L’Errore Fondamentale in The China Study

Cereali

The China Study del Dott. Campbell sta avendo molto successo per ragioni che non hanno molto a che fare con il reale conseguimento della salute. The China Study ha convinto molte persone ad abbandonare i prodotti di origine animale a fini alimentari come la carne prima di tutto, e quindi i latticini e le uova.

Questo è senz’altro un merito che nessuno vuole togliere, senza comunque dimenticare che da più di un secolo Isaac Jennings, Sylvester Graham, Russell Thacher Trall, Rudolf Virchow, Claude Bernard, Herbert Shelton, Arnold Ehret, per citarne alcuni, erano consapevoli che cibarsi di prodotti animali era una concausa di disturbi e malattie.

Recentemente (5 Marzo 2014) un servizio della trasmissione televisiva Le Iene ha portato all’attenzione del pubblico una guarigione spettacolare, “La storia del tumore guarito di Antonio”. Il figlio della persona guarita cita Campbell e The China Study e altri libri importanti, ma la terapia descritta, per quanto i sostenitori incondizionati di Campbell abbiano subito cavalcato l’onda per promuoverlo ulteriormente, ovvero l’alimentazione con succhi di verdure a foglia verde e pasti per l’80% di cibi vegetali crudi è chiaramente derivata dal Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco.

Campbell in The China Study promuove il consumo di cereali e farinacei, prodotti che sono anch’essi fonte di malattia. E’ convinto che le farine siano dannose solo quando sono raffinate, di sicuro fanno meno male, ma i farinacei non sono benefici per il solo fatto di essere integrali e persino biologici.

Di questo parlerò in modo più esteso più avanti. Ma come siamo arrivati a questo punto, perché stiamo perpetuando questo errore che era già stato osservato e risolto un secolo fa da Arnold Ehret?
The China Study sembra che sia diventato la bibbia dei vegani. Quasi tutte le persone che frequento sono vegani, e mi capita spesso di sentirli osannare quello studio, e quando chiedo il perché di tanto entusiasmo mi chiedono sorpresi, se non stupiti: ”Ma come perché?! Campbell in The China Study ha dimostrato s c i e n t i f i c a m e n t e in modo inequivocabile che la  carne…”. E’ vero, però ciò che di buono costruisce promuovendo l’astensione dal consumo di prodotti animali lo distrugge poi proponendo un’alimentazione che include i farinacei, integrali o meno che siano.

I vegani sono persone che hanno scelto di non consumare prodotti di origine animale a largo raggio, non solo per alimentarsi, ma anche per vestirsi o per l’utilizzo di oggetti di uso quotidiano, dal portafoglio al divano, e altro. E’ uno stile di vita. Le motivazioni di un vegano non sono principalmente salutistiche, la sua scelta primaria è al fine di non partecipare all’uccisione e alle sofferenze che vengono riservate agli animali allevati per mangiarli, o per divertimenti discutibili come una corrida, un palio, una corsa di tori, i circhi con animali e altre manifestazioni che la consapevolezza ottenibile ai giorni nostri rifiuta come aberrazione. Non voglio usare la parola Etica, sento molti dire che sono diventati vegani per motivi etici, ma Etica è una parola grossa, lasciamola dov’è, semplicemente diciamo quello che è, e cioè che siamo diventati vegani per fare la nostra parte nell’evitare sofferenze, umiliazioni  e morte agli animali.

Ne consegue che molti vegani non si sono mai documentati sull’alimentazione quanto invece fa una persona che parte dal presupposto di studiarla dal punto di vista della salute, avendo riversato quasi tutta la loro attenzione sull’aspetto animalista della loro scelta. Non posso quindi sbagliarmi di molto se affermo che se non hanno studiato a fondo cosa succede nel corpo a seconda di cosa uno vi introduce e di conseguenza non ne sanno granché di alimentazione. E che danno per scontato che un’alimentazione priva di prodotti di derivazione animale sia un’alimentazione sana.

