Dopo averlo pubblicato, rivista scientifica ritira lo studio sui danni alla salute del mais Ogm

ritirato studio mais ogm seraliniLa rivista scientifica Food and Chemical Toxicology, che lo aveva accettato per la pubblicazione oltre un anno fa, ha ritirato ieri il famoso studio bomba di Gilles-Eric Séralini relativo ai tumori e ai danni alla salute mostrati dai topi nutriti con mais Ogm Monsanto NK603 ed esposti al diserbante Roundup (in Europa meglio conosciuto come Glifosate) al quale il mais è ingegnerizzato per resistere. Lo studio aveva osservato i topi per due anni. La rivista ha cambiato idea sulla sua validità, criticando la scelta del ceppo di topi sul quale è stato effettuato (sono inclini ad ammalarsi di tumore) ed il numero dei topi stessi, giudicato troppo ristretto.

Il professor Séralini ribatte che il ceppo di topi è il medesimo scelto dalla Monsanto per gli studi di 90 giorni con i quali ha dimostrato che il mais Ogm NK603 è sicuro. Dice anche che il numero degli animali da lui impiegati – dieci – è in linea con i protocolli internazionali ed è pari a quello utilizzato dalla Monsanto. Su internet sta montando la polemica, esattamente come quando lo studio di Séralini fu pubblicato.

Il comunicato stampa con cui Food and Chemical Toxicology ha annunciato la ritrattazione inizia proprio citando la marea di lettere di critica e di protesta ricevute dalla rivista dopo la pubblicazione dello studio di Séralini: alcune di queste lettere gridavano addirittura alla frode intenzionale da parte del ricercatore. Così il caporedattore – fatto assai inconsueto – ha chiesto a Séralini la documentazione completa sul suo esperimento.

Dopo averla riesaminata, ha concluso che non ci fu alcuna frode ma “esiste una causa di legittima preoccupazione” relativa alla scelta del ceppo di topi (quello chiamato Sprague-Dawley, che presenta un’alta incidenza di tumori) e relativa al piccolo campione di animali su cui fu effettuato lo studio: per cui, conclude il comunicato stampa, non può essere escluso che la più alta mortalità e la più alta incidenza di tumori osservate da Séralini siano spiegabili semplicemente attraverso la normale variabilità.

La polemica sollevata dallo studio di Séralini è stata così violenta che da tempo lo stesso Séralini, docente di chimica molecolare all’Università di Caen, ha aperto un sito internet per ribattere ad ogni aspetto delle critiche. Su quello stesso sito stamattina ha pubblicato la sua risposta alla decisione di Food and Chemical Toxicology.

Séralini sottolinea che i topi Sprague-Dawley del suo studio durato due anni sono gli stessi utilizzati dalla Monsanto per dimostrare in 90 giorni che il suo mais Ogm NK603 è sicuro. Dice che il campione di 10 topi su cui egli ha effettuato lo studio è in linea con i protocolli internazionali, e su tutti gli animali è stata effettuata una lunghissima serie di analisi. Anche se la Monsanto ha utilizzato un gruppo di 20 topi, afferma ancora Séralini, ha effettuato analisi solo su 10 di essi.

A questo io voglio aggiungere solo una cosa. Lo studio sulla sicurezza del mais NK603 effettuato dalla Monsanto e citato da Séralini è importantissimo. Le autorità preposte alla sicurezza alimentare nell’Unione Europea definiscono un Ogm adatto al consumo proprio in base ai dati presentati dalla società proprietaria del brevetto.

I termini dell’intera polemica sono ben riassunti in un articolo pubblicato dal quotidiano britannico Guardian l’anno scorso, quando uscì lo studio di Séralini. Uno studio, fra l’altro, costato la bellezza di 3,2 milioni di euro: la cifra non esattamente indifferente necessaria per organizzarlo spiega anche perchè siano scarse le ricerche di lunga durata sugli effetti che l’alimentazione a base di Ogm ha sugli animali da laboratorio. Ne sono state pubblicate una dozzina, scrisse un anno fa il Guardian, ed esse non hanno dimostrato che la dieta Ogm danneggia gli animali da laboratorio (poveretti!, lasciate che lo dica almeno una volta).

Sempre il Guardian ha confernato che il ceppo di topi ed il numero di animali utilizzati da Séralini sono i medesimi impiegati dalla Monsanto nei suoi test di 90 giorni con i quali ha dimostrato che il mais NK603 è sicuro. Se lo studio di Séralini è solido, scrisse il Guardian mentre su di esso cominciavano a piovere le critiche, ne consegue che vengono messi in discussione i criteri con i quali i colossi dell’industria biotech assicurano che i cibi Ogm sono sicuri: con immense conseguenze politiche, economiche e sociali.

E’ esattamente il punto centrale della vicenda. E ci aggiungo anche un pizzichino di pepe: in base a quanto riporta oggi il quotidiano francese Le Monde, il professor Séralini sospetta che il suo studio sia stato ritirato in seguito a pressioni dell’industria biotecnologica. Nelle dichiarazioni ad Euronews, Séralini va giù ancora più pesante. Accusa di connivenza con Monsanto la rivista che ha deciso di ritirare la sua ricerca e accusa la Commissione europea di prendere per buoni soltanto i dati della Monsanto.

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