Barnard: perché la verità non avrà mai spazio in televisione

tv_turnoff«Voi vi siete accorti di aver un presidente del consiglio? Io no. Letta non è, è nulla, non so come dire: impalpabile, aria fritta, un ologramma pallido». Paolo Barnard guarda oltralpe: «I francesi si sono accorti che per fare pareggio di bilancio e per arrivare al 3% di deficit dovrebbero devastare tutta la loro piccola, media e grande industria nazionale, imponendole tasse impossibili». Così, il ministro francese delle finanze, Pierre Moscovici, ha avvertito Draghi, la Commissione Europea e la Germania: la Francia non rispetterà né il pareggio di bilancio né il contenimento del deficit entro il 3% del Pil. «Poi ci siamo noi, quelli che fanno pietà, con l’ologramma pallido che ci guida», incapace di spendere – per ricostruire l’Aquila – lo 0,1% di quello che spenderanno i francesi. Insieme all’Aquila, «rimarranno distrutti i nostri imprenditori tassati dal 50 al 70%, i nostri disoccupati, la nostra economia». Con il contributo decisivo di chi depista l’informazione: i media, che oscurano la verità e puntano tutto su intrattenitori finto-alternativi.

«Perché un Santoro lascia Sgarbi latrare sputi e catarro in prima serata contro Travaglio, e se ne compiace pure?», scrive Barnard sul suo blog. Lo Travagliostudio di Floris «si fa pollaio», e persino Paragone lascia campo libero a «sputi e catarro per un’ora, in prima serata, sempre tra il fighetto Travaglio e la pasionaria del Berlusca», Daniela Santanché. «Perché la Tv ci propina questo trash», ancora e sempre? Perché «lo vuole la gente», e quindi la pubblicità e la visibilità di rimando sul web. E’ il pubblico che vuole «il fighetto di cui sopra, che spara battutine indegne dei soldi che lo paghiamo e che da 15 anni ignora cosa veramente distrugge il paese». E’ la gente che «vuole i boati gastrici di Beppe Grillo, che farebbe una briscola della meccanica quantistica e che non capisce mai niente di quello di cui sbraita». Barnard ricorda un dirigente della Bbc, che trasmise un servizio sulla carestia in Africa alla vigilia di Natale. E l’Auditel? «Dice che sono gli inglesi a volerlo». Gli inglesi. «Capite? Non è un altro mondo, è un altro universo».

 

Un importante talk show di Canale 5 ha dedicato un servizio ai cosiddetti nuovi guru dell’informazione alternativa, quelli che non compaiono sui mass media ma che hanno un seguito in Rete: oltre a Barnard il professor Paolo Becchi, Giulietto Chiesa, l’economista Alberto Bagnai. «Ma non ci invitano, e i quotidiani importanti non ci intervistano, né accettano nostri contributi, e lo stesso fanno le radio che contano», scrive Barnard. «Motivo per cui noi cosiddetti guru alternativi rimaniamo nel limbo di un’audience da poche migliaia», mentre i Travaglio, Guzzanti, Gomez, Grillo e Gabanelli viaggiano sui milioni di lettori, ascoltatori e spettatori, è che la nicchia dei “guru” non sposterebbe audience. Già collaboratore di Santoro e poi co-fondatore di “Report” con la Gabanelli, Barnard precisa: «Capitelo chiaro: io sono la peste Santoronera per chiunque, ero nei media nazionali e mi ci hanno cacciato. Non mi riprenderanno mai più. Punto».

 

Il mainstream fa la guardia alla sua verità, con i suoi dicitori: la gazzarra infinita su Berlusconi serve esattamente a oscurare le vere cause della catastrofe economica, il “golpe” della finanza mondiale, la rapina organizzata dall’élite euro-atlantica col sequestro della sovranità economica e lo smantellamento dello Stato, che produce il crollo dell’economia determinato proprio dal taglio europeo della spesa pubblica. «Chi è portatore di un contenuto sociale di estrema urgenza e importanza – ribadisce Barnard – deve avere la maggior audience possibile. Il femminismo ha sfondato l’orrore retrivo delle società maschiliste solo quando i grandi quotidiani diedero spazio al sacrificio delle prime femministe negli anni ’20. E Greenpeace era un gruppo di sfigati che mandavano newsletter a quattro gatti, ma è diventato un fenomeno mondiale e ha cambiato la storia solo quando attraverso i loro exploit acrobatici e massmediatici hanno raggiunto audience di centinaia di milioni». Per ora, conclude il giornalista, i cosiddetti “guru dell’alternativa” sono perdenti, relegati sul web, ancora «sostanzialmente ignorati dal grande pubblico». Il fortino del mainstream continuerà ancora a parlarci di Letta e Grillo, coprendo il rumore della carneficina che sta spolpando l’Italia giorno per giorno.

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