Celiachia, siamo tutti intolleranti al glutine?

celiachia_diabeteCrescono le malattie autoimmunitarie come la celiachia ma quale causa scatena questa risposta del sistema immunitario?

Negli Usa, 1 americano su 3 evita l’assunzione di alimenti con glutine, una proteina presente nel grano, orzo e segale e di conseguenza si sono moltiplicate le offerte di menù e alimenti senza glutine.

In molti, dunque, pur non essendo celiaci o intolleranti al glutine preferiscono evitarlo, poiché sostengono che l’uomo non si è evoluto abbastanza per adattarvisi. L’agricoltura è stata iniziata circa 12.000 anni fa, ovvero un tempo considerato non sufficiente per l’evoluzione poiché gli esseri umani sarebbero più cacciatori-raccoglitori che non mangiatori di alimenti a base di glutine, tanto che alcune perone sviluppano la celiachia, intolleranza al glutine o semplicemente trovano gli alimenti che lo contengono non gradevoli.

Ma per molti scienziati non ci sono prove significative a sostegno di questa teoria, piuttosto per gli studiosi il vero problema risiede nel sistema immunitario umano diventato eccessivamente sensibile.

Il grano fu addomesticato nel sud-est dell’Anatolia, circa 11.000 anni fa, mentre resti rinvenuti in Israele, nel sito Ohalo II, hanno indicato che gli esseri umani hanno iniziato a nutrirsi di cereali selvatici, come l’orzo e il grano, oltre 23 mila anni fa.

D’altronde anche con il latte c’è stato bisogno di avere un periodo di adattamento per digerire il lattosio, uno zucchero del latte. Molte persone però hanno smesso di produrre l’enzima che scompone il lattosio – chiamato lattasi – in età adulta. Queste persone se assumono latte possono soffrire di gonfiore e diarrea; di contro alcune popolazioni si sono evolute con la persistenza della lattasi, ovvero geneticamente sono in grado di produrre l’enzima della lattasi anche in età adulta, il che gli permette di digerire il latte.

Dunque l’adattamento si è svolto in pochi millenni: quindi, se è successo con il latte, perché non con il grano?

Spiega Sarah A. Tishkoff, genetista presso l’Università della Pennsylvania che studia la persistenza della lattasi:

Se mangiare grano non era tollerato dall’uomo com’è possibile che per 10 mila anni l’umanità l’abbia tollerato?

La celiachia può causare gravi problemi di salute, dall’arresto della crescita all’osteoporosi e colpisce appena l’1 per cento della popolazione. Per i genetisti però questa differenza può portare vantaggi rispetto a coloro che non soffrono di celiachia.

Il Dr. Barreiro dell’Università di Montreal, ha osservato questo modello in molti geni associati a disturbi autoimmuni. Sono diventati più comune negli ultimi millenni: aumentata la popolazione, aumentata l’agricoltura e l’allevamento di animali si è intensificata anche l’esposizione agli agenti patogeni il che ha amplificato la risposta immunitaria che ha accresciuto la sopravvivenza della nostra specie.

In sostanza, l’umanità è stata selezionata in base alla risposta agli agenti patogeni e sono sopravvissuti quegli individui con un patrimonio immunitario più ricco, il che ha aumentato anche la crescita delle malattie autoimmuni. Oggi i vantaggi di avere questi geni che garantiscono una migliore sopravvivenza, potrebbero avere superato i benefici portando alle malattie autoimmuni. Ma c’è un’altra possibilità: forse questi geni non sempre provocano il sistema immunitario abbastanza da arrivare alla malattia autoimmune.

Donald D. Kasarda, uno scienziato con il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha sfatato un’altro mito: le cultivar del passato hanno un’analogo contenuto proteico dei raccolti di grano risalenti a quasi un secolo fa, dunque oggi non ingeriamo più glutine rispetto al passato. Mangiamo più grano, allora? Il consumo di grano è aumentato dal 1970, secondo l’USDA, ma nel XIX secolo gli americani consumavano pro capite il doppio di grano rispetto a oggi, mentre i disturbi della disfunzione immunitaria sono aumentati: siamo più sensibili ai pollini (febbre da fieno), ai nostri microbi (malattia infiammatoria intestinale) ai nostri tessuti (sclerosi multipla).

Forse la dieta occidentale ricca di grassi e zuccheri, sempre più riconosciuta come pro-infiammatoria, è in parte responsabile. Ma qualunque sia la risposta finale, sappiamo che c’è un problema molto reale: il sistema immunitario dell’uomo contemporaneo sembra essere andato in tilt. Forse dovremmo smettere di chiederci cosa c’è di sbagliato nel grano e iniziare a chiederci cosa c’è che non va in noi.

Via | NYT
Foto | Jodimichelle@flickr

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