Le illustri vittime del carbone, del petrolio e del gas in rapporto ai guadagni dei banchieri mondialisti

Ecovoracità

DA MATTEOTTI A STEVE JOBS TRA ORO NERO E METANO

Esattamente un anno fa, scrissi questo pensiero. L’ho riletto e mi è sembrato giusto condividerlo con voi lettori e lettrici.

Nell’estate del 1859 – quella passata alla Storia a seguito delle dimissioni di Camillo Benso Conte di Cavour – presso Titusville (Pennsylvania – USA), venne inaugurato il primo pozzo per l’estrazione petrolifera. Si dava, così, il via al declino del carbone e veniva spianata la strada all’Oro Nero.

Erano gli anni della cosiddetta Seconda Rivoluzione Industriale che, per intenderci, fu quella che riguardò più da vicino l’approvvigionamento di fonti energetiche (la Prima sostituì la forza animale attraverso quella meccanica ottenuta dal vapore).

Diversamente da quanto era accaduto nel Medioevo quando si riteneva che il petrolio (petrae oleum – letteralmente olio di pietra) fosse ricco di proprietà curative, l’affermazione in età contemporanea come comburente fu graduale. Ci volle almeno un Secolo per soppiantare l’impiego del carbone (sebbene ancor oggi il 40% dell’attuale energia elettrica mondiale la si ottenga dalla sua combustione) ma alla fine il petrolio s’impose nei Cinque Continenti.

È plausibile ritenere che una prima e decisiva svolta nel suo utilizzo la si ebbe quando a Chicago (Illinois – USA) si tenne la memorabile Fiera Colombiana dell’Architettura1. In quell’occasione, il genio serbo Nikola Tesla ebbe modo d’illustrarne tutto il potenziale illuminando a giorno le notti della White City, come venne rinominata Chicago grazie all’introduzione della corrente alternata da lui stesso inventata. All’americano astioso Thomas Edison, sostenitore della corrente continua, non restò che abbozzare prima di accanirsi brutalmente sul suo ex pupillo.

Regno Unito e Francia, consce dell’importanza di assoggettare le Nazioni nel cui sottosuolo si ammassava la materia prima, non rimasero a guardare. La loro politica espansionistica riprese con vigore nelle aree di pertinenza del Maghreb (luogo del tramonto).

Nel 1881 la Tunisia cadde sotto l’influenza di Parigi; l’anno seguente l’Egitto in quelle inglesi. Nel 1912 toccò al Marocco, dove la Francia riuscì ad ingerirsi definitivamente. L’Algeria era già caduta in mano francese nel ’30. Ma non era un segreto che il grosso dei giacimenti si trovasse ad Est, nel sottosuolo del Mashrek (luogo dell’alba) a quel tempo dominio dell’Impero Ottomano. Tale Impero, istituitosi con la conquista di Costantinopoli nel lontano 1453, era minato al suo interno da un processo di riforme, Tanzimat2, i cui frutti furono devastanti.

A poco più di un lustro dalla caduta di Marrakesh scoppiò, ad orologeria, la Prima Guerra Mondiale. Oltre al Regno Unito ed alla Francia, anche la Russia, nel 1916 – in piena Guerra – ebbe la sua fetta di domini a seguito dell’accordo Sykes-Picot3 siglato dai diplomatici Mark Sykes (UK) e Francois Georges Picot (FR). A farne le spese furono gli attuali Stati di Siria, Libano, Giordania, Iraq e Palestina i quali vennero letteralmente a cadere sotto l’amministrazione coatta straniera. Fu un’operazione così vile che persino l’ultimo eroe romantico, il colonnello inglese Thomas Edward Lawreance, più celebre come Lawreance d’Arabia, decise di abbandonare l’esercito per ritirarsi a vita privata come scrittore4. Salvo poi cadere vittima di un misterioso incidente motociclistico. Fu lui la prima vittima del Petrolio. La prima vittima di un lungo elenco ancora aperto.

