Le promesse del Rieccolo

Sembrava incredibile che Berlusconi potesse mantenere una promessa, una sola nella vita, l’ ultima. Infatti, rieccolo. In fondo a quattro mesi di sceneggiata, è ormai ufficiale che l’ investitura di Alfano era l’ ennesima pagliacciata. Il candidato del Pdl alle prossime elezioni sarà ancora lui, il Cavaliere. Chi l’ avrebbe detto? Tutti. Nella sua totale inaffidabilità, Berlusconi rimane un personaggio molto prevedibile. Basta pensare il contrario di quanto lui dice e nel giro di poche settimane arriva puntuale la conferma. Negli ultimi giorni ha ricominciato ad agire da leader. Nella sua visione, che consiste nel dire tutto e il contrario pur di occupare la scena. Ha proposto di uscire dall’ euro e di stampare moneta, poi di far uscire dall’ euro la Germania, infine ha ammesso che si trattava di una serie di scemenze. Insomma, stava preparando un’ altra campagna elettorale delle sue. Certo l’ età, sia pure per uno unto dal Signore e da Scapagnini, costituisce un ostacolo. Ma che volete, le televisioni vanno male, Alfano non esiste, Feltri risulta antipatico anche ad alcuni parenti. Non c’ erano molte alternative. È vero che se vincesse, ipotesi per fortuna remota, il patriarca del centrodestra potrebbe compensare nominando un governo di giovani. Magari perfino di minorenni. Dipende anche da come finiranno i processi. La ridiscesa in campo di Berlusconi, a 76 anni suonati, è comunque il simbolo di un’ Italia sempre aperta al nuovo e ansiosa di futuro. Vent’ anni fa, nella lettura storica del nostro, un orrido complotto di magistrati impedì al popolo sovrano di mantenere per altri vent’ anni una giù attempata classe politica di ladri e di corrotti. Una buona parte della quale si è comunque riciclata sotto le bandiere del nuovo. Oggi siamo alla vigilia di un altro trionfo dei gattopardi. I partiti della seconda repubblica hanno fallito, consegnando a un governo tecnico un paio di missioni rese impossibili da vent’ anni di cattiva politica: rimettere in ordine i conti dello Stato e far crescere l’ economia. In altri paesi a questo punto scoppia una rivoluzione e va al potere una generazione di trentenni. In Italia per ora il quadro è il seguente. Alle prossime elezioni si potrà scegliere fra gli stessi leader di vent’ anni fa, più o meno, ma con vent’ anni di più. Oppure puntare sulle strepitose novità rappresentate da un ex comico di 65 anni, che spopolava ai festival di Sanremo degli anni Ottanta, a fine repertorio. O ancora, nella più fortunata delle ipotesi, su Luca Montezemolo, altro simbolo dei favolosi Ottanta, che potrebbe scendere in campo vent’ anni dopo, come nei romanzi di Dumas. L’ anagrafe, si capisce, non costituisce di per sé un merito, come la stessa figura di Angelino Alfano si è incaricata di ricordarci. Ma farsi venire un paio di idee, vista la portata epocale della crisi, è chiedere troppo? Le idee di Berlusconi sono le stesse di vent’ anni fa, comprese la lotta agli ormai introvabili comunisti e le leggendarie riforme liberali. Sono tutte lì, ancora da realizzare dopo il più lungo e forte governo della storia repubblicana. Ma gli elettori del centrodestra ci si sono affezionati. Del resto, che il destino del centrodestra si sarebbe esaurito nella parabola biografica del leader l’ abbiamo scritto fin dal primo giorno. Nessuna sorpresa, dunque. Con la ridiscesa in campo, si completa il quadro della fantasmagorica campagna elettorale prossima ventura, all’ insegna di chi la spara più grossa. Era proprio quello che ci voleva, dopo una breve, ma faticosissima parentesi di serietà nella vita pubblica italiana. Il re buffone non poteva perdersi l’ ultimo show. – CURZIO MALTESE

da Repubblica.it

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