Siria, “no all’intervento militare”

“La costruzione della pace passa solo attraverso un cessate il fuoco immediato. Il movimento pacifista italiano torni a farsi sentire: no all’intervento militare e sì a un nuovo tavolo delle trattative sul Mediterraneo”. Il presidente di Legambiente commenta le ultime notizie sulla situazione siriana e l’ipotesi sempre più probabile di attacco militare da parte di Stati Uniti e Francia.

di Legambiente 

bandiera siriaSiria: è sempre più probabile l’ipotesi di attacco militare da parte di Stati Uniti e Francia

“In questi anni, dalla Jugoslavia alla Libia passando per l’Iraq e l’Afghanistan, gli interventi militari non hanno mai riportato la pace e hanno causato, anzi, enormi ferite per la popolazione civile, che è sempre, ormai, la prima vittima dei conflitti. La condanna del crimine nell’uso dei gas chimici va quindi portata all’ONU e Assad va isolato dalla comunità internazionale che ha messo al bando quelle armi. Perché la costruzione della pace passa solo per un cessate il fuoco immediato, e non attraverso un nuovo intervento militare”.

Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza commenta le ultime notizie sulla situazione siriana e l’ipotesi sempre più probabile di attacco militare da parte di Stati Uniti e Francia: “Ciò che sta avvenendo nel Mediterraneo richiede la nostra immediata attenzione perché riguarda da vicino il futuro di tutta l’area – ha continuato Cogliati Dezza -, e mette a rischio la pace per tutti noi che su questo mare ci affacciamo. Come correttamente dichiarato anche dal ministro Bonino, ad un attacco senza mandato dell’Onu, la Siria ovviamente reagirà ed è nostro compito evitare il rischio di una pericolosa escalation.

Al regime disumano di Assad si è contrapposta infatti una risposta armata sempre più egemonizzata dagli estremismi islamici, così, ancora una volta, in questi ultimi anni, il Mediterraneo è tornato al centro degli equilibri internazionali, ma il suo essere culla di cultura e luogo di incontro non deve e non può essere cancellato dalla sete di potenza di qualcuno e dai giochi di scacchi delle grandi potenze.

Il movimento pacifista  italiano deve riprendere la parola – ha concluso il presidente di Legambiente – e tornare a dire ad alta voce cosa pensiamo sia utile per i siriani e per tutti i popoli del Mediterraneo: cessare il fuoco subito e avviare interventi di peacekeeping per portare le fazioni in campo al tavolo della trattativa”.

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