Quella che nelle aule scolastiche italiane ci si ostina a narrare come aspra battaglia di trincea tesa alla riconquista di un lembo di Veneto (vedi Prima Guerra Mondiale) in realtà, se inquadrata sotto un’ottica meno euro-centrica, appare come un processo di smantellamento del glorioso Impero della Suprema Porta. Infatti, gettando un occhio alle carte geografiche del 1914 e del 1919 appare lapalissiana la situazione: dell’immensa distesa di territori dominati lungo cinquecento anni dall’Impero Arabo, non ne rimane nulla. Al suo posto, nuovi confini (orrendi anche nella tracciatura ad angolo retto) fecero la loro comparsa assieme ad una insana instabilità governativa, mai nettata, giunta intatta sino ad oggi. Da allora in poi l’approvvigionamento di Oro Nero dettò l’agenda delle relazioni internazionali planetarie. In parole povere, l’America (ancor oggi primo consumatore di petrolio al Mondo) ruppe le regole della Dottrina Monroe5 e si legò a Francia ed Inghilterra nella sporca mansione. Da allora, le loro congiunte ingerenze in campo europeo e mediorientale non si contarono più.

Anche lo stesso Benito Amilcare Andrea Mussolini, iniziato ai misteri del Petrolio dal Principe Gelasio Caetani (Ambasciatore italiano presso Washington tra il 1922 ed il 1925) e dal finanziere palermitano Guido Jung, colse il potenziale in esso nascosto. Non lo colse, invece, Gaetano Salvemini il quale ebbe a definire le terre libiche “uno scatolone di sabbia”. Del medesimo avviso non era certo il giovane Matteotti. Dopo un viaggio segretissimo a Londra, grazie a cui poté stringere rapporti con le eminenze della APOC (la maggiore multinazionale petrolifera anglo-persiana fortemente interessata al mercato italiano controllato per l’80% dalla Standard Oil di Rockfeller), venne a conoscenza delle trame oscure che si nascondevano dietro l’affare Sinclair tra Usa ed Italia. Com’è noto, il 10 Giugno 1924, prima che riuscisse a denunziare la vicenda in Parlamento, egli fu rapito ed ucciso. Matteotti fu la seconda vittima del petrolio. La vulgata storica mise, e tutt’ora mette, sul banco dei responsabili lo stesso Duce. Tuttavia, rimane un curioso articolo, a firma di un certo Spettatore, apparso sulle colonne del Popolo d’Italia in cui si legge che non mi meraviglierei che dovesse risultare domani come la mano stessa che forniva a Londra all’on. Matteotti i documenti mortali (petroli – prestito polacco – buoni germanici ecc.) contemporaneamente armasse i sicari che sul Matteotti dovevano compiere il delitto scellerato6.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale le cose non cambiarono minimamente: o con le buone o con le cattive, chiunque avesse avuto modo di mettere il naso nelle questioni petrolifere sarebbe stato messo a tacere. Un esempio ci proviene dall’indimenticato poeta statunitense Ezra Pound il quale, per aver scritto sull’usura bancaria internazionale7 (la stessa che governa le multinazionali del petrolio per intenderci) fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico8, per quindici anni, con l’accusa di essere demente (stesso copione toccato al magistrato Paolo Ferraro9 in questi giorni, 2013) aggravata da una seconda accusa che lo dipingeva come un essere solcato da vibranti sentimenti filofascisti. Sopravvisse a quell’esperienza sebbene al suo ritorno in Italia egli apparisse come il fantasma di sé stesso. Morì nel 1972 dopo aver rilasciato l’ultima intervista ad un attento e spericolato Pier Paolo Pasolini il quale, a sua volta, venne ritrovato senza vita il 2 Novembre del 1975, praticamente smembrato, tra le baracche di Ostia. Entrambi rientrano a pieno titolo nel novero delle vittime del Petrolio. Petrolio è, inoltre, il sostantivo con cui il Pasolini aveva deciso d’intitolare il suo ultimo lavoro letterario del quale non fu mai più rinvenuto il capitolo conclusivo. Nel caso dell’intellettuale italiano, l’aggravante non era certo l’amore per il Fascismo bensì una lucidissima lettera pubblicata dal Corriere della Sera dal titolo Cos’é questo golpe? Io so.

L’industriale Enrico Mattei10, invece, venne eliminato semplicemente sabotando i comandi del bireattore MS. 760 su cui si era imbarcato la sera del 27 Ottobre 1962. Precipitò al suolo, assieme al giornalista statunitense William McHale ed all’amico e pilota del velivolo Imerio Bertuzzi (vero e proprio Asso del volo ai tempi del Fascio Littorio), nella campagna pavese (loc. Bascapè) mentre si accingeva a far rientro dalla Sicilia in cui aveva infiammato gli animi della popolazione bisognosa di aiuto/lavoro con la promessa di future grandi opere incentrate proprio sull’estrazione di Oro Nero.

