#StopTTIP: una breve introduzione

da Stop-TTIP.org

In vista della prossima manifestazione nazionale, che si terrà il 7 maggio a Roma, per contestare i cosiddetti “Trattati di libero scambio” come il CETA, il TTIP e il TISA, pubblichiamo una sintetica introduzione al tema che ne spiega le motivazioni. Buona lettura. (pfdi) ***

Questa breve introduzione spiega, in meno di cinque minuti, le ragioni principali per le quali TTIP e CETA sono una minaccia per le molte cose che apprezziamo e di cui abbiamo bisogno. Cominciamo:

L’Unione Europea ha intenzione, entro breve tempo, di sottoscrivere due cruciali accordi commerciali: uno con il Canada (CETA = Accordo Generale per l’Economia ed il Commercio) ed uno con gli Stati Uniti (TTIP = Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti). La motivazione ufficiale sostiene che gli accordi porteranno alla creazione di posti di lavoro ed alla crescita economica. Tuttavia, più che i cittadini, è altamente probabile che saranno le grandi multinazionali a trarre il grosso dei vantaggi da questi accordi. E queste ne sono le principali ragioni:

 

Gli investitori potranno fare causa agli Stati.

Il cosiddetto Investor-State-Dispute-Settlement (ISDS) ovvero l’organismo preposto a risolvere le cause tra investitori e Stati – attualmente mascherato come il modello EU dell’Investment Court System (ICS) o sistema giudiziario degli investimenti – dovrà garantire agli investitori stranieri (in base a questi accordi, Canada e Stati Uniti) il diritto di citare in giudizio gli Stati Europei qualora ritengano che i loro investimenti e profitti siano stati compromessi da leggi o regolamenti dell’Unione Europea o dei suoi Stati Membri; incluse quelle leggi e regolamenti emanati a tutela degli interessi collettivi quali la protezione dell’ambiente e la tutela del consumatore.

 

Le multinazionali saranno coinvolte nella stesura di nuove leggi.

La cosiddetta “cooperazione per le regole” consentirà agli emissari delle grandi compagnie ed ai burocrati di entrambi i lati dell’Atlantico di influenzare i progetti di legge persino nelle commissioni proponenti, prima ancora che vengano discusse nei Parlamenti eletti, facendosi beffe dei percorsi democratici.

 

Le grandi multinazionali stanno esercitando un’influenza eccessiva sui negoziati segreti per il CETA e il TTIP.

Nel 92% di tutte le riunioni con le parti interessate che la Commissione Europea ha tenuto nella fase preparatoria per il TTIP, sono stati ascoltati soltanto i rappresentanti delle aziende. Solo in pochissimi casi sono stati invitati ad esprimere le loro opinioni i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni dei consumatori. L’influenza delle grandi aziende persiste durante i negoziati: persino alcune espressioni nelle bozze di testo filtrate al pubblico sono prese pari pari dai lobbyisti aziendali.

 

Le trattative di negoziazione vengono condotte nella segretezza.

I nostri rappresentanti ufficiali poco conoscono in merito ai progressi delle trattative, mentre ai cittadini Europei addirittura, non sarà consentito visionare nessuna delle bozze di accordo ufficiale sino alla conclusione delle negoziazioni. Ai Parlamentari Europei è consentito leggere questi interminabili documenti legali (l’accordo CETA, per esempio, è un documento di 1500 pagine!) solamente all’interno di apposite sale di lettura e senza l’aiuto di esperti. E non potranno neppure diffondere pubblicamente le informazioni che hanno letto. Una volta che le negoziazioni saranno terminate, i Parlamentari Europei non potranno chiedere nessun emendamento ma potranno solo accettare o respingere l’intero accordo.

 

Gli standard qualitativi degli alimenti e la protezione dei consumatori potrebbero essere indeboliti.

Attraverso l’allineamento delle normative, a cui punta il TTIP, gli standard europei sono a rischio, in quanto gli standard degli USA sono spesso meno restrittivi in maniera sostanziale. Inoltre, gli USA vogliono che l’Unione Europea accetti il loro approccio alla valutazione del rischio, che consente la vendita di qualsivoglia prodotto fino a quando lo Stato non sia in grado di dimostrarne la nocività. Attualmente, in Europa le aziende devono dimostrare la sicurezza dei loro prodotti prima di immetterli sul mercato.

 

I diritti dei lavoratori ed i posti di lavoro sono minacciati.

Gli stati uniti da sempre rifiutano di riconoscere alcuni diritti fondamentali dei lavoratori (due degli otto principi essenziali del lavoro stabiliti dall’ILO, l’Organizzazione Mondiale dei Lavoratori) e la “corsa al ribasso” innescata dal TTIP potrebbe compromettere i diritti dei lavoratori Europei. Inoltre, la maggiore competitività dei mercati del lavoro con minori diritti, potrebbe portare a ingenti perdite di posti di lavoro nell’UE. Uno studio pubblicato dalla Ttfts Universiti (USA) afferma che 600,000 posti di lavoro potrebbero andare persi a causa del TTIP.

 

Le nazioni europee verrebbero sottoposte a pressioni per consentire l’uso di tecnologie ad alto rischio come il fracking o le tecnologie legate agli OGM.

Il TTIP e/o il CETA permetterebbero alle aziende di portare i governi ad arbitrati , nel caso in cui essi regolamentino o proibiscano l’utilizzo di tecnologie ad alto rischio. Nel 2013 la Lone Pine, compagnia petrolifera e di estrazione del gas, citò in giudizio il Canada chiedendo un risarcimento di 250 milioni di dollari, dopo che lo Stato del Quebec aveva promulgato una moratoria sul fracking. Il TTIP e il CETA apriranno la strada per un numero sempre crescente di questo tipo di cause legali.

 

CETA e TTIP accresceranno ulteriormente le ineguaglianze.

Le persone già agiate ricaveranno i massimi profitti da CETA e TTIP. Le grandi società acquisiranno ancor più vantaggi rispetto alle piccole e medie imprese e ai privati cittadini. Probabilmente la crisi economica della UE aumenterà ancor più, dato che gli stati membri più competitivi incasseranno il massimo della potenziale crescita del PIL. I paesi periferici dell’UE, che già dipendono fortemente dai capitali stranieri, rischiano di perdere posti di lavoro di qualità e e investimenti sostenibili. Su scala globale, l’ineguaglianza tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo crescerà ancora di più, mentre studi prevedono nei paesi terzi drammatiche cadute di PIL e perdite occupazionali.

 

Liberalizzazioni e privatizzazioni diventeranno strade a senso unico.

CETA e TTIP renderanno molto più complicato – se non praticamente impossibile – il ritorno in mani pubbliche dei servizi di pubblica utilità, degli ospedali o del servizio di gestione dei rifiuti, una volta che questi saranno stati affidati ad operatori privati.

 

Per maggiori informazioni: leggete altri documenti dettagliati sul TTIP e il CETA o consultate la documentazione di studi.

 

Manifestazione del 7 Maggio a Roma
 

Fonte: http://stop-ttip.org

Visto qui

 

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