«Difendere questa Europa è impossibile», premette Giulietto Chiesa in un intervento su “Megachip”. «È divenuta una struttura autoritaria, che
«Noi non intendiamo confonderci con questa robaccia di scarto», sottolinea Chiesa, «ma saremmo ingenui se la sottovalutassimo: perché cresce come la gramigna, come la spazzatura e i rifiuti che sono ormai troppi». “Spazzatura” che già «cerca di organizzarsi in sistema anch’essa», e cresce ovunque, da nord a sud. «È la risposta reazionaria alla reazione finanziaria che ci governa». Dal partito dei Finnici, i Veri Finlandesi, al Front National di Marine Le Pen (già in testa ai sondaggi), dal Partito della Libertà dell’olandese Geert Wilders, che Chiesa definisce «razzista», ai Democratici Svedesi, al Vlaams Belang; dallo Jobbik ungherese fino all’Alba Dorata greca. «Per arrivare ai più rispettabili (si fa per dire) Independence Party britannico, e alla Alternative Für Deutschland». L’elenco è più lungo. «Ve la figurate un’Europa fatta di staterelli più o meno grandi, che chiudono le frontiere interne, che cominciano a disputarsi territori contesi, che deportano gl’immigrati, che segregano le minoranze etniche e linguistiche al loro interno? Saremmo in un inferno, altro che Erasmus!».
Tutti questi partiti e movimenti «si muovono con la bandiera innestata dell’uscita dall’Europa e, naturalmente, dall’euro», che è sicuramente «una tagliola, un cappio scorsoio che c’impicca». Ma attenzione: l’euro è una conseguenza, non la causa. E’ uno degli strumenti di potere dell’élite che si è impadronita del nostro destino. Se si tiene conto del fatto che «la crisi del debito non è nata con l’euro», allora bisogna sapere che la sola uscita dall’euro «non ci salverà», se poi il vero potere resterà nelle mani dell’attuale super-casta mondiale, coi suoi zelanti “maggiordomi” nazionali. Oggi, però, «l’offensiva contro l’euro è la scorciatoia demagogica più semplice. Tanto semplice che, in Italia, chi la sceglie si troverà a fianco della Lega e di Berlusconi, o dei suoi epigoni. Compagnia sgradevole», come quella «dei vari Paragone di turno, che, venendo dalla Lega, si portano dietro tutto il suo liquame, e che adesso cavalcano il ronzino più comodo per darla a bere al gonzo». Noi, dice il presidente di “Alternativa”, in quella compagnia non vogliamo andare: «Forse (ma non credo) resteremo in minoranza. Ma – in questo caso – meglio soli che male accompagnati».