Di Pound si disse che fosse affetto da turbe psichiche, di Pasolini che fosse stato fisicamente smembrato da uno dei suoi amanti colto da un raptus di gelosia e di Mattei si disse che il suo aereo avesse preso fuoco in volo. Per avere un’idea di come furono scrupolosamente svolte tutte le fasi di accertamento del caso Mattei, basti pensare che in una bara furono ritrovate tre gambe11! A voi le conclusioni.

Non può lasciare indifferenti l’imbarazzante somiglianza tra il destino occorso al Matteotti e quello occorso allo scomodissimo Aldo Moro, particolarmente inviso ad Herry Kissinger. Il 16 Marzo 1978, con la stessa identica tempistica del caso Matteotti, lo statista salentino venne rapito (Sic.) e successivamente eliminato12 prima che riuscisse a raggiungere l’Aula Parlamentare in cui avrebbe dovuto illustrare i contenuti del Compromesso Storico. Tentare di raggiungere Montecitorio, per entrami, risultò un’azione mortale.

In ogni caso, ad eccezione di Pound, quello che più lascia basiti è che in nessuna di queste vicende, da Mattei a Moro, sia mai stato individuato il vero colpevole od i veri colpevoli. Men che meno i mandanti. Tanti processi, tante inchieste, moltissime indagini ma nulla di fatto. Chiunque si sia trovato coinvolto con tutto ciò ha poi potuto tirarsi fuori, sempre, anche dopo essersi rifugiato nello “scatolone di sabbia13”. A confermarlo, non sono certo queste righe ma i fatti. In primis quelli riportati nella recente pubblicazione ad opera del “Giudice Boia” – com’ebbero la sfrontatezza di definirlo gli appartenenti all’organizzazione nota come “banda della Magliana”, oltre a vari membri di Cosa Nostra – Ferdinando Imposimato, già Presidente Onorario Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.

Nel suo ultimo libro intitolato “La Repubblica delle stragi impunite”, il titolare di molti casi riguardanti le stragi italiane tra cui quella sull’uccisione di Aldo Moro che gli costò la perdita del fratello Franco ucciso per vendetta nel 1983 a colpì di arma da fuoco, ricostruisce un mosaico di menzogne e verità agghiaccianti in cui proprio gran parte della magistratura e degli inquirenti coinvolti a vario titolo nelle diverse storie, ne escono con le ossa rotte e la reputazione sotto ai tacchi.

Dai primi anni Novanta in avanti – e mi perdonino i famigliari di Giovanni Falcone, Signora Morvillo, Paolo Borsellino e relativi agenti di scorta se non mi dilungo – lo stile da gangster sembrò attenuarsi. E’ plausibile ritenere che lorsignori ebbero modo di maturare l’idea secondo cui un eccessivo spargimento di sangue potesse ritorcesi loro contro e che fossero maturi i tempi per dare il via ad azioni più prudenti. Un modello meno “spettacolare” avrebbe consentito di indurre gli alti quadri a rilasciare “legalmente”, si fa per dire, quanto desiderassero ottenere.

Gli esempi inconfutabili sono due:

  1. Il dato relativo al mercato del carbone per il riscaldamento domestico: tra la finire degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta fu colpito dall’emanazione di una direttiva europea volta ad impedirne definitivamente l’uso. Fu ufficializzata nel ’94 ed in Italia recepita a 2000 inoltrato. Che usare il carbone come combustibile fosse nocivo ce lo dissero, per fortuna, i tecnocrati europeisti: danneggia la salute! Invece bruciare petrolio? Questo ancora non l’hanno affermato e probabilmente non accadrà mai.
  2. Il settore automobilistico: sempre a partire dai primi anni Novanta, questo beneficiò largamente delle politiche ambientali grazie alle quali venne introdotta la benzina verde (quella senza piombo). Tale politica conobbe ulteriori sviluppi, capziosi, con la lunga sequela di limitazioni (euro 1, 2, 3, 4 ecc.) che consentirono al settore di mantenersi in costante crescita: invece di farci sostituire solo motori e marmitte, ci hanno insegnato come gettar via un’automobile nuova di zecca per acquistarne un’altra da gettare via poco dopo.

