Due parole sull’attentato di Parigi e sul pericolo Islamico

charlie 0Ricapitolando sull’attentato di Parigi: tre uomini in tenuta da combattimento e armati di mitra riescono ad arrivare inosservati alla sede di un periodico parigino; come ci siano arrivati senza farsi notare non si sa.
Entrati nella sede uccidono dodici persone; per coincidenza uccidono proprio un vignettista che aveva preventivato un attentato terroristico entro gennaio (la vignetta che abbiamo riportato in apertura dell’articolo) e un altro giornalista che si occupava di debito pubblico, spiegando nei dettagli la truffa bancaria del denaro e del sistema delle banche centrali; mentre uccidono le vittime urlano insistentemente Allah è grande, vendicheremo il profeta, ecc. Dopo poche ore viene ritrovata la patente di uno di loro (pare infatti che i terroristi islamici siano soliti portarsi documenti di identità validi per rilasciarli sul luogo del delitto, come accadde anche per i fatti dell’11 settembre), accidentalmente dimenticata nell’auto con cui sono fuggiti, e tale patente anziché essere consegnata agli investigatori, viene fotografata e divulgata da tutti i media del mondo. Ovviamente nessuno si domanda chi e perché ha divulgato i dati e la foto della patente, nessuno indagherà su un soggetto, cioè che, se la vicenda fosse vera, avrebbe rischiato di compromettere in modo irrimediabile le eventuali indagini. Uno dei tre attentatori viene identificato in un diciottenne, che peraltro, secondo i media, non conosceva per niente il Corano e quindi ammesso e non concesso che abbia commesso il fatto, non può averlo commesso in nome di Allah; ma appena la polizia lo blocca si scopre che aveva un alibi: era a scuola. Per giunta aveva già un avvocato bello e pronto per difenderlo che il giorno dopo la sparatoria già rilasciava dichiarazioni sulla posizione del suo assistito. In poche ore questo diciottenne aveva già trovato un avvocato, e l’avvocato era già sicuro della sua innocenza. 88000 uomini partono alla caccia degli attentatori e dopo uno scontro a fuoco – manco a dirlo – li uccidono. Così non sapremo mai chi li ha addestrati, dove si erano armati, se avevano dei mandanti. Niente di niente. Peraltro due degli attentatori sono stati uccisi in una tipografia; come dire “la vicenda si apre in un giornale e si chiude in una tipografia”.
Una giornalista francese scampata alla morte racconta che uno dei due killer le aveva puntato il mitra dicendole “recita il Corano e ti risparmio”; poi aggiunge: “mi guardava con quei bellissimi occhi blu”. Peccato però che dalle foto diramata dai giornali nessuno degli attentatori avesse gli occhi blu.
Il filmato che riprende gli attentatori (ancora una volta diramato immediatamente alla stampa, anzichè essere consegnato agli inquirenti e utilizzato in segreto, data la delicatezza del caso) pare chiaramente un falso, specie perchè il giorno dell’attentato pioveva mentre nel filmato non si vede una goccia d’acqua.
Insomma, una vicenda che, ad analizzarla attentamente, più pasticciata e ridicola non potrebbe essere.  L’unica cosa chiara a tutti però, è che esiste un pericolo islamico per l’occidente; gli editorialisti dei giornali più prestigiosi si sono affannati a dichiarare lo stato di guerra, e sottolineare l’intolleranza del mondo musulmano, ecc. e un tg ha posto la domanda ad alcuni cittadini: “sareste disposti a vedere limitate le vostre libertà per combattere il terrorismo?” Un politico ha anche affermato pubblicamente che o gli islamici che abitano al nord chiedono scusa per questo gesto terroristico, o se ne vadano dalla “Padania” (una cosa assurda; come se ad ogni atto di guerra illegittimo di Israele si chiedesse a tutti gli ebrei di chiedere scusa; o lo si chiedesse a tutti gli italiani per ogni morto di Cosa nostra, ndrangheta, camorra, avvenuto all’estero; o a tutti gli americani all’estero per ogni atto di aggressione a stati sovrani, da Vietnam e Corea ai più recenti Iraq Libia, ecc.; oppure si imponesse ad ogni cattolico di chiedere scusa per ogni crimine scoperto che lambisca i vertici del vaticano).
