Le sostanze chimiche cui siamo esposti ogni giorno nella nostra quotidianità sono spesso approvate dagli enti governativi che hanno stabilito soglie minime e massime affinché non risultino pericolose. E per anni ci è stato ripetuto che “è la dose che fa il veleno”. Può anche essere stato vero in determinate condizioni e per determinate sostanze, ma oggi siamo esposti a talmente tante sostanze chimiche insieme che è ormai chiaro come non sia più possibile calcolarne la tossicità singolarmente. Pensate a un semplice picnic in un parco cittadino. L’aria che respirate è piena di particolato inquinante proveniente dalla combustione delle auto, i terreni sono trattati con erbicidi o fertilizzanti chimici la plastica dentro cui è confezionato il vostro cibo può contenere BPA o ftalati, le bibite possono contenere conservanti, gli spray detergenti che usate dopo mangiato possono contenere triclosan e i filtri solari che vi spalmate sulla pelle probabilmente contengono nanoparticelle. Ora moltiplicate tutto questo per ogni giorno della vostra vita. Il settore agricolo ci permette di comprendere, a livelli estremi, come questo meccanismo di intossicazione può avvenire. In un’azienda agricola si è esposti ad azoto, fosforo, potassio sotto forma di fertilizzanti chimici, erbicidi, insetticidi e fungicidi. Si tratta di sostanze per le quali esistono soglie limite e quantità massime cui essere esposti in un determinato periodo di tempo, ma non si considera che un agricoltore vi è esposto tutto l’anno e tutti gli anni, utilizzando peraltro mix di queste sostanze che hanno azioni sinergiche per buona parte sconosciute.