Diventando sempre più noto a più persone che il consumo di carne e altri prodotti animali sono una concausa dell’insorgenza dei tumori, i vegani si sono sentiti al sicuro e si è formato il luogo comune che una alimentazione vegetale è di per sé un’alimentazione sana. Contemporaneamente molta informazione sui danni causati da alimenti vegetali ma raffinati come la farina bianca, lo zucchero bianco, i conservanti, ecc., ha fatto aumentare la richiesta di farinacei integrali, con la convinzione che nessun prodotto animale e prodotti di origine vegetale integrali fosse la formula perfetta per un’alimentazione sana. Ma non tutto ciò che è vegetale è indiscriminatamente sano.

Sono sorte così negli anni ’70 aziende per la coltivazione e la produzione di farinacei integrali e biologici, oltre a prodotti di soia. Alcune di queste aziende sono state create da vegani che volevano fare qualcosa allineato con le loro idee e principi. Poi sono arrivate le multinazionali del biologico, alcuni hanno venduto la loro azienda a questi colossi che ora fatturano miliardi.
Se entri in un “negozio del biologico”, alcuni ormai veri e propri supermercati con scaffali organizzati anch’essi seguendo la stessa strategia di marketing di quelli tradizionali, trovi lunghe file di pacchi di pasta di ogni tipo, orecchiette, fusilli, maccheroni, spaghetti, penne, biscotti, barrette, tortine, bruschette e pizze surgelate, di ogni tipo di cereale, ovviamente tutto integrale.
E’ diventato un business enorme. E uno studio che dice che tutto questo va bene, ottiene il favore incondizionato di tutte le persone convinte che i farinacei facciano bene, oltre che di chi fosse direttamente o indirettamente coinvolto nel business dell’alimentazione alternativa, delle diete, delle cure alternative, o semplicemente perché dà ragione alle sue abitudini alimentari.

Ho incontrato diverse persone convinte della bontà dei farinacei, anche medici con credenziali e un curriculum da sancta sanctorum della medicina che dicono stupidaggini – devo fare uno sforzo per trattenermi dall’essere scurrile esprimendo il mio giudizio con parole decisamente più colorite, non ho ancora raggiunto la totale imperturbabilità dello spirito – come, fra le più ingenue, ma non per questo meno pericolose per la salute, “Bisogna mangiare un po’ di tutto”…
Alcuni purtroppo si sono dimostrati in malafede, per quanto moderata dalla considerazione che se è vero che i cereali non sono adatti per l’alimentazione umana, che faccio? Chiudo? Che fa il macellaio, la carne fa venire i tumori, chiude forse bottega? No di certo!

Il veganismo è nato da una costola del movimento vegetariano, che a sua volta è sorto per merito di persone che pensavano che eliminando la sola carne dall’alimentazione sarebbe stato di beneficio per la salute. Non avevano alcuna idea che anche il latte, i latticini, le uova, e i farinacei men che meno, non erano affatto salutari. Ma i vegani non si sono staccati dai vegetariani per questioni salutistiche ma per le ragione sopraddette, e quindi al pari dei vegetariani, pur eliminando i prodotti animali, la maggior parte ha continuato a cibarsi di farinacei. Alcuni medici vegani che hanno fatto studi sull’alimentazione sono arrivati a conclusioni erronee perché hanno conservato la credenza che i cereali e le loro farine (amidi) siano adatti all’alimentazione umana.

Pur dichiarandosi medici alternativi, hanno conservato la forma mentis del medico ortodosso così come viene sfornato dalle università.

Promuovono quindi come sana con la denominazione di “Dieta Vegana” un’alimentazione che include prodotti di soia e farinacei, tacciando di incompetenza chi si mostra di parere contrario.

Il veganismo è una filosofia di vita basata sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali, e la scelta alimentare, incidentale e per forza di cose, consiste nell’omettere i prodotti di derivazione animale, per il resto rimane né più né meno la comune alimentazione del mainstream, con qualche accortezza in più da parte di alcuni nel cercare di usare alimenti integrali  e biologici, pensando che sia un accorgimento che la renda salutare, ma non esiste una dieta vegana, l’uso del termine in questo contesto è un abuso, o per lo meno improprio. Perciò quando una persona dice “dieta vegana” si riferisce a un’alimentazione onnivora con la sola omissione dei prodotti di origine animale. La pretesa che sia salutare è arbitraria.