A tutto ciò fece da contraltare, almeno qui in Italia, un fatiscente servizio di mezzi pubblici costantemente in ritardo, obsoleti, sporchi14, maleodoranti e per nulla adeguati alla domanda. Non che oggi (2013) i mezzi pubblici siano migliorati. Certo, che la candidata maggiore sarebbe stata proprio la vettura privata, era chiaro sin dai tempi di D’Annunzio, Marinetti, Gozzano e pure di Ford. Quest’ultimo, tuttavia, a differenza dei primi, non aveva né remore né nessuna intenzione di confinarne l’utilizzo ai soliti ricconi; e s’inventò l’utilitaria. Da allora il mito della corsa automobilistica fece sognare generazioni di comuni impediti i quali hanno avuto modo di terminare le proprie emulazioni spegnendosi accartocciati ai pali della luce o ai tronchi degli alberi posti ai lati delle strade. Nonostante i primi lutti, l’automobile privata fu un successo trionfale. Il grande schermo diede il suo contributo proponendo miti alla James Dean, Elvis, Stevie McQueen e l’algido agente segreto britannico 007. Gli ingredienti c’erano tutti ormai.

Ad oggi, sebbene i video musicali abbiano ad oggetto i rappers afroamericani a bordo di pacchiane Limousine, la sostanza non è cambiata: l’autovettura è sempre e comunque uno status; osceno tuttavia: si muove su pneumatici costosissimi da smaltire al punto che vengono abbandonati tra i pochi spicchi di natura incontaminati rimasti e dati clandestinamente alle fiamme; brucia carburante costosissimo rilasciando particelle cancerogene che rendono l’aria dei centri urbani irrespirabile. Per giunta, la vettura automobilistica, è il mezzo di trasporto prediletto dal genere umano ma pure quello al cui interno ci si perde la vita o si resta invalidi che è una bellezza. Inoltre è la mera espressione della forma d’investimento più infausta dopo i bond Parmalat ed i CDS americani: costa molti soldi in concessionaria ma crolla come i titoli di Wall Street nel 1929 ad un metro dall’autosalone. Senza tener conto del fatto che il suo utilizzo leghi l’utenza alle grandi multinazionali del petrolio le quali, a loro volta, influiscono negativamente sui governi asservendoli totalmente ai propri capricci, come quelli dei premi assicurativi. Per non parlare di come le vetture inquinino l’estetica delle città e danneggino i portatori di handicap costantemente vessati dall’inciviltà di automobilisti infami che si appropriano dei parcheggi loro dedicati senza il minimo pudore.

E le sanzioni? Non ci si rende bene conto o forse sì, non è chiarissima la faccenda, ma i Comuni italiani stanno letteralmente facendo cassa appioppando multe a tutto spiano: eccesso di velocità, divieto di sosta e revisione non eseguita si attestano tra le prime ansie dei proprietari di vetture. E c’è da avvelenarsi parecchio quando ad elevare la contestazione sia proprio quel Comune che in cambio non asfalta il manto stradale, non illumina le aree extraurbane e che non concede autorizzazioni per costruire parcheggi pubblici ma che si dimostra puntualmente servile e di manica ultra-larga nel concederne a scopo di lucro!

Sarà forse merito, o colpa, del crescente numero di casi di tumore (il quale colpisce senza sconti anche i produttori di autovetture, i petrolieri, i sindaci ed il loro cari, oltre che noi, gente del popolo) se oggi i mass media, con un ritardo di venti anni rispetto all’ex comico genovese, osino pubblicizzare vetture a metano, ibride ed elettriche. Già il metano. L’idrocarburo oggi di moda. Se lo pubblicizzano tanto è perché l’ordine dall’alto ha scelto così, e se i maligni ne interpretassero il messaggio come una giustificazione ad hoc per le azioni di guerra in atto in più luoghi del Medioriente, riscuoterebbero ampi consensi.

I veri pagliacci coinvolti in queste operazioni (gli stessi da due Secoli a questa parte) si sono sperticati al fine di ammantare di perbenismo la lurida azione che stanno perpetrando a danno di intere popolazioni. Pensiamo all’Afghanistan. Dal 7 Dicembre 2004 è governato da un certo Hamid Karzai. Ma chi è costui? Da dove è saltato fuori? Egli è l’“ex consigliere della più grande compagnia petrolifera del Texas, la UNLOCAL, che aveva progettato un gasdotto che dalla regione del Caspio15” collegasse le coste marittime pakistane. All’improvviso, gli stessi “tutori della civiltà” che avevano ingabbiato Ezra Pound in una cella per scimmie, si sono accorti che gli afghani16 trattavano male le donne ed era dunque giunto il momento di “esportare” un po’ della loro civiltà anche lì.

