Può curare molte patologie. Ma nel nostro Paese l’Asl paga solo per i malati di sclerosi multipla. Gli altri sono costretti a spendere fino a 600 euro. Ora un ddl punta a cambiare le regole.
Nessuna liberalizzazione, piuttosto una legalizzazione della cannabis che si basi su controlli rigorosi. Solo così sarebbe possibile ampliare in Italia l’uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi, non solo per la sclerosi multipla, unica patologia per la quale è autorizzato al commercio un farmaco nel nostro Paese.
Il ddl è arrivato dopo l’apertura del Consiglio comunale di Torino all’uso terapeutico, seguita a ruota da vari esponenti del mondo politico, primo fra tutti Roberto Formigoni. Senza contare che il 2014 si è aperto con la legalizzazione della vendita di marijuana per fini ricreativi in Colorado negli Stati Uniti.
Ecco alcune informazioni per sapere come è regolamentato in Italia l’uso terapeutico della cannabis ..
1. La cannabis è utilizzata in un’ampia gamma di terapie
Non solo terapia del dolore, ma anche controllo della pressione sanguigna dell’occhio, cura dell’asma bronchiale e dell’espilessia notturna.
L’efficacia dei farmaci cannabinoidi, cioè derivati dal principio attivo della pianta della cannabis, è riconosciuta in medicina fin dalla fine del XIX secolo. I prodotti derivati hanno proprietà analgesiche e antiematiche, cioè aiutano a contrastare nausee e vomito, soprattutto nei pazienti affetti da tumori. Sono poi utilizzati per il trattamento dell’asma e per controllare la pressione sanguigna dell’occhio ed evitare i glaucomi.
Inoltre sono utilizzati per il trattamento dei dolori muscolari e per il controllo di alcuni sintomi di patologie neurodegenerative, prima fra tutte la sclerosi multipla, e per pazienti con lesioni midollari. Recenti ricerche hanno evidenziato che la cannabis stimola l’appetito nei malati di Aids.
Si tratta di uno spray orale che contiene l’estratto di un principio attivo, il delta-9 tetraidrocannabinolo o Thc, che si trova nelle foglie e nei fiori della pianta di cannabis.
Veneto, Toscana e Puglia hanno disciplinato la modalità di somministrazione, ma il sistema è farraginoso: la prescrizione del medico finisce alla Asl, da qui in Regione, che interessa il ministero. Quest’ultimo a sua volta si occupa di acquistare il prodotto all’estero.
Negli Stati Uniti fu la California nel 1996 a essere il primo Stato, seguito da altri 19, ad approvare normative che contemplano l’esenzione dal divieto per uso medico.
I più fortunati? Spagna, Olanda, Portogallo e Repubblica Ceca dove il consumo di cannabis è perfettamente legale.
Inoltre si includono anche le «persone giuridiche private» tra i soggetti autorizzati alla coltivazione di piante di cannabis. È questo l’aspetto che più preoccupa Scaioli.
Nel testo si semplificano poi le modalità di importazione, consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci, disciplinandone anche la somministrazione ospedaliera, e si prevede di individuare «aree idonee» alla coltivazione per far fronte al fabbisogno nazionale.
Il testo introduce infine una specifica causa di non punibilità (anche sotto il profilo amministrativo) di chi si procuri o disponga di cannabis a fini terapeutici.
……Il decreto modifica l’articolo R. 5132-86 del codice della sanità pubblica in materia di cannabis per consentire alla ANSM di concedere delle autorizzazioni per il mercato farmaceutico basato sul Cannabis o suoi derivati, e permettere le operazioni di fabbricazione, trasporto, importazione, esportazione, possesso, fornitura, trasferimento, acquisizione, o di impieghi relativi a queste specialità, in conformità alla Direttiva Europea 2001/83/CE.
Tratto e tradotto da: sensiseeds.com
E da: www.alchimiaweb.com