Scomparsa delle api. Bayer e Syngenta fanno causa all’Ue che ha limitato l’uso di tre insetticidi

api e insetticidiPoteri economici vs istituzioni pubbliche. Si apre un fronte giudiziario nella battaglia contro la scomparsa delle api, dalle quali dipende in buona parte l’impollinazione dei raccolti e dunque il cibo che portiamo sulle nostre tavole.

I colossi dell’agrochimica Bayer e Syngenta hanno fatto separatamente causa all’Unione Europea, che ha deciso di restringere provvisoriamente, a partire dal gennaio prossimo, l’uso di tre principi attivi neonicotinoidi (clotianidin, imidacloprid e tiametoxam) accusati di danneggiare le api. Non ripeterò mai abbastanza che si tratta di limitazioni d’uso tutto sommato modeste e temporanee: ma le case produttrici non le hanno digerite.

La Syngenta ha affidato ieri l’annuncio dell’azione legale ad un comunicato stampa: il suo thiamethoxam – dice – è stato indicato come dannoso per le api dall’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) sulla base di una valutazione inaccurata e incompleta; i Paesi membri dell’Ue non sono stati unanimi; la Commissione, imponendo le restrizioni d’uso, ha violato la legislazione Ue sui pesticidi ed ha applicato in modo non corretto il principio di precauzione.

Il caso dovrebbe approdare davanti alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. Idem per la causa intentata separatamente all’Ue da Bayer Crop Science, produttrice degli altri due insetticidi neonicotinodi sottoposti a restrizioni. L’annuncio è avvenuto attraverso dichiarazioni raccolte da Associated Press.

La famiglia degli insetticidi neonicotinoidi è piuttosto articolata. L’Ue è intervenuta su tre soli principi attivi. Sempre per via delle api ha limitato l’uso anche di un altro principio attivo, il fipronil, che però non fa parte dei neonicotinoidi. La casa produttrice, la Basf, non ha ancora fatto sapere se, e come, intende reagire.

Nel suo comunicato stampa, la Syngenta riconosce in sostanza che, sì, le api sono in crisi: non per colpa però dei suoi prodotti ma piuttosto – dice – a causa di malattie, virus, impoverimento dell’habitat e del nutrimento. Aggiungo che mi pare qui di cogliere un (involontario?) riferimento alle monocolture – tipico sbocco di un’agricoltura diventata agrochimica – e che un recentissimo studio scientifico lega proprio ai pesticidi (nel più ampio senso del termine) la facile diffusione di almeno una malattia delle api.

Negli archivi di Blogeko si trovano vari post che rimandano a studi scientifici e sentenze secondo cui i neonicotinoidi danneggiano le api. A partire da questa pagina potete sviscerare dati e metodi usati dall’Efsa per proporre le restrizioni all’uso dei quattro principi attivi – fra neonicotinoidi e fipronil – poi adottate dall’Ue.

Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che prende atto delle cause intentate da Bayer e Syngenta ma che i limiti all’uso dei neonicotinoidi entreranno comunque in vigore col primo gennaio. Essi – già lo si sapeva fin dall’inizio – varranno per due anni soltanto, entro i quali l’Efsa dovrà approfondire la materia.

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