“L’agricoltura del non fare”: la rivoluzione del filo di paglia che permette di lavorare con poco sforzo e di ottenere ottimi risultati

Masanobu Fukuoka è un microbiologo giapponese che ha scoperto il classico “uovo di Colombo” dell’agricoltura naturale: se in natura la frutta ed i vegetali di cui ci nutriamo crescono spontaneamente, perché dovremmo lavorare sodo per arare, concimare, diserbare, potare?

Non sarebbe meglio copiare in tutto e per tutto la natura e ricreare nei nostri campi la correlazione tra le specie viventi, la simbiosi che già esiste in natura?

E così si è dedicato a studiare ed a realizzare in concreto questa sua idea, che una volta realizzata libera  l’uomo dalla schiavitù del lavoro e permette di coltivare cibi genuini.

Dopo gli studi di microbiologia si è occupato dello studio del suolo e delle patologie delle piante, ma a 25 anni ha iniziato a dubitare di tutto ciò che aveva imparato fino ad allora, ha abbandonato il suo posto di ricercatore scientifico ed è tornato alle radici, alla terra dei suoi genitori. Lì ha sviluppato il suo sistema di “agricoltura del non fare”.

Le sue idee e la sua esperienza sono state raccolte nel libro La rivoluzione del filo di paglia

Questo libro rappresenta un punto di svolta per riavvicinarsi con occhi fiduciosi e non distruttivi alla creazione.

Quando Fukuoka parla di quella che chiama l’agricoltura del “non fare”, potrebbe venire in mente Matteo 6,26: “Seguite con lo sguardo questi esseri che volano nel cielo: non fanno né semina, né mietitura, né hanno granai per ammassarvi qualcosa.

È vostro Padre, quello celeste, che pensa a nutrirli”.

Gli esseri umani lavorano al meglio quando lo fanno per il bene della gente piuttosto che per una “maggiore produzione”.

Un’agricoltura completa nutre l’intera persona, corpo e anima. Non si vive di solo pane.

Il lavoro di M. Fukuoka dovrebbe rendere chiaro come l’unico vero progresso dell’uomo è quello che permette di assicurarsi un’alimentazione naturale e di avere tempo libero per coltivare la propria anima. Non è reale progresso quello che ci viene propinato per tale: il telefonino, la televisione, il treno superveloce … sono tutti strumenti che rendono schiavi della tecnologia invece che liberarci dalla schiavitù.

Incontrai questo piccolo grande uomo la prima volta circa 25 anni fa in occasione di una suo viaggio in Europa per l’invito a un convegno sul biologico in Austria.

Masanobu Fukuoka è un microbiologo giapponese che sviluppò, già a partire dagli anni ’40, un metodo definito “agricoltura naturale” o anche “agricoltura del non fare”.

Ricordo che fui colpito molto dal fatto che in una visita ad alcune fattorie biologiche egli rispondesse alle domande degli agricoltori presenti, i quali chiedevano ragguagli tecnici, soprattutto con poesie, disegni, insegnamenti di vita…

Per M. Fukuoka infatti lo scopo vero dell’agricoltura non è far crescere i raccolti, ma la coltivazione e il perfezionamento degli esseri umani: una via di ricerca interiore.

Per Fukuoka bastano 1000mq a persona per arrivare all’autossufficienza alimentare, ma la cosa più importante è che la cura del proprio campo, armonizzandosi con i cicli della natura, nutre non solo il corpo, ma anche l’anima.

Fukuoka stava dicendo a quei contadini che, col suo metodo, potevano smettere di “faticare” e trovare il tempo per fare anche arte, poesia, crescere spiritualmente. Questa era per lui la cosa più importante da comunicare.

II principi rivoluzionari del metodo Fukuoka sono:

– non arare
– non diserbare
– non concimare
– non potare.

In tal modo egli riesce a coltivare sullo stesso appezzamento una grande varietà di piante e la fertilità del terreno aumenta stagione dopo stagione, ottenendo anche due raccolti nello stesso anno.

Con questo approccio, in 50 anni di effettivi e straordinari risultati, ha messo in serio dubbio tutte le certezze sia dell’agricoltura tradizionale che di quella scientifica.

Ad esempio egli ha dimostrato che l’effetto provocato dall’aratura è controproducente perché compatta il terreno e ne diminuisce la porosità rendendolo progressivamente sempre più duro.

Anche uno dei lavori tipici – più estenuante un tempo, quando si faceva a mano, e più inquinante oggi a causa dell’uso dei diserbanti chimici – del contadino è quello di rimuovere le cosiddette “erbacce”. Tutti hanno sempre pensato che le piante infestanti danneggiassero i raccolti. Ebbene Fukuoka fa notare che:

1) in natura le piante vivono e crescono insieme;

2) le radici delle erbe penetrano a fondo nel terreno smuovendolo e facendo entrare aria;

3) quando le erbe concludono il loro ciclo vitale, forniscono l’humus che permette ai microrganismi della biosfera di svilupparsi arricchendo e fertilizzando il terreno.

Tutto avviene da sé, per l’appunto l’agricoltura del non fare.

Video la rivoluzione del filo di paglia (parte 1)

Video la rivoluzione del filo di paglia (parte 2)

Video la foresta commestibile

Altri video su M. Fukuoka e sulla sua metodologia di coltivazione:

Fukuoka in Grecia parte 1
http://youtu.be/xbQiH55rCIk

Fukuoka in Grecia parte 2
http://youtu.be/LZrUQ8cSmgs

L’agricoltura del terzo millennio: la Permacultura (Coltivare in armonia con l’ecosistema ) http://youtu.be/Ia7CNAte3Dw 

L’orto sinergico nel villaggio verde
http://youtu.be/2c2nM6j3HeE

Il giardino sinergico di Emilia Hazelip (serie di 3 video)
http://youtu.be/Z9ROMCIWXQs

Introduzione alla permacultura (serie di 14 video)
http://youtu.be/7vMukVOG50o

Fonti

http://scienzamarcia.blogspot.it/2013/02/lagricoltura-del-non-fare-la.html

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la_rivoluzione_del_filo_di_paglia.php?idsearch=5744049

http://scienzaesalute.blogosfere.it/2007/02/masanobu-fukuoka.html

Visto qui

 

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