E che dire della Siria? L’attuale Presidente Bashar al-Assad – figlio di Hafiz al-Asad (1930 – 2000) e fratello del defunto Basil al-Assad (1962 – 1994) [sospetto incidente automobilistico] – secondo quanto pretendono di conculcare nella testa dei popoli occidentali, starebbe deliberatamente bombardando i suoi sudditi17. Ma il dubbio permane: non è che si stia tentando in tutti i modi di accerchiare l’odiatissimo l’Iran al fine di dare compimento all’opera poc’anzi descritta? Ovvero costruire un gasdotto che colleghi l’Oceano Indiano coi Paesi dello “Stan” ad Est del Mar Morto i quali ne sono separati proprio dalla terra dei picchiatori di donne? Oppure: non è che si stia tentando in tutti i modi di svilire la figura di Bashar al-Assad affinché lo si possa spodestare per poi trivellare il sottosuolo siriano che accoglie il più grande giacimento di gas al Mondo – come rilevano le indagini spaziali condotte con sofisticatissimi sistemi satellitari? Stessa identica situazione generatasi in Ucraina di recente: una vera e propria pugna sul piano energetico mascherata da lite geopolitica con ampi richiami alla retorica mondialista assai cara a Washington… in cui l’amministrazione, che avverte chiaramente franare la terra sotto ai piedi, pur di contrastare l’espansionismo cinese, scende a patti con una Germania sull’orlo del baratro pur di far ingoiare un rospo a Putin, unico vero Leader del BRICS18.

Un dato è sicuro: ai tempi del massone Arthur James Balfour (quello dell’inciucio con il referente del movimento sionista Lionel Walter Rothschild per la spartizione della Palestina), l’opinione pubblica europea non era certo scavezzata quanto lo è oggi. Soprattutto lo è diventata a seguito della rivoluzione nelle comunicazioni attuata dal compianto Steve Jobs (verso cui l’Umanità contemporanea è debitrice) il quale – diciamolo pure all’ex on. Wladimiro Guadagno (in arte Luxuria) – è morto19 nel 2011!!!

Jobs, vero “trismegisto” illuminato, ci ha lasciato in eredità un sistema che, a detta di chi ci capisce, è sì d’ispirazione militare – ergo volto ad aggiungersi alla lista degli strumenti atti al controllo delle masse – sta consentendo a miliardi di persone d’interfacciarsi tra di esse per scambiare informazioni. Verrebbe spontaneo pensare che, qualora lo stesso sistema di comunicazione fosse stato disponibile ai tempi di Matteotti, forse oggi l’aria sarebbe meno sporca, i monumenti avrebbero conservato lo splendore marmoreo (oggi nero smog) e, non ultimo, le memorabili parole di Jobs non sarebbero mai state “Stay foolish, stay hungry” bensì “For God’s sake, keep it in order” (Trad. Per l’amor di Dio, tenete in ordine).

Andrea Signini

1Cfr., F. Fasce, Le frontiere del discorso storico, Rileggendo F. J. Turner, in ACOMA, Rivista Internazionale di Studi Nord – Americani, N.1, pp. 40 – 48, disponibile anche on line:

http://www.acoma.it/pdfvolumi/volume01/1fasce.pdf (consultato in data 7 Giugno 2013).

2Cfr., M. Campanini, Movimenti di Riforma e Modernizzazione, in Storia del Medio Oriente, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 25 – 49.

3Cfr., M. M. Wiessbach, Le ombre dell’accordo Sykes-Picot sull’Asia sudoccidentale, in Executive Intelligence Review, anno 33 n. 6, 10 febbraio 2006, disponibile anche in pdfweb al seguente indirizzo:

http://www.movisol.org/sykes-picot.htm (consultato in data 7 Giugno 2013).

4Sulle vicende del Colonnello Lawreance e dell’Emiro Feisal si veda: T. E. Lawreance, I sette pilastri della saggezza, Edizioni Bompiani.

5Cfr., A. Testi, Destino Manifesto, in La formazione degli Stati Uniti, Il Mulino, Bologna 2009, pp. 158 – 163.

6Op. cit., in M. Canali., Il caso Matteotti, Il Mulino, Bologna, 2004, pag., 34.

7E. Pound, L’ABC dell’Economia, (anno di pubblicazione 1933 col titolo ABC of Economics), disponibile nella versione edita da Universale Bollati Boringhieri, Milano 2009.

8Pound fu internato nell’ospedale criminale federale di St. Elizabeths di Washington e trascorse gran parte della pena in completo isolamento all’interno di una gabbia per primati.

9Cfr., http://paoloferrarocdd.blogspot.it/ (consultato in data 7 Giugno 2013).

