CIA: l’Area 51 esiste davvero. Ma dove sono le astronavi aliene?

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Per la prima volta dalla sua esistenza, la CIA ammette ufficialmente l’esistenza della famosa Area 51, la base segretissima posizionata nel deserto del Nevada, Santo Graal per teorici della cospirazione e ufologi.Grazie alle norme previste dal Freedom of Information Act, la National Security Archive della George Town University ha pubblicato un rapporto della CIA di 355 pagine nel quale si parla in dettaglio della storia degli aerei spia U-2 e SR-71 tra il 1954 e il 1974, entrambi sviluppati e testati presso nella base super segreta.

 

Sebbene la diffusione del documento sia stata ripresa dalle maggiori reti di informazione mondiale, nel suo contenuto non è allegato nessun riferimento ad astronavi extraterrestri o di corpi alieni nascosti nella base, ma solo una mappa granulosa che mostra la posizione dell’Area 51. La richiesta della documentazione è stata rilasciata in risposta ad una richiesta presentata nel 2005 da Jeffrey T. Richelson, archivista della NSA. In origine, la CIA aveva rilasciato un documento nel quale erano stato censurato ogni riferimento all’Area 51. Il nuovo documento, invece, rivela praticamente tutto, tranne i nomi del personale militare e dei civili coinvolti. Eppure, come sottolinea Richelson, la posizione dell’Area 51 è stato un segreto non particolarmente curato. La base ‘segreta’ appare in immagini satellitari come Google Maps e Google Earth, così come nei libri di sorveglianza aerea. Infatti, ironia della sorte, l’Area 51 è stata la base più segreta degli Stati Uniti e, allo stesso tempo, la più conosciuta, diventando un affascinante oggetto di ricerca per ufologi e appassionati di fenomeni paranormali. I primi mezzi d’informazione ad occuparsi dell’Area 51 sono stati i telegiornali della KLASS-TV, un’emittente televisiva di Las Vegas affiliata alla CBS. I giornalisti hanno cominciato ad indagare sulle attività della base segreta all’inizio degli anni ’80, raccogliendo decine di testimonianze di ingegneri impiegati nell’impianto.

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Tuttavia, la base acquisisce notorietà a livello mondiale solo nel 1989, quando il giornalista della KLASS George Knapp intervistò un uomo, Bob Lazar, che affermava di aver lavorato su navi spaziali extraterrestri, suscitando l’interesse del grande pubblico. Lazar dichiarò di essere stato impiegato da un ramo non riconosciuto della Marina degli Stati Uniti (chiamato Dipartimento della Naval Intelligence) e di aver lavorato ad un sistema di propulsione aerea a partire da tecnologia non terrestre. Lazar alla fine decise di rivelare pubblicamente la sua esperienza e di diventare un informatore. Da quel momento sono stati prodotti innumerevoli libri, film, videogiochi e programmi TV. Per tutto questo tempo, il governo degli Stati Uniti non ha mai ammesso l’esistenza della base, riuscendo a convincere moltissime persone che questa non esistesse affatto. Almeno fino al rilascio di questo documento ufficiale, grazie al quale si è scoperto che chi affermava l’esistenza della base segreta nel deserto del Nevada non era vittima di allucinazioni. “Il riconoscimento ufficiale dell’Area 51 segna la fine del segreto d’ufficio”, spiega Richelson. “Si apre la possibilità futura che altri documenti possano essere rilasciati con meno censure e omissis”. John Greenwald, ricercatore indipendente e specialista nel richiedere documenti tramite il Freedom of Information Act, ha accumulato sul suo sito (blackvault.com) una delle più grandi collezioni di documenti governativi declassificati. Secondo Open Minds, Greenwald è rimasto alquanto stupito sull’enfasi posta sul documento appena rilasciato dalla CIA, dato che già esistono due documenti precedenti nei quali si fa riferimento all’area 51. Nel primo documento, ottenuto tramite una richiesta FOIA al Dipartimento per l’Energia, si afferma: (link)

“La superficie di 38 mila ettari, un tempo conosciuta come Area 51, è stata ritirata dall’uso pubblico più di 35 anni fa da parte della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti, predecessore del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti”.

L’altro documento, ottenuto dal National Reconnaissance Office (NRO), risale al 1962 e s’intitola “Osservazione aerea dell’Area 51”. Il documento raccomanda il sorvolo dell’Area 51 con un aereo spia U-2, al fine di valutare ciò che i sovietici russi avrebbero potuto vedere se avessero scattato immagini con il satellite Sputnik da poco lanciato nello spazio.

Quei ricercatori di vita extraterrestre morti in circostanze misteriose…

UFO scovato su Google Maps nei pressi dell’Area 51 e Area S4

Area 51 e UFO

E’ interessante notare che il documento della CIA fa un piccolo riferimento agli UFO nella sezione intitolata “U-2, UFO e Operazione Blue Book”. Nella sezione si dice che, una volta cominciate le prove di volo dell’U-2 a metà degli anni ’50, si è registrato un aumento degli avvistamenti UFO. “Questo, a sua volta, ha portato alla creazione dell’operazione Blue Book da parte dell’Air Force”, afferma il documento.

“Test ad alta quota degli U-2 hanno portato ad un inaspettato aumento di segnalazioni di oggetti volanti non identificati. […]. Avendo gli U-2 la capacità di volare a 60 mila piedi, i controllori del traffico aereo hanno cominciato a ricevere un numero crescente di avvistamenti UFO”.

Secondo il giornalista investigativo Alejandro Rojas, si tratterebbe di affermazioni tendenziose, destinate a creare un collegamento indebito tra i test dell’U-2 e gli avvistamenti UFO. Il ‘Project Blue Book’, infatti, fu avviato dall’Air Force nel 1951, al fine di indagare ufficialmente sul fenomeno UFO, ed era in realtà già il terzo progetto dell’Air Force. Il primo fu il ‘Project Sign’, istituito nel 1948, il quale poi divenne nel 1949 il ‘Project Grudge’, ed infine, nel 1951, ‘Project Blue Book’.

Il miglior resoconto, per quanto riguarda l’inizio della ricerca ufficiale sugli UFO da parte dell’Air Force, è stata scritta da Edward J. Ruppelt, l’ufficiale incaricato del coordinamento del Project Blue Book.
Ruppelt, l’uomo che ha coniato il termine ‘Oggetto Volante non Identificato‘, nel libro raccoglie tutte le sue esperienze, allo stesso modo in cui avrebbe scritto un rapporto per i suoi superiori. Così scrive l’ufficiale:

“E’ ben noto che fin da quando il primo disco volante è stato segnalato nel giugno del 1947, l’Air Force ha sempre negato ufficialmente prove dell’esistenza di una nave spaziale extraterrestre. Ma ciò che non è noto è che questa conclusione è ben lungi dall’essere unanime tra i militari e i loro consulenti scientifici, così le indagini sugli UFO continuano”.

Nel documento della CIA non vi è altra menzione di UFO e alieni nell’Area 51, ma Greenwald spera di poter trovare le prove che sta cercando inoltrando nuove richieste FOIA per i documenti declassificati. Fino ad allora, il suo lavoro, e quello svolto dal National Security Archive, continuerà a mettere lentamente insieme i pezzi del puzzle, fino ad ottenere il quadro completo sulla questione UFO.

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