuto dalla Banca d’Italia. Se una banca ha problemi di liquidità il fondo interviene, ad esempio in caso di temporanea insolvenza o fallimento. Il fondo consiste in un accantonamento contabile e in un patto di solidarietà fra istituti di credito.“ (link)Insomma, secondo il mantra ripetuto dagli economisti che riempiono le poltrone dei talk show, il FITD tutelerebbe ciascun cliente da una eventuale insolvenza degli istituti di credito.
Dunque possiamo dormire sonni tranquilli? C’è chi è convinto di no. Ad esempio:
Sono esclusi dalla garanzia:
(…)
L) i depositi per i quali il depositante ha ottenuto dalla banca, a titolo individuale, tassi e condizioni che hanno concorso a deteriorare la situazione finanziaria della banca in base a quanto accertato dai commissari liquidatori.
In effetti non il massimo della chiarezza. Un Fondo che – non essendo materialmente disponibile ed esistendo solo sotto forma di ‘comune intento’ – potrebbe costituire un paracadute solo nel caso del fallimento di singole banche, ma non a seguito di un collasso su scala nazionale. Elemento che gli economisti dei talk show tendono a ‘trascurare.’
“Se è vero che tutti i depositi sono garantiti da un apposito fondo fino a 100.000€, c’è anche da dire che il fondo non ha le risorse per sopperire ad un fallimento in massa di un sistema bancario nazionale” (link)
Per cui proviamo a chiederci a chi potrebbe convenire realmente che si scateni una corsa agli sportelli. Forse a quel 2% di risparmiatori accorsi a ritirare i soldi prima di tutti gli altri?
Avete presente la Teoria dei Giochi?
Verosimilmente la corsa agli sportelli manderebbe gambe all’aria un gran numero di cittadini, anche indirettamente, dato l’impatto che avrebbe sulla economia reale. Ed in una fase difficile come quella attuale, fornirebbe al potere ampio spunto per allestire chissà quale grande show.
Coloro che invitano la gente a partecipare ad azioni collettive finalizzate a sconvolgere il sistema bancario (come il simpatico ex calciatore Eric Cantona – link) – ritengono che l’unico modo di opporsi alla dittatura del debito sia attraverso lo scontro frontale. Da parte mia non ne sono poi così convinto. Nel caso specifico ad esempio il ‘bug’ della riserva frazionaria in abbinamento alla congiuntura economica rischierebbe di provocare un disastro di proporzioni bibliche. Nessuno può garantire che un default del sistema bancario su scala nazionale si tradurrebbe in una liberazione dal debito. Tutt’altro. Mentre appare concreta la possibilità che i risparmi di tutta la nazione finiscano realmente in fumo. Vale la pena di rischiare?
Visto che gli argini non sono ancora tracimati e che l’operazione è ancora fattibile, il consiglio per chi non si senta tranquillo è di fare il da farsi, ma con gradualità ed adottando un basso profilo.La corsa al prelievo collettivo alla luce di quanto appena detto rischia di trasformarsi in un bagno di sangue, data la facile strumentalizzabilità politica ed economica del suoi effetti. L‘ideale sarebbe invece agire individualmente e senza clamore, così da non rischiare di scatenare reazioni a catena dai risvolti imprevedibili. Mai come di questi tempi è necessario mantenere la calma ed evitare di ricadere negli errori del passato. La magistratura sta iniziando a dare segni di risveglio, e sempre più spesso accade che i tribunali riconoscano e condannino i crimini degli istituti bancari (link). Tutto ciò nell’attesa che chi ne ha facoltà si decida a riformare le norme che regolano i rapporti tra cittadini, stati e poteri sovranazionali e finanziari.Un successo annunciato.
A proposto, congratulazioni al Movimento 5 Stelle per lo storico exploit elettorale, riuscito anche grazie al massiccio contributo dei mass media, quegli stessi mass media che dopo avere ignorato Grillo e le sue campagne per circa 9 anni, hanno rimosso il velo di ostracismo ed inglobato il M5S nel loro grande film in technicolor.
Ho guardato su YouTube la conferenza di Crimi e Lombardo e – benché in alcuni punti mi abbiano ricordato il film Fight Club, quando gli accoliti ripetevano come un mantra le regole dettate dal grande capo – nel complesso mi sono parse persone serie e motivate. Riusciranno a resistere alle sirene di Saturno, o come puntualmente accade in questi casi, Smeagol si trasformerà in Gollum?
Volevo anche spendere due parole per Bernini, esponente del M5S ridicolizzato per avere avuto il coraggio di denunciare in TV il fenomeno tutt’altro che improbabile dei chip corporei. Come giorni fa scriveva un commentatore sul blog, la maledizione della società attuale è che se un problema si profila all’orizzonte, chi cerca di dare l’allarme è additato come un idiota o un pazzo; l’opinione pubblica prende atto dei guai solo quando a denunciarli sono i mass media controllati da chi i guai li crea. Non ha molto senso. 5 anni fa se parlavi di Circolo Bilderberg c’era sempre qualche buontempone che tirava in ballo i film di James Bond. Ed è sotto gli occhi di tutti la grave campagna denigratoria e persecutoria di cui sono tuttora vittime attivisti come Rosario Marcianò del sito Tanker Enemy (link) ed il magistrato Paolo Ferraro (link), per via delle loro coraggiose denunce.
Secondo alcune fonti, dietro il M5S si celerebbero poteri forti e società segrete. Il cambio di atteggiamento denotato da Beppe Grillo nei confronti di un tema di enorme importanza come quello della sovranità monetaria, non ha fatto altro che alimentare tali dubbi. Ma quali poteri forti – ha più volte chiosato il leader genovese per motivare l’abbandono dell’argomento nei suoi post e comizi – semplicemente, la gente non è ancora pronta per comprendere un argomento così complesso. Bene, sarà come dice lui. Tuttavia ora per Grillo è finito il tempo di veicolare informazioni da un palcoscenico o dalle pagine di un blog, ed è giunto quello di governare. La piena comprensione popolare dei meccanismi di creazione della moneta, in questo momento, conta poco. Ciò che conta è che il quadro sia chiaro a chi ci governa, così che agendo in concreto possa restituire la sovranità monetaria alla nazione. E’ questo il bello del ritrovarsi a capo del primo partito d’Italia: che dalle parole puoi passare ai fatti. E sarà proprio con i fatti – a meno di stravolgimenti eclatanti – che il M5S avrà modo di dimostrare di che pasta sia fatto. La verità si rispecchierà nel tipo di relazioni che deciderà di intrattenere con quel potere finanziario che finora ha disposto della politica come meglio ha creduto.