Secondo la ricerca, le persone di mezza età troppo avvezze a consumare latte, formaggi e carne tendono ad incorrere in una morte prematura a causa di diverse patologie (74% in più rispetto a chi segue diete a ridotto contenuto proteico).
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato lo stile alimentare e lo stato di salute di più di 6mila persone dai 50 anni in su divisi in tre gruppi a seconda di quanto consumavano proteine. Veniva considerata dieta iperproteica quella che prevedeva nell’alimentazione giornaliera un consumo del 20% (o oltre) di proteine. C’è da dire però che anche chi ne consumava meno (10-19% al giorno) vedeva aumentare di 3 volte il rischio di morire di cancro, solo chi scendeva sotto il 10% nel consumo di proteine animali correva meno rischi.
“Prima di questa indagine non era mai stato messo in luce chiaramente un legame fra l’elevato consumo di proteine e il rischio di mortalità. Ma ciò che è importante considerare in particolare è come la nostra biologia cambia con l’invecchiamento e in che modo le abitudini alimentari della mezza età influiscono sulla possibile durata della vita” hanno dichiarato i ricercatori.
Quello che colpisce di questa ricerca è che consumare troppe proteine sarebbe nocivo in particolare nella fascia d’età 50-65. Dopo questa età infatti i livelli di IGF-I calano di molto e dunque il ruolo delle proteine diventerebbe meno nefasto per il nostro organismo o addirittura, secondo gli studiosi, potrebbe essere positivo rispetto al rischio di ammalarsi.
Una ricerca che ovviamente sta facendo molto discutere i nutrizionisti di tutto il mondo, soprattutto per il paragone non da tutti gradito tra proteine animali e sigarette!
Francesca Biagioli