L’UE importa idiozia dagli Usa. Filtra una bozza segreta del Ttip

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L’Ue supplica gli Usa di venderle petrolio e gas. Ma gli Usa sono importatori netti di idrocarburi e potranno cederli all’Europa solo a carissimo prezzo

gas ttip petrolioE’ filtrata ieri un’altra bozza del Ttip, il trattato di libero scambio fra Usa ed Unione Europea che viene negoziato nel più stretto segreto. Il documento è datato 27 maggio: praticamente l’Ue supplica di potere importare dagli Usa petrolio e gas, quest’ultimo in sostituzione del gas russo. Lo ha reso pubblico il Washington Post, secondo il quale all’Ue fa gola il boom statunitense del petrolio e del gas non convenzionali: estratti cioè con la tecnica del fracking, rovinosa per l’ambiente.

Balle. Idiozia pura. Gli Usa non hanno nè petrolio nè gas da vendere. Soprattutto, se ce li venderanno lo faranno solo a caro, carissimo prezzo.

L’immagine sopra il titolo è uno screenshot (con lieve maquillage grafico) di ciò che si legge sul sito dell’Eia, l’agenzia governativa Usa che si occupa di energia. Più ufficiale di così… Dice: gli Stati Uniti dipendono dall’estero per il 40% del petrolio che consumano. Non ne hanno abbastanza neanche per loro e l’Ue supplica che glie lo vendano?

Idem per il gas. Gli Stati Uniti ne sono importatori netti. Qui sotto c’è il collage riassuntivo delle due tabelle diffuse il 30 giugno scorso dalla stessa Eia, e relative all’esportazione e all’importazione di gas negli Usa. Non c’è santo: gli Usa dipendono dall’estero anche per il gas.

ttip import export di gas negli UsaPossibile che i cosiddetti decisori Ue non conoscano questa situazione? No, la conoscono benissimo. Solo che vogliono fare un piacere agli Usa a spese nostre. Il piacere, consiste nel soffiare ancora un po’ nella bolla del fracking statunitense, che è lì lì per scoppiare: estrarre idrocarburi non convenzionali comporta alti costi e continui investimenti, le società che se ne occupano sono nei debiti fino al collo e qualcuna sta cominciando ad andare a gambe all’aria. Ne ho scritto tante volte al vecchio indirizzo di Blogeko, vi rimando lì.

Le nostre spese, consistono nel fatto che il gas americano (se e quando arriverà, e magari si tratterà di gas canadese importato e ri-esportato dagli Usa) sarà molto più caro di quello russo. Bisogna liquefarlo, portarlo via nave ad un rigassificatore europeo, trattarlo affinchè, da liquido, torni ad essere gas. Il quotidiano della P.A. ha fatto i conti:

I prezzi di esportazione del gas USA liquefatto hanno raggiunto nell’aprile 2014 (dati EIA) il valore di 0,60 dollari a metro cubo, contro il prezzo di acquisto del gas russo che si aggira intorno a 0,35 dollari a metro cubo. Al prezzo di esportazione va aggiunto però nel caso del gas statunitense il costo di trasporto sulle navi LNG e il costo di rigassificazione

Traduzione: pur di fare un piacere agli affaristi del fracking statunitense, l’Unione Europea è disposta a raddoppiare le bollette del gas pagate dai suoi cittadini.

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