Una bomba chimica ad orologeria. Sospeso il recupero dei fusti tossici nel mare della Gorgona

fusti tossici gorgonaRicordate i bidoni di sostanze tossiche caduti in mare al largo dell’isola Gorgona, nelle acque della Toscana, durante una buia e tempestosa notte del dicembre 2011? Ebbene, è ufficiale: le ricerche sono sospese. Una velenosa bomba chimica ad orologeria – non è nota la data su cui è puntato il timer – continua e continuerà a ticchettare in fondo al Tirreno.

In mare giace ancora una settantina di bidoni (in tutto circa 12 tonnellate di sostanze chimiche); sono dispersi in luoghi imprecisati e ad oltre 500 metri di profondità; ad un peschereccio può capitare (è già è accaduto) di tirarne su uno per caso.

La Protezione animali protesta sottolineando che quel tratto di mare fa parte del Santuario dei Cetacei ed è (teoricamente) protetto. Ma a protestare dovrebbero essere innanzitutto i toscani: per la propria salute.

I bidoni provenivano dal polo petrolchimico di Priolo Gargallo (Siracusa) ed erano diretti a Genova. Erano oltre 200. Ciascuno conteneva (molti di essi da qualche parte tuttora contengono) un sacco di plastica con circa 170 chili di catalizzatore al nichel-mobildeno, usato nella raffinazione del petrolio.

Si tratta di materiale infiammabile e tossico. Durante le operazioni che portarono al parziale recupero dei bidoni si scoprì che alcuni di essi si erano rotti, anche se non si è mai trovato un sacco di plastica rotto. E’ ovvio che nè un bidone nè un sacco di plastica resistono per sempre alle onde e alla salsedine.

Il Fatto Quotidiano ha ripreso ieri la vicenda bidoni. Una vicenda rimasta sonnecchiante sottotraccia negli ultimi mesi, anche se è una vicenda scottante: ne hanno parlato pochi grandi organi di informazione ma addirittura il portavoce del ministro dell’Ambiente era intervenuto su Blogeko per dissentire con veemenza su quanto avevo pubblicato pur senza poter smentire una virgola. Comunque ieri Il Fatto ha scritto

quei bidoni probabilmente rimarranno in fondo al mare. Troppo difficile se non impossibile trovarli (…), è come cercare un ago in un pagliaio spiegano dalla Capitaneria di porto di Livorno. Di fatto le ricerche si sono interrotte e come fanno sapere dal ministero dell’Ambiente non c’è strumentazione che permetta di trovarli

L’Enpa (Ente nazionale protezione animali) ha diffuso ieri un allarmato comunicato stampa: in fondo al Tirreno, nel Santuario dei Cetacei, una delle aree marine protette più importanti d’Europa

si trova una vera bomba ad orologeria che potrebbe avere effetti devastanti sia per la sopravvivenza degli abitanti del mare, sia per la salute dei cittadini (…) nei fusti dispersi sono contenute addirittura oltre 12 tonnellate di nichel e molibdeno, metalli altamente tossici che, se rilasciati nell’ambiente e trasportati dalle correnti, inquinerebbero – se tutto ciò’ non fosse già in corso – un vastissimo tratto di mare, causando un disastro di proporzioni inimmaginabili (…) nichel e molibdeno finirebbero inevitabilmente nella catena alimentare di uomini e animali

Donde l’appello accorato al ministero dell’Ambiente perchè trovi in qualche modo i soldi e i mezzi necessari a completare la bonifica.

Una sezione del sito dell’Arpa Toscana è dedicata ai bidoni. Gli aggiornamenti sulla vicenda sono fermi a diversi mesi fa e gli ultimi dati inseriti sono documenti di interesse più generale relativi all’inquinamento. Ci sono anche le analisi a campione sul pesce finito nelle reti dei pescatori, per verificare se hanno assorbito nichel e molibdeno. Quest’anno sono state effettuate una sola volta in febbraio: nessuna anomalia da segnalare.

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