E’ evidente quindi che lo scopo di queste manovre è quello di creare uno stato di tensione, che porti ad un conflitto aperto con tutto il mondo islamico. Dopo le prime ore che la notizia è stata diramata, a molte persone è stato subito evidente che tutta l’operazione era una messinscena. A quelli che si domandano come reagire a questo stato di cose, siano essi sostenitori della teoria del complotto, o sostenitori della tesi ufficiale che dubitano che si possano porre in essere operazioni di false flag di tale portata, è sufficiente riportare le cose su un binario che è il buon senso. Non importa infatti che l’attentato sia stato una messinscena o meno, che gli attentatori fossero veri o falsi; l’importante è non cadere nella trappola dell’odio; se anche dei musulmani avessero veramente organizzato un attentato del genere non bisogna commettere l’errore di odiare tutti i musulmani, come non bisogna far ricadere la colpa del governo israeliano su tutti gli ebrei, la colpa di certe scelte scellerate in materia economica su tutta la massoneria, o la colpa dei crimini vaticani su tutti i cattolici. Quando Salvini afferma che abbiamo milioni di islamici pronti a sgozzarci, dobbiamo soffermarci a riflettere che la predica viene da un pulpito che non è mai stato a favore del popolo; in altre parole, occorrerebbe riflettere che chi sta facendo affogare l’europa in una crisi senza precedenti, non è il popolo islamico ma la politica, e che quindi la fonte da cui proviene un affermazione così allarmistica è quella di una persona che contribuisce ogni giorno a fare ben più dei dodici morti di Parigi.
Sempre rimanendo su Salvini, la provocazione – pubblicizzata dall’ANSA – di distribuire vignette satiriche di Charlie Hebdo davanti a una moschea è un atto scellerato e sconsiderato, perché aumenta il pericolo che qualche folle invasato possa reagire facendo ricadere poi la colpa su tutti gli islamici; nella cultura islamica, infatti, la satira contro Maometto è considerata una delle cose più intollerabili, tanto è vero che Maometto perdonava i propri nemici, arrivando a risparmiare la vita a un nemico che gli aveva ucciso una figlia, ma ordinando l’assassinio, anche cruento, di chi lo dileggiava in pubblico con versi satirici.  Il gesto di Salvini equivale quindi a quello di andare fuori ad una chiesa cattolica distribuendo volantini con bestemmie e oscenità contro Cristo o la Madonna; in linea di massima la maggioranza dei cattolici è abbastanza tranquilla ed eviterebbe la violenza, come in genere la evitano i musulmani, ma si tratta di una provocazione idonea comunque a scatenare odio e intolleranza da ambo le parti e che non ha come fine quello di portare la pace, ma quello di seminare ancora più odio. Se si vuole una dialogo con l’Islam non si può non tenere conto del fatto che per la loro cultura la satira è il peggiore dei crimini che si possano commettere; e così come non si può dialogare con un cattolico bestemmiando o con un ebreo dileggiando la Torah, non si dialogare con un musulmano a colpi di insulti.
La soluzione è unirsi contro ogni forma di violenza, da chiunque provenga, verso chiunque sia diretta reagendo con l’unione, anziché con la divisione.
La soluzione è capire che non è odiando i musulmani, gli ebrei, gli americani, i cinesi, i tedeschi, si arriverà alla pace nel mondo, ma solo quando tutto il mondo sarà unito nel rispetto reciproco dell’altro, chiunque esso sia, e nell’abolizione di ogni forma di violenza.
Quasi a voler confermare quello che dico c’è un dato in questa vicenda che pochi hanno sottolineato: uno dei poliziotti uccisi, Hamer Merrabet, che era stato incaricato di proteggere la direzione del giornale, era musulmano. quasi a voler ricordare che la violenza non ha colori, razze, o distinzioni, e quando si scatena travolge tutti.
Infine, mi pongo una domanda… se anzichè degli islamici arrabbiati per le vignette satiriche su Maometto, la strage fosse stata perpetrata da Cristiani fondamentalisti che gridavano “Dio è con noi” ecc., e fossero state mostrate queste vignette di Charlie Hebdo, ci sarebbe stata tutta questa solidarietà?  Io scommetto che a quel punto i soloni delle notizia avrebbero iniziato a fare dei distinguo… eh bè, ma addirittura delle vignette oscene sulla religione, questi satanisti, il Papa ha detto che… Scommetto che ci sarebbe stata meno solidarietà a Charlie Hebdo, e sicuramente non si sarebbe invocato il “pericolo Cristiano”.
Anzi, qualcuno fregandosi le mani avrebbe pure detto tra se e se “bè , però questi qui un po’ se la sono cercata…, perchè offendere la religione è un atto abbastanza grave, non è una cosa civile”.

Paolo Franceschetti

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