Ci sono vegani e vegetariani che soffrono delle stesse malattie che accusano le persone onnivore, e questo è un dato di fatto.
Arnold Ehret era un animalista, ma oltre a questo aveva anche sperimentato su se stesso e guarito migliaia di pazienti, alcuni considerati terminali dalla medicina ortodossa, al fine di trovare un’alimentazione che fosse anche una cura, aveva osservato che sia la carne che i cereali erano dannosi come scrisse nel suo libro “Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco” quasi un secolo fa:
Il motivo per cui un carnivoro assiduo può vivere relativamente più a lungo di un vegetariano che “mangia amido” è di facile comprensione dopo aver studiato la Lezione 5. Il primo produce meno ostruzioni solide con più piccoli quantitativi di carne rispetto all’amido del gran mangiatore, ma le malattie di cui sarà affetto in seguito saranno più gravi perché accumula più veleni, pus ed acido urico. Loro, e persino gli “esperti dietisti”, fanno delle valutazioni senza sapere nulla del grande mistero: i rifiuti accumulati nel corpo umano.

I farinacei uccidono

E’ una dichiarazione forte, ma i ricercatori dovrebbero cominciare a prendere sul serio l’idea che i cereali, in particolare sotto forma di prodotti fatti con le loro farine, possono contribuire all’insorgenza di malattie croniche e degenerative, incluso tumori e cancri.
Oggi molte persone sono prediabetiche o diabetiche. Per ridurre lo zucchero nel sangue basta richiedere ai diabetici di rimuovere tutti i farinacei dalla loro dieta per il semplice fatto che, con poche eccezioni, i farinacei aumentano lo zucchero nel sangue più di qualsiasi altro alimento. Più dello zucchero da tavola o i cioccolatini ripieni di zucchero! E questo è vero anche per i cereali integrali. Il fatto che i farinacei sono amidi, che siano raffinati o integrali poco importa, ci regala anche l’obesità. Non è un caso che moltissimi diabetici siano anche obesi. Biologico o meno, integrale o meno, non fa alcuna differenza. Lasciano anche un pericoloso residuo colloso della digestione che Arnold Ehret ha chiamato genericamente MUCO, e il corpo lo accumula non riuscendo a liberarsene facilmente, oltre a non sapere cosa farne, ma crea danni consistenti quando questi residui entrano nella circolazione “intonacando” le pareti delle arterie e venendo distribuiti in tutto il corpo dal flusso sanguigno.

Non tutte le persone sono disposte a raccontare la loro esperienza, ma posso confermare che chi omette i farinacei si ritrova con livelli più bassi di zucchero nel sangue, spesso a livelli sufficienti per un prediabetico da non essere più classificato come prediabetico, in pratica guarito. Altri risultati sono 10, 20, 30 chili persi, (sono persone di solito obese) marcato miglioramento o scomparsa dell’artrite, miglioramento dell’asma sufficiente da buttare via per sempre l’inalatore, completo sollievo dal reflusso acido e dai sintomi della sindrome dell’intestino irritabile, la scomparsa di gonfiore e intorpidimento delle gambe. La maggior parte delle persone sperimenta maggiore chiarezza mentale, sonno più profondo, stati d’animo ed emozioni più stabili.

Altra cosa importante, prima di cedere alla richiesta di farsi rimuovere il colon e farsi mettere la borsa per l’ileostomia, è meglio togliere tutti i cereali dalla propria alimentazione e fare dei clisteri per aiutare l’intestino a pulirsi. L’operazione potrebbe non essere più necessaria e si potrebbe evitare di andare in giro con un sacchetto di plastica da svuotare delle proprie feci più volte al giorno, per tutta la vita.

