Ma il fiscal compact si è votato da solo?

Ma il fiscal compact si è votato da solo?

 di Alessandro Gilioli per L’Espresso

Avvicinandosi al 25 maggio, si scopre che per la prima volta dal 1979 queste saranno elezioni europee in cui si parlerà anche, se non soprattutto, di Europa.

Fino al turno scorso, le europee erano considerate una specie di super sondaggio per vedere come cambiavano i rapporti di forza tra i partiti italiani. Ancora nel 2009, qui da noi la campagna fu fatta tutta pro o contro il governo Berlusconi, che peraltro stravinse; il Pd, guidato dal baldo Franceschini, perse sette punti rispetto alle politiche dell’anno prima e il suo segretario parlò di “una buona base di partenza” (visto che adesso è ministro, in fondo aveva ragione: anche se non era chiarissimo, al tempo, che stava parlando per se stesso).

A questo giro invece si parlerà d’Europa, perché dopo cinque anni di “ce lo chiede l’Europa” anche il mio ortolano inizia a sospettare che cose come il Trattato di Lisbona e il Fiscal Compact vadano a impattare sulla sua vita un po’ di più rispetto allo sversamento di un punto percentuale tra questo e quel partito italiano. E chi non se n’è ancora accorto rischia di avvedersene molto presto, cioè nella prossima finanziaria. È curioso tuttavia notare come qui in Italia in parecchi si stiano avviando verso la campagna elettorale imbrogliando le carte sul passato.

Il fiscal compact, ad esempio, fu votato nel 2012 con i voti di Pdl, Pd (con l’unica eccezione di Vincenzo Vita) e Centro. Per una questione igienica, consiglio quindi a tutti gli esponenti e i candidati di questi partiti (inclusi quelli di Ncd e delle due Scelte Civiche, ovvio) di farci sapere, all’inizio di ogni loro comizio o comparsata televisiva, se rivendicano quel voto o se ne chiedono scusa. Non è che il fiscal compact si sia votato da solo, insomma.

E sarebbe interessante anche sapere come Il Pse, a cui aderisce il Pd, intende «uscire dall’austerità» (cosa che ora da quelle parti dicono un giorno sì e un giorno anche) restando all’interno delle regole che l’hanno provocata e che nel 2012 hanno voluto sia Schulz sia, da noi, il Pd.

Per quanto riguarda l’euro, poi, la situazione è ancora più grottesca, perché qui abbiamo Berlusconi, che lo introdusse con un suo governo ma ora lo attacca con sempre maggior frequenza, per raccogliere voti; e la Lega, che pure al tempo lo approvò nelle modalità in cui è stato introdotto, ma ora ci dice che è un crimine contro l’umanità.

Boh, vedete voi.

Io spero solo che di qui al 25 maggio ci sia un retrieval ininterrotto di tutti quelli che hanno prodotto una cosa (l’Europa così come è, con la sua moneta mal fatta e le sue regole pessime) e ora, per pescare voti nel malcontento, fischiettano facendo finta di non esserci mai stati.

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