Tu mi chiedi perché sono vegan

Vegan-Tacos-8“Non sappiamo come o dove la volontà di vivere sia programmata nelle cellule, ma è un fatto che nessun organismo sarà mai disposto a rinunciare facilmente alla propria vita. Se provate ad uccidere il più primitivo degli organismi, quel batterio non dirà ‘Va bene, aspetterò che tu mi uccida’, ma metterà in atto ogni manovra di fuga in suo potere per sostenere la sua sopravvivenza.” (B.Lipton)

Tu mi chiedi perché sono vegan

Tu mi chiedi perché sono vegan.

Dietro ogni “prodotto” di origine animale, nessuno escluso, si nasconde una storia di violenza inimmaginabile, fatta di schiavitù, sadismo, maltrattamenti, sangue. Chiunque, se ne ha voglia e coraggio, oggi può facilmente documentarsi su questo fatto. Questa storia non risparmia nessun animale che sia in qualche modo sfruttabile. Non risparmia cuccioli o vecchi. Malati o sani. Belli o brutti. No. (La crudeltà sembra l’unica caratteristica o attività umana realmente democratica).
Io non voglio scrivere questa storia e non voglio delegare altri a scriverla per me. Che differenza farebbe?
Che senso ha predicare la pace nel mondo se noi per primi provochiamo in modo premeditato, cosciente e sistematico un olocausto senza fine, che vede come vittime ogni anno miliardi di creature indifese? Che senso ha parlare di morale quando abbiamo le nostre mani insanguinate e i nostri stomaci infettati dalla morte? Noi facciamo nascere creature senzienti al solo scopo di torturarle ed ucciderle. È un dato di fatto. Ci può essere una cosa più perversa di questa? Eppure andiamo a predicare la pace nel mondo! Eppure ancora ci appelliamo a un giusto (o necessario!) sacrificio, a patto che il sacrificio non riguardi noi o i nostri cari. Oppure ci appelliamo ancora alla sofferenza dell’insalata, dimostrandoci al contempo insensibili all’angoscia di una madre che vede sgozzato il proprio piccolo (una domanda: avete mai conosciuto qualcuno che avesse una patata da compagnia?). Oppure ci appelliamo alla crudeltà della tigre. Ma noi non siamo tigri, siamo abitanti ipernutriti di una giungla fatta di cemento e stracolma di opportunità e di possibilità di scelta.

ANIMAL-RIGHTS

Credete davvero che quella sofferenza sia una cosa che non ci riguarda? Come potete non accorgervi che tutto il dolore che provochiamo ogni minuto grazie alla nostra arroganza ed ignoranza non è in alcun modo separato dalla situazione di degrado morale e spirituale che ci troviamo a vivere? Come potete non accorgervi che la nostra salute dipende direttamente da un’alimentazione assolutamente inadatta al nostro corpo? Pensate davvero sia normale che gli ospedali siano così pieni? Ma non era la società del benessere? Ma forse ci riferiamo al benessere delle case farmaceutiche! La verità è che tutta quella sofferenza è nel tuo piatto, adesso, e poi nella tua bocca, e poi nel tuo stomaco, e poi farà parte di te, delle tue cellule, dei tuoi pensieri, della tua vita.
Noi uomini del mondo civilizzato siamo gli esseri più schiavi e prigionieri che esistano, e ci riempiamo la bocca con parole come “libertà”  e “pace” davanti agli scaffali pieni degli ipermercati. Ma quegli scaffali sono la nostra condanna all’ignoranza, non la nostra libertà. Sono la nostra prigione più sicura, non il nostro benessere. E quella gabbia non è più grande di quella in cui costringiamo, in modi alienanti, schiere interminabili di galline per obbligarle a fare uova, e quindi pulcini, gran parte dei quali verranno immediatamente macinati vivi. Noi, che come ciechi vaghiamo nei corridoi straripanti colori,  luci e suoni, non ci accorgiamo di quanto siamo lontani dalla nostra natura, e non sentiamo urlare le foreste che giornalmente vengono abbattute, non sentiamo il lamento dei vitelli che non possono bere il latte dalle proprie mamme, non sentiamo la voce di miliardi di gole soffocate dai nostri coltelli. A noi bastano quelle luci, quei colori, quei suoni. Vadano pure la Terra e i suoi abitanti (noi compresi) a farsi benedire!

Noi siamo chiaramente parte dell’Universo, non un ripensamento aggiunto il cui compito è di “conquistare” la Natura. (B.Lipton)

Non basta allontanare dai nostri occhi i luoghi di detenzione e morte degli animali per salvare la nostra anima dalla verità. Non basta che le foreste che giornalmente vengono rase al suolo siano in posti esotici e remoti. Non basta voltarsi dall’altra parte per fare in modo che gli oceani, come d’incanto, tornino azzurri e limpidi nel periodo delle sospirate vacanze. Non ha senso ferire e poi lamentarsi del dolore provocato. È tutto collegato. Ognuno di noi prende parte a questa immane tragedia e ne paga, prima o poi, le conseguenze. Così come i nostri figli, che si ritroveranno una Terra ansimante e asfittica, e ci chiederanno dove eravamo quando accadeva tutto questo. Forse davanti ad una bella tavola imbandita! O a lamentarci del mare inquinato e dell’aria irrespirabile.

Tu mi chiedi perché sono vegan. Io chiedo a te come puoi non esserlo.

L’altro giorno mi è capitato di leggere questa frase:

“Ognuno di noi può vivere in due modi: con le mani sugli occhi o con le mani sul cuore.”

Per molti anni ho vissuto con le mani sugli occhi. Ma adesso che le ho tolte, la mia anima e il mio corpo non possono che ribellarsi profondamente di fronte ad un’ingiustizia del genere. Ho visto che la Terra ha bisogno del mio impegno, così come del tuo.

Non basta desiderare un mondo migliore, se non siamo disposti a vivere noi stessi in modo migliore.

Ecco perché sono vegan.

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