E’ in crescita il livello di ostilità degli Stati nei confronti della religione. (Bruno Rosso)

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Secondo uno studio pubblicato questa settimana dal Pew Research Center, il numero di paesi con un alto o molto alto livello di restrizioni alla religione ha raggiunto nel 2012 il suo picco più elevato degli ultimi sei anni, e interessa il 43 per cento dei paesi. In termini di popolazione mondiale colpita, il centro afferma che 5,3 miliardi di persone (il 76 per cento della popolazione mondiale) vivono in paesi in cui si esercita un certo livello di restrizione o persecuzione dei credenti.

La cifra così gonfiata è dovuta in gran parte alla presenza di due grandi potenze demografiche come Cina e India. Nel 2011 le persone colpite da questa “pressione antireligiosa”, come la definisce il rapporto, rappresentavano il 74 per cento della popolazione mondiale, mentre nel 2007 il 68 per cento. Le più colpite sono spesso le minoranze religiose, incluse, in alcuni casi, persone non religiose. Soltanto l’1% circa vive in paesi in cui le limitazioni imposte dal governo o i conflitti sociali sono diminuiti. Sono più numerose le aree in cui il livello delle violenze e degli abusi legati alla religione, tra le misure più dure di limitazione della libertà religiosa, è aumentato rispetto a quelle in cui è diminuito. Le violenze perpetrate sono state di vario tipo: dall’uccisione alla violenza fisica, dall’incarcerazione all’allontanamento da casa, nonché il danneggiamento o la distruzione di proprietà personali o religiose. In circa tre quarti dei paesi del mondo sono stati commessi crimini, atti dolosi o atti di violenza a opera di gruppi o di privati cittadini, motivati dall’odio o dal pregiudizio religioso. Nella maggior parte dei paesi, gli aderenti ai due più grandi gruppi religiosi, quello cristiano e quello musulmano che insieme comprendono oltre metà della popolazione mondiale, sono stati oggetto di numerosi attacchi. Sono state segnalate vessazioni a livello sociale o governativo ai danni di cristiani in 130 paesi (66%) e di musulmani in 117 paesi (59%). Buddhisti e induisti, che insieme assommano a circa un quinto della popolazione mondiale e che sono geograficamente più concentrati rispetto a cristiani e musulmani, sono stati oggetto di vessazioni in un numero inferiore di paesi. Sono stati segnalati atti vessatori nei confronti di buddhisti in 16 paesi (8%) e di induisti in 27 paesi (14%).

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