10Cfr., C. Moffa, Enrico Mattei, il coraggio e la storia, Azienda grafica Meschini, Tivoli 2007.

11Cfr., R. Olla, Nero Petrolio, Matteotti, Mattei e Pasolini. Film documentario, Rai cinema e TG 1, 01 Distribution Srl, 2011.

12Sul rapimento di Aldo Moro, cfr., S. Manfredi, Intervista Manfredi – Di Benedetto – Il caso Moro, http://www.youtube.com/watch?v=uBF0xsZxwVE. (consultato in data 5 Giugno 2013).

13Sulla vicenda dell’orologiaio fiorentino coinvolto nel massacro del Matteotti, cfr. M. Canali, op. cit.

14Cfr., F. Tessarollo, Zecche e pidocchi, passeggeri senza biglietto a bordo dei treni italiani, in Comunicati, articoli e recensioni ripubblicabili, http://www.comunicatistampa.eu/articoli/sociale/zecche-e-pidocchi-passeggeri-senza-biglietto-a-bordo-dei-treni-italiani.html. (consultato in data 5 Giugno 2013).

15D. Icke, Il Quarto Reich (o la continuazione del Terzo), in Cronache dalla spirale del tempo, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena (FC), 2004, pp. 99 – 129.

16Si è scelto di utilizzare “afghano” in luogo di “talebano” poiché quest’ultimo termine è usato dai mass media erroneamente. Infatti, “talebano” significa “studente di scuola coranica” e non “fondamentalista”. Men che meno “terrorista”.

17Cfr., Don. C. Nitoglia, Madre Maria Agnese a Roma – Conferenza sulla Siria, 29 Luglio 2012, disponibile on line su: http://doncurzionitoglia.wordpress.com/2012/07/29/madre-maria-agnese-a-roma-conferenza-sulla-siria/ (consultato in data 7 Giugno 2013).

18 B.R.I.C.S. acronimo di: Brasile, Russia, India, Cina e Repubblica Sudafricana. Le Cinque Nazioni in cui i fattori di crescita sono nettamente superiori a quelli del resto del Mondo. I loro parametri interni fanno impallidire quelli USA che sino a “ieri” costituivano il centro planetario. Gli USA, nonostante disperati accordi e nonostante reiterate e goffe “covered-acions” ed “intelligence-false-flag-operations” appoggiate dall’alta finanza, dovranno abbandonare senza contropartita alcuna, la posizione egemone per consegnarla, appunto, al leader del BRICS.

19 Vladimiro Guadagno, in arte “luxuria”, (ex “onorevole” nominato dal gruppo di “rifondazione comunista” secondo accordi di segreteria, come la legge elettorale “porcellum” prevede che vengano scelte le persone da inquadrare alla camera dei deputati), durante una trasmissione televisiva andata in onda ad un anno di distanza dall’infausta morte di Steve Jobs, ebbe a dichiarare sorridendo: “E’ etero, spero faccia sesso”. A prescindere dalla prosaicità e dalla bassezza di un’osservazione così crassa e segnatamente priva di buongusto e del tutto campata per aria – visto che Jobs non ha mai incontrato o stretto alcun rapporto di qualsivoglia natura con il Guadagno – non può che destare sgomento il fatto che costui (Guadagno) non fosse stato raggiunto dalla notizia della morte di un personaggio del calibro di Jobs! In questo caso, è avvilente, quanto allucinante, constatare che, nonostante il clamore suscitato dalla morte di Jobs – avvenuta dopo mesi e mesi di continui richiami da ogniddove in tutte le lingue del Mondo (telegiornali, quotidiani, rubriche di approfondimento, riviste… in cui ci sono state offerte le commoventi immagini e ci è stata raccontata per filo e per segno la malattia che lo ha ammazzato), il pugliese non se ne fosse assolutamente reso conto. Totalmente rimasto all’oscuro. Non ne sapeva niente, ma proprio niente. Un fulgido esempio del tenore delle persone che vengono elette dalle segreterie di partito per scaldare le scranne di Montecitorio: esseri drammaticamente vuoti che sfrontatezza ed incoscienza inducono a macinare parole senza senso; un esempio di come queste persone vivano ad una distanza siderale dalla realtà. Sulla vicenda cfr., Vladimir fa resuscitare Steve Jobs “E’ etero, spero faccia sesso”, in Libero Quotidiano.it: http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1091783/Vladimir-fa-resuscitare—Steve-Jobs–E–etero—-spero-faccia-sesso-.html. (consultato in data 7 Giugno 2013).

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