Perché dovremmo lavorare meno

amendedsimonDi Adam Ramsay Illustrazione di Cei Willis.

Perché quei fannulloni non hanno un’etica del lavoro?! Sapete a chi mi riferisco—sì, i danesi. Così pigri. Sempre seduti, a guardare Borgen e a mangiare. Dovrebbero imparare da quei gran lavoratori dei greci. E che dire degli olandesi? Perché si ostinano a fare gli scansafatiche, sempre al parco, quando i portoghesi sono ancora a sgobbare alla loro scrivania? 

È sorprendente come spesso i cliché si rivelino l’esatto opposto della realtà. Parlando dal punto di vista di un inglese, cresciamo con l’idea che gli europei del sud siano dei lavativi—persone che alzano un dito solo per ordinare da bere o per sistemarsi l’amaca per una siesta più comoda—quindi non c’è da meravigliarsi se le loro economie sono ridotte in quello stato! Se solo imparassero dai nordeuropei, così diligenti e con quell’etica del lavoro protestante…

Stupidaggini. I cittadini europei che rimangono più a lungo inchiodati alla scrivania arrivano da paesi che non sono né protestanti né nordeuropei: sono greci e austriaci. Quelli che staccano prima danesi e lituani.

Infatti Svezia, Danimarca e Finlandia sono in fondo alla classifica delle ore fatturate, e i norvegesi sono quelli che lavorano meno sulla faccia della terra. Come fanno i governi scandinavi a gestire le loro popolazioni di perdigiorno? Come fanno a stimolare la forza lavoro per mantenerla competitiva nell’economia globale?

A Göteborg, la seconda città della Svezia, si è dibattuto sulla questione, e hanno elaborato un piano: accorciare la giornata lavorativa a sei ore. Esatto, nonostante abbiano già uno dei monte ore più basso d’Europa, questi svedesi vogliono trascorrere ancora meno tempo in ufficio.

Ma i paesi scandinavi hanno anche qualcos’altro in comune. Sono tra i più ricchi al mondo. Per quanto riguarda la Norvegia, in parte dipende dal petrolio. Ma la Danimarca e la Svezia non ne hanno, e sono più ricche di noi perché gestiscono meglio loro economia. E non solo loro. Gli olandesi, gli irlandesi, i lussemburghesi, i belgi e i tedeschi sono tutti, in media, più ricchi, nonostante lavorino meno.

Dopo Austria e Grecia, il Regno Unito registra il numero più alto di ore lavorate in Europa, e gli uomini britannici lavorano più di chiunque altro. I nostri politici vogliono forse seguire l’esempio della Svezia e provare a mandarci a casa prima? All’inizio di questo mese, il politico Michael Heseltine ha annunciato che il problema dell’economia britannica è che “non ci alziamo abbastanza presto.” In altre parole, per risolvere i nostri problemi economici dovremmo cercare di somigliare ai greci.

Mentre quasi tutti gli altri europei dormono fino a tardi, o hanno il tempo di… be’, onestamente non ho idea di quello che facciano le persone nel tempo libero infrasettimanale, perché io ho a malapena il tempo di fare il bucato, ma qualsiasi cosa faccia la gente, nel frattempo noi inglesi stiamo marcendo davanti a un computer. Eppure, a livello procapite, siamo solo il decimo paese più ricco in Europa.

Ci sfiniamo di lavoro e non lo facciamo neanche bene. Siamo come quel ragazzino che a scuola studia un sacco prima di ogni verifica, ma prende comunque 6. Aggiungeteci il fatto che siamo il paese con la maggior diseguaglianza in Europa—e che quindi la maggior parte dei soldi che facciamo non ci torna indietro—e capirete che è il momento di porsi qualche domanda.

Domande come “Lavorare molte ore è davvero la strada per il successo?” E “perché sto sgobbando per far diventare ricco qualcun altro?” O “perché cazzo siamo tutti bloccati in ufficio durante l’unico giorno di sole dell’anno, mentre il resto dell’Europa occidentale è fuori a divertirsi, e viene comunque pagato meglio di noi?”

In un certo senso, niente di tutto ciò dovrebbe sorprenderci. Più si lavora meno si è produttivi. Un ufficio pieno di gente allegra e laboriosa che va a casa presto è meglio di uno pieno di gente stanca, piena di caffè e che sclera furtivamente su Facebook ogni volta che il capo si gira.

Ma c’è di più. Nel 1891, Oscar Wilde scriveva ne L’anima dell’uomo sotto il socialismo: “L’uomo è fatto per qualcosa di meglio che per rimestare nello sporco.” In un saggio dall’eccitante titolo Possibilità economiche per i nostri nipoti, John Maynard Keynes, il nonno della macro-economia, sosteneva che, in futuro, avremmo potuto lavorare solo quindici ore a settimana. “Siamo stati a lungo addestrati per faticare e non per godere.”

Entrambi stavano sostenendo un’argomentazione piuttosto semplice. Già nel ventesimo secolo, in paesi come la Gran Bretagna la popolazione aveva già abbastanza risorse; bisognava solo ripartirle più equamente. Siccome le macchine sono sempre più efficienti, ci vuole meno tempo per produrre. Quindi, una volta che abbiamo finito, perché non possiamo semplicemente staccare e andare a sederci in un parco? O fare qualcosa con i nostri famigliari? Insomma, non voglio sapere come trascorrete il vostro tempo libero, ma immagino che ve lo godiate più di quando siete al lavoro.

Ci sono altri buoni motivi per lavorare meno ore. Attualmente, alcuni di noi lavorano ininterrottamente, mentre molti altri non lo fanno abbastanza. Sarebbe molto più sensato ridistribuire un po’ le ore, no? Come ha sottolineato la New Economics Foundation nella sua ricerca di qualche anno fa, il numero medio di ore lavorative settimanali nel Regno Unito, contando anche i disoccupati, è 21. Perché non ci facciamo bastare quella media, dividendo meglio le ore? Significherebbe che potremmo contribuire di più alla nostra comunità—o costruirne una tutta nostra piuttosto che continuare a incrociare i nostri vicini solo mentre corriamo da e per la stazione. Sicuramente soffriremmo meno di emicrania da stress—i lavoratori britannici sono i più stressati al mondo. In definitiva, come gli svedesi, saremmo probabilmente più produttivi.

C’è un problema, però. Per via della disuguaglianza di massa, molti in Gran Bretagna vivono con uno stipendio estremamente basso. Tagliar loro le ore vorrebbe dire renderli più poveri. Quindi, prima, avremmo bisogno di ridistribuire qualche soldo dei mega ricchi—ma sono sicuro che se la caverebbero. Dopo tutto, dal 2009 la loro ricchezza è praticamente raddoppiata.

Il che ci lascia solo una cosa da decidere. Nel ventesimo secolo, i sindacati si sono riuniti e organizzati per lasciarci liberi un giorno in più: il sabato. Il problema della nostra generazione, quindi, è questo: quale giorno vogliamo lasciare libero ai nostri nipoti? Io voto per il lunedì.

Segui Adam su Twitter: @Adam Ramsay

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