Protagonista di questa storia è Mark Stambler che ha trasformato la sua passione per la farina e la panificazione in un’attività economica. La ricetta di Mark per fare il pane è “semplice”: acqua distillata, sale, lievito madre e cereali biologici (che lui stesso macina a mano). L’accuratissima lavorazione è ispirata alla tradizione francese, studiata e applicata con grande impegno, mentre la cottura avviene… nel forno di casa.
Fu allora che Stambler iniziò un minuzioso studio della normativa, ma soprattutto, un proficuo e costruttivo dialogo con le istituzioni che lo portò, con il supporto degli organi politici, a redigere il California Homemade Food Act, volto a regolamentare e rendere legale la vendita di cibo prodotto in casa.
A settembre 2012 il documento diventa legge, votata all’unanimità al Senato, con tanto di elogio, da parte del governatore Jerry Brown, in quanto occasione per “aiutare le persone a fare impresa in California”. E, a gennaio 2013, Mark Stambler è ufficialmente la prima persona a Los Angeles a vendere cibo fatto in casa in modo legale.
Molti altri ne hanno seguito le impronte, tanto che a Los Angeles sono oggi attive oltre 1200 imprese alimentari domestiche.
Con il California Homemade Food Act, i governi locali non possono vietare le imprese alimentari in case private purché gli imprenditori “casalinghi” superino un corso di formazione specifico, etichettino correttamente i loro prodotti e mettano in pratica, con buon senso, tutte le norme igienico-sanitarie. Esistono poi due tipi di permessi, quello di classe A, che consente solo la vendita al dettaglio (ad esempio ai mercati contadini) ma non prevede controlli di routine e quello di classe B, più controllato, che permette la vendita all’ingrosso a ristoranti, panetterie, gastronomie.
Ecco dunque un altro esempio di come sia fattibile aprire il mercato a nuove formule di produzione e a logiche di gestione semplificata. Ne guadagnano la libertà di scelta di chi acquista e la possibilità di ricominciare nella vita, partendo magari dalla cucina di casa o dall’orto sul retro.. dalle proprie passioni insomma, vi pare poco?
Fonte: Growtheplanet.com
Sarebbe bello e utile che anche qua in Italia la gente possa arrivare a comprendere il valore dell’autoproduzione alimentare. Dobbiamo educare le persone a mangiare cibo autoprodotto o prodotto da contadini a Km 0, boicottando i centri commerciali e le grandi filiere industriali dove gli alimenti (o ciò che ne rimane) sono ripieni di conservanti e additivi di ogni tipo causa primaria dello sviluppo di intolleranze e allergie alimentari e intossicazione. Ma è davvero così difficile da capire???
Mangiare questo cibo ci fa ammalare …..
Fate informazione e prevenzione.
Boicottate i cibi industriali !
parlatene a tutti, agli amici, ai familiari e condividete queste informazioni!
Buona Vita
Tls