Site icon CateringVeg

I cibi irradiati sono veramente sicuri?

L’irradiazione fu utilizzata  per la prima volta nel 1943, negli USA, per sterilizzare uno tra gli alimenti più diffusi nell’alimentazione degli americani: gli hamburger. In seguito si è estesa progressivamente ad altri paesi.

 

Il metodo consiste nell’utilizzo di raggi gamma, raggi X (milioni di volte più potenti di quelli usati a scopo medico) o fasci di elettroni direttamente sui cibi. In pratica, gli alimenti da irraggiare sono posti su un nastro trasportatore e fatti passare sotto un fascio di radiazioni sprigionate da cobalto 60 o da un generatore di elettroni.

 

Il trattamento serve a distruggere i batteri e a ritardare il deperimento della frutta e della verdura e viene utilizzato principalmente in:

Ma la commissione Codex Alimentarius, insieme con altre autorità atte al controllo in ambito alimentare, ha approvato l’irradiazione di più di 60 prodotti, incluse erbe aromatiche, piante medicinali e spezie. Il permesso a utilizzare la tecnica  è di fatto un favore ai produttori più che ai consumatori, poiché consente di estendere la vita dei cibi anche senza l’uso di adeguate regole igieniche.

Dato l’evidente vantaggio economico derivante da una più lunga conservazione dei cibi, le industrie alimentari non solo stanno adottando sempre di più la tecnica della sterilizzazione tramite irradiazione, ma spingono per ottenere una legislazione sempre più favorevole e permissiva. Addirittura si propone, per fare in modo che il consumatore non sappia se il cibo acquistato sia stato irradiato o no, di togliere la dicitura “irradiato” sulle etichette.

Dal rapporto degli Stati membri della Comunità Europea, emergono molte segnalazioni di presenza di derrate alimentari sottoposte ad irradiazione senza la necessaria autorizzazione, o dove presente, i valori dichiarati delle radiazioni sono superiori al consentito.

Nonostante le rassicuranti dichiarazioni dei promotori del cibo irradiato, non c’è sufficiente evidenza scientifica che che non ci siano pericoli per la salute, anzi molte ricerche provano il contrario sia per quanto riguarda la sicurezza che le qualità organolettiche e il valore nutrizionale degli alimenti.

I punti critici sono molti. Vediamone alcuni:

di Luigi Gallo

Fonte