PROBABILMENTE STARETE PENSANDO CHE SIA FINITA QUI
Invece siamo arrivato solo allo stadio dello zucchero grezzo da cui parte la seconda fase della lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone attivo. Il prodotto finale e’ una bianca sostanza cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo zuccherino di partenza.Tutti questi processi industriali non solo lasciano traccia(speriamo!) di sostanze nocive e cancerogene nel prodotto finito ma privano lo zucchero che consumiamo di tutta una serie di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio.Che sarà mai?Ed invece no.Infatti la mancanza di queste sostanze nutritive fa si che il nostro organismo,nel momento in cui deve digerire questa porcheria artificiale,deve ricostruire in parte la catena degli elementi distrutta dal processo di raffinazione rubando quelle stesse sostanze nutritive a se stesso.
SICURAMENTE NO! Eppure sento che tanti pazienti bevono a pasto una lattina di soft drink nella convinzione di dissetarsi meglio. O anche molte mamme, pensando di apportare vitamine e minerali ai propri bambini, propongono loro continuamente succhi di frutta.Ma vi siete mai chiesti di cosa, soprattutto, sono composte queste bevande? Davvero ci dissetano di più? Cosa succede quando le beviamo?Per renderci consapevoli di quanto zucchero sia presente in questi prodotti, gli autori del sito Sugar Stacks hanno raccolto diverse bevande e snack tra i più diffusi, e hanno mostrato quante zollette di zucchero (ogni zolletta pesa 4 grammi) corrispondono ad essi.
– picco glicemico, cioè un innalzamento repentino della glicemia (quantità di glucosio presente nel sangue);
– risposta insulinica più marcata, vengono utilizzati più facilmente zuccheri al posto dei grassi favorendo la conversione dello zucchero in grassi (predisponendo così al sovrappeso);
– viene promosso lo stress ossidativo (favorendo invecchiamento precoce e rischio oncologico);
– fame precoce;
– si determina un sovraccarico di lavoro per il pancreas, che favorisce l’insorgenza di insulinoresistenza e diabete di tipo II.
Bevendo… lo avreste mai detto?