Sto parlando di un semplice cambiamento nella dieta che produce incredibili e inaspettati benefici per la salute in molti più modi di quanto si potrebbe pensare. Si tratta di essere liberi dai particolari effetti stimolatori di composti simili agli oppiacei tipici dei cereali. Hai mai provato a smettere di mangiare i farinacei per poi sperimentare una vera crisi di astinenza che ti ha spinto a farti  un piatto di pasta o prendere al volo un trancio di pizza? Si tratta anche di perdere peso, per chi ne ha bisogno, 10 o 20 chili, spesso è solo l’inizio.

Omettendo i farinacei dalla propria alimentazione si prevengono anche le malattie di cuore. Come ho detto la digestione degli amidi lascia un residuo colloso che viene assorbito dai villi intestinali e immesso nella circolazione del sangue per venire poi trasportato ovunque. Le ostruzioni delle arterie hanno a che fare anche con questa situazione.

Sulla celiachia ho già scritto un articolo. La cosa migliore, invece di perdersi nella scelta di alimenti privi di glutine, è non consumare i farinacei, lavorati, senza glutine o integrali che siano non fa differenza. E’ la farina il problema, l’amido. L’amido nelle farine è molto più concentrato che nei chicchi del cereale. Un piatto con chicchi di cereali è quindi meno dannoso, ma non innocuo.
Ci sono migliaia di studi che hanno dimostrato ripetutamente che i farinacei alzano la glicemia molto di più di quasi tutti gli altri alimenti. E non è nemmeno oggetto di controversie, è un dato di fatto, anche se non ferma i dietisti e l’OMS dal dirci continuamente di mangiare questa roba che eleva i livelli di zucchero nel nostro sangue. Le ragioni economiche sono prioritarie e studi di valore per la salute umana finiscono nel cassetto con la chiave delle scrivanie di funzionari che dovrebbero convalidarli e diffonderli.

E’ incredibile che ci venga detto di mangiare cibi peggiori dello zucchero da tavola. Ed è il motivo per cui così tante persone con il diabete credono di star mangiando bene perché hanno ridotto i grassi e non mangiano caramelle o altri dolciumi, ma mangiano un sacco di cereali, integrali o meno.

Perché molte persone oltre i 50 anni di età affermano di non riuscire a metabolizzare il cibo e di mettere su pancia? Perché è da 40 anni che la “moderna dietetica” propone una riduzione di grassi e di mangiare “cereali integrali più sani”, a fianco di un’esplosione di alimenti trasformati e pieni di conservanti. Dopo 40 anni di consumo estremo di “carboidrati” (amidi), abbiamo bruciato le nostre cellule beta pancreatiche.
Quando si è giovani non si avverte molto l’indigeribilità dei farinacei, ma se si continua a perpetuare l’errore, a un certo punto più in là negli anni viene presentato il conto dalla Natura, e potrebbe essere salato più di quanto uno si aspetti.

Ho voluto dare una chance alle ricette di The China Study. In meno di un mese mi sono ritrovato con una imbarazzante ciambella intorno alla vita. Con le dovute eccezioni, farinacei e obesità vanno a braccetto.

Una pizza con gli amici, gli spaghetti all’aglio olio e peperoncino a mezzanotte una volta o due al mese non sono un problema. Il problema è quando facciamo dei cereali e le loro farine la base della nostra alimentazione.

Ovviamente le multinazionali della pasta bianca, e oggi anche le multinazionali della pasta biologica e integrale prodotta con cereali che importano dalla Cina non saranno d’accordo per partito preso, e non saranno d’accordo anche tutti quelli che non riescono ad ammettere di aver portato avanti e sostenuto teorie errate, ma, per usare una frase del divertentissimo Renzi, ce ne faremo una ragione.

Tramite la dieta carnivora accettata dall’uomo durante i secoli passati, arrivò la più bassa forma fisica di vita per l’umanità, di fatto uccidendo e mangiando le sue co-creature!
Lo standard della vita sana si basa ancora sugli stessi fatti che esistevano migliaia di anni fa prima che l’uomo imparasse ad accendere un fuoco, a massacrare animali e a cuocerli come cibo! Il nostro cibo consisteva esclusivamente di frutta ed erbe, intendendo per queste ultime ortaggi a foglia verde.
Arnold Ehret, Los Angeles,1922.

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