La scure del fisco sugli studenti

– Cinzia Gubbini –

Agli studenti della sapienza di Roma stanno arrivando richieste di rimborso delle tasse pesantissime. La denuncia: “Ignorati dal rettore”

Gli studenti della prima università di Roma, la Sapienza, stanno protestando da giorni. Ad alcuni di loro sono arrivate ingiunzioni di pagamento da parte della Agenzia delle Entrate perché non avrebbero dichiarato in modo esatto il loro reddito, e quindi avrebbero evaso le tasse.

Il fatto è che le dichiarazioni mendaci a volte riguardano piccole discrepanze: anche solo di 50 euro. La richiesta, però, è sproporzionata: alcuni di loro dovrebbero pagare, entro 30 giorni dalla comunicazione, cifre esorbitanti: dai 2 ai 4 mila euro. Una spesa insostenibile per la maggior parte di loro e delle loro famiglie.

Anche perché stiamo parlando di ingiunzioni arrivate alle fasce più basse di reddito. Se qualcuno che misteriosamente usufruisce delle borse di studio e poi ha stili di vita piuttosto alti è un classico delle università pubbliche, in questo caso stiamo parlando di persone a cui il fisco contesta di non aver dichiarato pochi soldi di differenza. Quindi, anche a un controllo “superiore” è venuto fuori che il reddito è più o meno quello. Non stiamo parlando di persone ricche che denunciano poco e frodano il fisco.

Tuttavia la “punizione” è pesantissima. D’altronde in qualche modo bisogna rimpinguare le casse dello Stato. Il calcolo della sanzione “si basa sul calcolo del 50% della seconda rata della fascia massima (34esima fascia corrispondente a un ISEE maggiore di 99 000 euro) più una sovratassa pari al doppio della tassa universitaria totale annua , il tutto da saldare entro 30 giorni dall’arrivo dell’ingiunzione”, spiegano gli studenti in un comunicato.

La pena in cui incorrono i presunti evasori fiscali, più volte minacciati di denuncia all’autorità giudiziaria, è il blocco della carriera universitaria, del recupero dei crediti e come se non bastasse l’esclusione per il futuro da agevolazioni allo studio come borse, riduzioni e calcolo delle tasse in base al reddito. Dopo diverse settimane di proteste continue sotto al rettorato non abbiamo avuto risposte e cosi il 30 maggio abbiamo deciso di contestare il “Magnifico” Rettore Frati durante una delle ridicole e quasi provocatorie conferenze sui giovani nel mondo del lavoro . Alla presenza di giornalisti, docenti ed altri illustri invitati, davanti alle nostre domande , il rettore non ha saputo dare risposte , contraddicendosi ripetutamente e cercando di sviare il discorso. Peccato che, pochi momenti prima della conferenza, l’avevamo incontrato solo per i viali della Sapienza e, sollecitato a spiegarci la situazione , aveva iniziato ad inveirci contro tacciandoci di evasione e minacciando di chiamare la finanza. “Questa truffa ai danni di un migliaio di studenti della Sapienza sembra non volersi fermare, come se non bastasse le multe continuano ad arrivare inesorabili. Tutto questo succede in un’ università martoriata da anni di tagli e riforme, dove viene smantellata ogni parvenza di diritto allo studio e in cui si mettono a valore saperi e persone in nome del profitto – continuano gli studenti nel loro comunicato – Nel frattempo le risorse a disposizione dell’amministrazione universitaria vengono utilizzate per appalti milionari, stipendi vertiginosi e malagestione dei soliti noti, il tutto camuffato da un bilancio annuale indecifrabile e non trasparente. Non accettiamo che all’interno dei numerosi CDA della Sapienza non si discuta mai dei problemi degli studenti ma si trattino solamente le operazioni di facciata legate al feudo di Frati e ai suoi scagnozzi. Chiediamo che vengano riviste le situazioni individuali di ogni studente , che vengano cancellate le multe erogate fino ad oggi e che vengano restituiti i soldi a chi per minaccia o disperazione è caduto vittima di questa truffa.”

http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=77854&typeb=0

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