Il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di aprire una pagina per una “Consultazione” fra noi cittadini sulla strategia energetica da intraprendere a livello nazionale, come circolato da un email di Enzo di Salvatore.
Il link e’ qui, ed e’ abbastanza lungo e complicato. Secondo me e’ fatto non tanto a beneficio del cittadino medio, quanto per confondere le idee alla gente e per farci sentire piccoli e stupidi.
Si parla della SEN – una sigla che sta per “strategia energetica nazionale” e poi ci sono 24 domande.
.. Eh?
24 domande!
Addirittura!
24 domande che quasi ci vuole l’interprete – con parole auliche o scopiazzate dall’inglese in una sorta di linguaggio astruso in cui non si capisce niente.
Ma perche’ questi non possono scrivere in modo semplice, senza bisogno dell’azzecca garbugli?
O sono cosi’ tecnici che si inventano un linguaggio per conto loro? Ripeto, secondo me, e’ solo per sceneggiatura, e per farci sentire che la democrazia e’ cosa loro e non nostra, come se per dire cosa pensi devi sapere il significato di cose fuori dal linguaggio e dalle preoccupazioni comuni.
Si parla di “partenariato pubblico-privato”, del titolo V della Costituzione, senza ricordare cosa dice il titolo V della Costituzione, dell'”assetto corrente”, della modernizzazione del sistema di “governance”, del “mercato retail”, della “policy”, del “surplus di potenza”, della seconda e terza generazione di biocarburanti – e quali sarebbero di grazia? – del “mercato spot”, di “hub”, della “borsa gas liquida”, di “audit energetici”, di “trade-off”.
E che e’ sta roba? Ma l’Italiano normale questi lo sanno?
E al lattaio dell’Ohio di Montanelli, o alla casalinga di Voghera, hanno pensato?
Questo paese e’ loro tanto quanto lo e’ delle banche, caro Passera.
Perche’ non capiscono lorsignori professoroni che la democrazia e’ invece per tutti, e che occorre rendere il linguaggio accessibile a tutti, che occorre spiegare le cose in maniera chiara e facile, se veramente si vuol sentire il parere della gente, in modo costruttivo.
Una delle domande che mi fanno piu’ rabbia e’ questa:
“C18. Quali interventi privilegiare per la ristrutturazione e lo sviluppo del settore della raffinazione?”
“C20. Quali sono le azioni/iniziative, a livello nazionale, regionale e locale da adottare per favorire un maggiore coinvolgimento delle collettività e sviluppare un processo condiviso di accettazione pubblica dei progetti minerari?”
Il mio pensiero e’ semplice, ed e’ questo:
1. Non vogliamo essere bucati in lungo ed in largo e per nessuna ragione allo sfruttamento di monnezza petrolifera, inquinante e scadente – perche’ e’ questo che abbiamo nel nostro sottosuolo – e lo sanno pure i petrolieri;
2. Non vogliamo diventare un “autostrada del gas” o come piace dire a voi un “hub” per scorrimento a basso costo di metano dal Nord Africa al Nord Europa, con opere di stoccaggio e metanodotti in zone pericolose e sismiche e a beneficio di altre nazioni o di speculatori;
3. Non vogliamo essere una colonia delle ditte del petrolio che ci prendono di mira perche’ qui e’ la bonanza delle trivelle, che arrivano e distruggono tutto quello che di buono c’e’ gia’ sul territorio, lasciandoci dietro tre lire;
4. Non vogliamo piu’ raffinerie di nessun genere – ne abbiamo 18, la Novegia 2, con tutto il petrolio che tirano fuori. E per quelle che gia’ esistono vogliamo norme piu’ severe per i petrolieri, vogliamo multe a chi inquina, vogliamo bonifiche fatte a spese degli inquinatori e non della collettivita’;
Ecco, senza neanche una parola di inglese.
Facile facile.
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C1. La definizione degli obiettivi principali implica delle scelte di trade-off con altri obiettivi di politica energetica perseguibili. Quali eventuali obiettivi diversi dovrebbe indirizzare la SEN, tenendo conto del contesto internazionale e del punto di partenza del Paese?
C10. Aumento della liquidità sulla borsa gas: quali strumenti più idonei per favorire lo sviluppo di una borsa gas liquida e competitiva e incentivare lo spostamento di volumi significativi di gas verso di essa?
C7. In particolare per quanto riguarda i Certificati Bianchi, l’estensione dei soggetti obbligati anche a società di vendita (come in Francia o in Inghilterra) e/o ad altri operatori potrebbe aumentare il numero di soggetti direttamente coinvolti, risultare più “vicino” ai clienti finali e alle loro esigenze e quindi facilitare il raggiungimento degli obiettivi? Quali opportunità di revisione del meccanismo in questo ambito?