La causa della cistite può essere dovuta a fattori semplicemente irritativi, ma è quasi sempre dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che normalmente popolano l’ultimo tratto dell’intestino. Tali germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, per “via ascendente”, passando attraverso l’uretra. La patologia pertanto, per la diversa conformazione anatomica femminile, colpisce prevalentemente le donne e l’insorgenza è spesso dovuta a carenza di igiene. Infatti nella donna l’uretra è molto più breve che nell’uomo (in media 3 cm contro i 16 cm dell’uomo) e ciò facilita la risalita dei germi presenti nell’ambiente vaginale e nell’intestino retto.
Si calcola che circa il 40-50% delle donne è destinato a soffrire di un episodio acuto di cistite nel corso della vita e di queste poco meno della metà presenterà recidive. Il divario con il sesso maschile tende a colmarsi con il passare degli anni in quanto l’ipertrofia prostatica, frequente nell’uomo anziano, favorisce il ristagno dell’urina nella vescica e la conseguente insorgenza di infezioni.
I sintomi della cistite sono variabili a seconda della sua gravità e possono essere dolore e bruciore durante la minzione, senso di peso, bisogno continuo di urinare, ridotto flusso urinario e gocciolamento, difficoltà ad urinare, a volte sangue e pus nelle urine, mal di schiena ed alla parte bassa dell’addome, mal di testa, nausea o vomito, febbre e sudorazione.
Per prevenire la cistite (ed in generale le infezioni delle basse vie urinarie) è importante osservare alcune regole comportamentali:
• bere molta acqua nell’arco della giornata per favorire la diuresi e ridurre la carica batterica vescicale;
• urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo;
• rispettare le norme di igiene intima;
• le donne devono lavarsi i genitali procedendo dall’avanti all’indietro soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, usando detergenti a pH fisiologico (4 o 5) ed evitando i deodoranti;
• adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza e tenere quindi l’intestino libero; ridurre il consumo di cibi piccanti, frittura, grassi animali, cioccolato, caffè, tè, alcool che possono irritare la mucosa vescicale; limitare l’uso di bevande gassate che possono rendere le urine alcaline favorendo così la moltiplicazione dei germi;
• evitare l’uso di indumenti stretti (pantaloni, collant, slip) che impediscono la traspirazione in sede genito-urinaria e non tenere addosso il costume bagnato, in quanto sudorazione ed umidità favoriscono la proliferazione dei batteri;
• evitare la vita sedentaria e tenere una costante attività fisica moderata.
I rimedi naturali che la nonna qui consiglia combattono efficacemente la cistite (ma anche l’uretrite) con la loro azione specificamente diuretica e/o depurativa e/o antispastica e/o antinfiammatoria e/o antibatterica ed altro. Possono essere utilizzati anche per prevenire l’insorgenza della malattia. Per completezza sono stati aggiunti anche ritrovati naturali di conoscenza più recente.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, capsule, pillole, pasticche, compresse, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
□ Cranberry, Mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpon): detto anche “mirtillo rosso di palude”, è una varietà americana del mirtillo rosso che presenta le stesse caratteristiche e proprietà, anzi con un’azione antibatterica più sviluppata nei confronti delle vie urinarie dovuta ad una maggiore concentrazione di proantocianidine. Si può utilizzare nelle stesse forme del mirtillo rosso di cui in precedenza.
□ D-Mannosio: è uno zucchero semplice originario degli USA che si ottiene dalla fermentazione di specifiche essenze di legno (in genere larice e betulla). E’ scientificamente riconosciuta la sua straordinaria efficacia nel prevenire e curare le infezioni vescicali quali la cistite recidivante e le patologie correlate. Funziona come un antibiotico naturale con il vantaggio di non avere controindicazioni. Infatti agisce passando direttamente nelle urine, non essendo assimilabile dall’intestino, ed una volta giunto nella vescica aderisce ai batteri infettivi staccandoli dalla mucosa vescicale per poi lasciarsi espellere, insieme ai batteri, con la minzione. E’ disponibile in diverse forme, ma le più comuni sono la polvere e le capsule. La dose spesso consigliata è di 1 cucchiaino da tè di polvere, o 1 capsula, 2-3 volte al dì come profilassi e 3-6 volte al dì nella fase acuta.
