Quando la “cultura” diventa oppressione e omologazione

omologazione

di Gianni Tirelli

La parola, educazione, deriva dal latino “educare”, che significa “guidare”, dalle tenebre alla luce.
L’educazione dovrebbe prepararti ad entrare in armonia con tutto ciò che è bello, con gli alberi, gli uccelli, il cielo, il sole, la luna, ed infine dovrebbe prepararti ad essere te stesso. Ora come ora ti prepara e ti insegna ad essere come tutti gli altri. Ma questa è diseducazione. La vera educazione ti insegna ad essere te stesso, unicamente te stesso. Tu sei unico! Non c’è nessuno come te non c’è mai stato, e non ci sarà mai. Questa è la stima che Dio ha per te, non imitare la gente, non diventare un imitatore.

Educazione, significa dare realtà alle tue potenzialità, mettere alla luce quello che è dentro di te, significa: guidare senza soffocare.

Continuano a buttare dentro di Voi nozioni di storia, geografia, scienze, matematica, alla fine diventate come pappagalli. Siete stati programmati e trattati come computer.
Le vostre istituzioni educative servono solo a imbottirvi la testa di cose inutili. La vera educazione consisterà nell’estrarre ciò che è nascosto dentro di te: quello che Dio ha riposto in te come tesoro da scoprire, da portare alla luce, per renderti luminoso.
Sii in accordo con la tua consapevolezza, segui la tua consapevolezza: sii luce a te stesso. Questa è libertà: diventare luce a se stessi. (Osho)

Ciò che oggi definiamo “la cultura” (intesa come modello educativo), non ha niente a che vedere con la libertà, la conoscenza, e con la consapevolezza di sé e delle cose.
E’ una menzogna che il Sistema Potere, come un disco rotto, ripete ad libitum per tenerci occupati, renderci inoffensivi, e disarmarci da ogni impulso rivoluzionario.
Immaginare per un solo istante che al Sistema Bestia stia a cuore il nostro livello di istruzione, non solo è una bieca contraffazione della realtà, ma è una tale fesseria, che ci da la misura del livello di condizionamento mentale dentro il quale siamo precipitati. Tutto si è ridotto ad arido apprendimento, informazione, a sterile e fastidioso chiacchiericcio – una condizione di totale subalternità verso Sistema Potere, dove gli schiavi si sono convinti di essere uomini liberi e capaci di decidere per il loro meglio.

Tutte le “conquiste” (che siano sociali o tecnologiche), sponsorizzate nei decenni dal Sistema come traguardi fondamentali e scelte ineludibili, si sono rivelate oggi, alla luce dei risultati, delle autentiche bufale.
Il mito dell’alfabetizzazione e della scolarizzazione obbligatoria, sdoganato come riscatto ad una condizione di ignoranza, accesso alla società civile e come presupposto per un lavoro dignitoso (mortificando così il lavoro della terra,
tradizioni, principi e valori), è miseramente defunto.
Quanti giovani, oggi, hanno buttato il loro prezioso tempo, chini sui banchi di scuola, dentro atenei caotici, fra master e improbabili specializzazioni?
Quanti hanno rinunciato a vivere, per rincorrere, il mito di una laurea, svuotata di ogni significato e intenzione, per coronare l’ambizione dei loro padri? Quante energie e sudati risparmi, è costato tutto questo?
I giovani, sono stati depredati e defraudati del presente e del futuro, e nell’impossibilità di attingere alle esperienze del passato – indottrinati alla cultura del permissivismo, spacciato per benessere, felicità e progresso – addomesticarli, dunque, inquadrarli, annichilire ogni loro personalità, così da renderli inoffensivi e ubbidienti, castrando ogni loro impulso di ribellione, immaginazione e sussulto.

Si, oggi sappiamo scrivere e leggere, ma incapaci di osservare, di percepire, di vedere, di meditare, e di trascendere la realtà che ci circonda per invertirne la rotta e produrre il cambiamento.
Alfabetizzazione e omologazione, procedono allo stesso passo, e sono le due facce di una stessa medaglia. Spingono gli individui a uniformarsi alle tendenze dell’idea dominante. Un’opera di condizionamento e di plagio senza precedenti che, in pochi decenni, ha scardinato ogni preesistente regola e principio, e costretto l’individuo a tradire la sua vera natura, per sottomettersi all’egemonia dell’industrialesimo idolatra e alle seducenti sirene del consumismo.

Ricchezza, benessere, e qualità della vita di un paese, dunque, non sono relative al numero di laureati che riesce a sfornare, bensì, al numero di individui che decidono di occuparsi di ambiente, artigianato, agricoltura, tradizioni e, in una parola sola, di “diversità”. I tutto questo possiamo noi ravvisare l’autentico significato di “CULTURA”.

Fonte

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.