L’Europa vieta tuttora all’Italia di vietare le borse di plastica, checché ne dica Galletti

borse di plastica e norme ue

Il maquillage istituzionale della realtà mi fa venire l’orticaria con eruzione cutanea verde. Tre giorni fa, il ministero dell’Ambiente ha pubblicato un trionfale comunicato stampa intitolato “Ue, Galletti: Vittoria italiana la normativa sugli shopper”. Vogliamo chiamare le cose col loro nome? Balle.

L’Ue non ha varato alcuna normativa per limitare l’uso delle borse di plastica per la spesa (variamente denominate buste o sacchetti nelle diverse regioni) e l’Italia sta attualmente fronteggiando un’azione legale da parte della Commissione europea per aver vietato quelle che non sono contemporaneamente biodegradabili e compostabili. L’unica novità è che una commissione del Parlamento europeo ha proposto una limitazione nell’uso delle borse di plastica: ma non esiste affatto una nuova normativa Ue.

come-riciclare-le-borse-di-plastica_65fd9fc19c4bde92bd238546d67cf22cL’Ue tuttora vieta all’Italia di vietare le borse di plastica per la spesa, e lo farà ancora a tempo indeterminato. Checchè ne dica il ministro. Le sanzioni italiane ai sacchetti di plastica esistono ma sono congelate dall’Ue: un bel riassunto aggiornato della contorta telenovela normativa è nell’ultima parte della mozione presentata pochi giorni fa dall’onorevole Migliore (Sel), tuttora in attesa di risposta, che chiede all’Italia di chiedere all’Eu di sbrigarsi a decidere. Quanti politici ci vogliono per cambiare il sacchetto della spesa?

L’Italia ha impiegato molti anni per partorire, con una botta di buonsenso, il divieto dei sacchetti di plastica che non siano contemporaneamente biodegradabili e compostabili: avete idea, vero, dei danni prodotti dalla plastica in generale e dai sacchetti in particolare? Ma il faro ispiratore dell’Ue è il libero mercato, non il buonsenso. Dunque l’Ue vuole la libera circolazione delle merci in un mercato omogeneo: omogeneo perfino nei sacchetti della spesa.

Il trionfale comunicato stampa del ministro dell’Ambiente sulla sedicente “vittoria italiana” nell’Ue a proposito dei sacchetti di plastica poggia solo ed esclusivamente su una proposta di direttiva approvata l’11 marzo dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo. La proposta dice che gli Stati dell’Unione europea dovrebbero ridurre il consumo dei sacchetti di plastica più comuni e più inquinanti del 50% entro il 2017 e dell’80% entro il 2019 (campa cavallo!), data dopo la quale i sacchetti di plastica usati per avvolgere gli alimenti dovrebbero essere sostituiti da sacchetti in carta riciclata o da sacchetti biodegradabili e compostabili.

Anche la Commissione europea ha espresso auspici in senso analogo nello scorso autunno. Ma ancora non basta. Dopo il voto della Commissione parlamentare, la proposta di direttiva sui sacchetti di plastica verrà ulteriormente sottoposta al voto dell’intero Parlamento europeo in aprile. Se anche il Parlamento europeo approverà, il suo voto vale notoriamente come il due di picche quando non è briscola: non ha funzioni legislative ma solo “colegislative”. Per cui la proposta passerà ulteriormente al vaglio del Consiglio d’Europa.

Orbene, il tutt’altro che decisivo voto della Commissione ambiente del Parlamento europeo sui sacchetti di plastica ha indotto il ministero dell’Ambiente a vergare questa prosa:

«L’approvazione della normativa europea sugli shopper è una vittoria italiana». Lo afferma il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti commentando la direttiva votata dalla commissione UE. «Il nostro paese infatti, non senza ostacoli e riserve a suo tempo dalla stessa Unione, ha anticipato nel 2011 quella che oggi è diventata norma per tutta l’Unione»

Per sapere come stanno davvero le cose, è più ragionevole leggere il quotidiano britannico Guardian: spiega che, se la proposta di direttiva verrà effettivamente approvata, gli Stati membri dell’Ue potranno applicare restrizioni e disincentivi anche pecuniari all’uso dei sacchetti di plastica; nel frattempo

Italy is currently facing legal action from the Commission, after launching Europe’s first plastic bag ban in 2011. But that case could be dropped if the new proposals get the green light.

L’Italia sta fronteggiando un’azione legale da parte della Commissione europea, dal momento che ha lanciato il primo divieto in Europa all’uso delle borse di plastica. Ma il caso potrebbe essere lasciata cadere se la nuova proposta otterrà il vialibera.

Confrontatelo con il comunicato stampa del ministero dell’Ambiente. Credo che anche a voi verrà l’orticaria con eruzione cutanea verde.

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