□ Solidago (Solidago virgaurea): detta anche “Verga d’oro”, è una pianta erbacea perenne che cresce nelle zone submontane fino a quelle montane di tutte le regioni italiane ad eccezione della Sicilia. Le sommità fiorite ed il rizoma conferiscono alla pianta virtù diuretiche, antinfiammatorie, decongestionanti, antisettiche, aperitive, astringenti. La Solidago viene principalmente utilizzata per le affezioni infiammatorie dell’apparato uro-genitale, per stimolare la diuresi e favorire l’espulsione dei calcoli renali o vescicali, per stimolare la digestione, per normalizzare le funzioni intestinali, per la cura delle enteriti, enterocoliti e diarrea, nonché in uso esterno per le infiammazioni del cavo orale. L’infuso è un valido rimedio contro la cistite e si può preparare con 1 cucchiaio di sommità fiorite essiccate in 200 ml circa d’acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare, dolcificare a piacere e berne 2 tazze al giorno, preferibilmente mattino e pomeriggio. Va bene anche la tintura madre con 20-30 gocce in poca acqua, da 1 a 3 volte al dì. L’infuso o il decotto si utilizzano per effettuare i gargarismi.
□ Cipolla (Allium cepa): sono note le proprietà diuretiche, depurative, antinfiammatorie e antibiotiche della pianta, per cui essa non deve mancare nel menù anti-cistite. Se ne può preparare un brodo facendo cuocere 4 o 5 cipolle bionde affettate in 1 litro d’acqua per 15-20 min, filtrare e bere a piccole quantità nel corso della giornata.
□ Malva (Malva silvestris): le foglie, i fiori e le radici della pianta hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie e antibiotiche, per cui i suoi decotti o le tisane sono un valido rimedio naturale contro la cistite. In erboristeria si possono trovare anche estratti secchi titolati e tinture. Si rivela utile l’associazione con altre piante quali gramigna, echinacea, e/o camomilla. Il decotto si può preparare con 5 g di droga per 100 ml d’acqua, bollire qualche minuto, filtrare e bere all’occorrenza lontano dai pasti.
□ Gramigna (Triticum repens): questa pianta infestante dimostra di possedere una particolare attività antinfiammatoria sulle vie urinarie, alte e basse, oltre ad avere proprietà diuretiche, depurative e sedative. Una tisana con il suo rizoma è un ottimo rimedio contro la cistite. Si può preparare con 2 o 3 cucchiaini di rizoma essiccato e triturato in 1 tazza d’acqua bollente (circa 150-200 ml), lasciare riposare 10 min, filtrare e bere lontano dai pasti. Va bene utilizzare anche la tintura madre, 20-30 gocce in un poco d’acqua da1 a 3 volte al dì. Spesso si associa ad altre erbe quali malva, echinacea, e/o camomilla.
□ Piantaggine (Plantago lanceolata): è una pianta molto diffusa ed in Italia la si può trovare come germinazione spontanea nelle aree di pianura e di bassa montagna. Le foglie hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie e antibatteriche, per cui vengono utilizzate per combattere efficacemente molti stati infiammatori anche di natura allergica (cute, vie respiratorie, occhi, ecc.), tra cui le infiammazioni dell’apparato urogenitale, cistite compresa. Le forme di maggiore impiego sono gli infusi, le tinture, o le pastiglie. L’infuso lo si può preparare con 1 cucchiaio di foglie in 1 tazza d’acqua bollente, si lascia riposare 10 min, si filtra e se ne bevono 2 tazze al giorno lontano dai pasti. In caso di tintura madre, possono bastare 40 gocce in mezzo bicchiere d’acqua da bere 2 volte al dì lontano dai pasti.
□ Equiseto (Equisetum arvense): detto anche “coda cavallina”, è una pianta erbacea molto comune che in Italia vive sull’arco alpino e di cui si utilizzano i ramoscelli sterili verdi che, per le proprietà diuretiche, depurative, antibatteriche, antisettiche, emostatiche, cicatrizzanti e remineralizzanti, risultano particolarmente attivi sull’apparato genito-urinario. Infatti la pianta è indicata negli stati infiammatori e nelle infezioni delle basse vie urinarie (cistite, uretrite), nelle prostratiti, nel trattamento della renella e per le gambe e le caviglie gonfie. E’ particolarmente efficace in caso di cistite ricorrente anche per la capacità di cicatrizzare le lesioni della mucosa vescicale. Si può utilizzare sotto forma di infuso: 2 cucchiai di equiseto essiccato in 1 tazza d’acqua bollente, lasciar riposare 10 min, filtrare e bere 2-3 volte al dì lontano dai pasti. Oppure si può assumere la tintura madre: 30 gocce 2 volte al dì in un poco d’acqua. Oppure ancora l’estratto secco o la polvere in capsule: 2 volte al dì. L’equiseto si utilizza anche in preparati cosmetici per il trattamento di cellulite, smagliature, edemi, cicatrici, mancanza di elasticità della pelle, prevenzione delle rughe ed invecchiamento cutaneo.