Toccare il fondo con le armi chimiche usate dai ribelli in Siria

1175328Non vi è dubbio che i ribelli siriani, tra cui gli affiliati ad al-Qaida di Jabhat al-Nusra, siano in possesso di armi chimiche in Siria e che le abbiano usate contro i civili e le forze governative siriane. Per l’intelligence degli Stati Uniti, l’uso da parte delle forze siriane di armi chimiche è, secondo la CBS News, stata valutata con “scarsa e moderata” fiducia, difficilmente abbastanza credibile per indurre gli USA ad attaccare la Siria. Il governo russo ha fornito un rapporto di 100 pagine alle Nazioni Unite, che dimostra che i ribelli siriani hanno condotto un attacco chimico contro Khan al-Assal, nel nord della Siria, il 19 marzo. Esperti russi hanno concluso che il razzo usato dai ribelli non era un armamento standard preso dagli arsenali siriani e che, quindi, non era opera dei militari siriani. Il razzo è stato definito ‘artigianale’ dagli specialisti russi e le sostanze chimiche presenti in campioni del terreno, sarin e fluorofosfatato diisopropilico, non sarebbero state fabbricate in un ‘ambiente industriale’ standard. Il capo del team delle Nazioni Unite che indaga sulle armi chimiche usate nella guerra civile siriana, la svizzera Carla del Ponte, aveva detto a maggio che vi erano prove che i ribelli siriani avevano usato il gas nervino sarin.

Da dove proverrebbero questi prodotti chimici?
Una probabile fonte è il Threat Reduction Agency Defense (DTRA), Centro per la ricerca sulla salute pubblica finanziato da Richard G. Lugar, presso Tbilisi, Georgia, nel comune di Alekseeva. Si tratta di una struttura che opera come centro di ricerca civile per la guerra biologica, ma che ha anche magazzini con armi chimiche acquistate dai depositi scoperti in alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica. La DTRA è responsabile del controllo della distruzione delle armi di distruzione di massa (WMD) in tutto il mondo. Tuttavia, la struttura di Tbilisi, conosciuta anche come Central Public Health Reference Library, è anche strettamente legata alla Defence Intelligence Agency statunitense (DIA) e all’U.S. Army Medical Research Institute for Infectious Diseases (USAMRIID) di Fort Detrick, nel Maryland. I linguisti russi dell’intelligence statunitense che lavorano per la DIA vengono assegnati alla struttura in Georgia. Fonti dell’intelligence mediorientale riferiscono che la Lugar Center è la probabile origine degli ordigni ‘artigianali’ e delle sostanze chimiche ‘non standard’, aggiungendo che sono stati trasportati in Siria dai guerriglieri ceceni che lavorano per la CIA. Ordigni e sostanze del Center Lugar sono stati utilizzati dai ribelli anche contro i civili a Ghuta,  sobborgo di Damasco, il 21 agosto.
A maggio, la sicurezza turca arrestò dei guerriglieri aderenti ad al-Nusra, vicino al confine turco-siriano, con un contenitore di gas nervino sarin. Tuttavia, avrebbe scarsa veridicità il video postato su YouTube che mostrerebbe ribelli siriani sparare proiettili chimici dalla punta blu, in Siria. Il video afferma che l’arma chimica è stata: “Schierata da una struttura di ricerca controllata dal governo degli Stati Uniti, il Jack Kemp Research Facility, dal nome di un senatore statunitense. Le armi sono molto simili a quelle che furono costruite da Saddam Hussein”. La narrazione implica che l’arma provenisse dalle scorte trasferite in Georgia dall’Iraq. Tuttavia, l’impianto in Georgia prende il nome da Richard Lugar, ex senatore repubblicano dell’Indiana. Jack Kemp era un repubblicano del Congresso degli Stati Uniti di New York. Quando fu inaugurato nel marzo 2011, alla dedica ufficiale parteciparono Andrew Weber, assistente del segretario alla Difesa per i programmi di difesa nucleare, biologica e chimica, e l’ambasciatore degli Stati Uniti a Tbilisi John Bass. Non estraneo alle operazioni segrete, Bass è stato consulente speciale del vicepresidente Dick Cheney, nel 2004-2005. Tali disinformazione e ‘operazioni d’informazione’ sono ormai un segno distintivo della guerra moderna. Molte battaglie hanno luogo nel cyberspazio come sul campo di battaglia.
Stranamente, il costo iniziale dell’impianto è stato di 15 milioni di dollari. Tuttavia, il costo complessivo schizzò a 100 milioni di dollari, senza una spiegazione ragionevole. Il responsabile della struttura è un ex capo dei servizi segreti esteri della Georgia, che ha stretti legami con la CIA e il Mossad. Le richieste di visite al sito di funzionari dei governi di Iran, Azerbaijan, Russia e Armenia furono tutte respinte dalla Georgia. Ma elementi dell’intelligence georgiani favorevoli al più russofilo Primo ministro Bidzina Ivanashvili, hanno rivelato i legami tra il presunto attentatore della maratona di Boston, Tamerlan Tsarnaev, la Jamestown Foundation vicina alla CIA e l’addestramento di agenti ceceni e daghestani, nonché di Tsarnaev, nei seminari nel 2012 co-sponsorizzati dalla Ilia State University di Tbilisi. L’intelligence georgiana ha fornito informazioni sulle attività della CIA e del Mossad nel Caucaso e nelle aree circostanti. L’accordo con DTRA e DIA sul Lugar Center coinvolgeva il precedente governo, fedele agli USA e il presidente filo-israeliano Mikheil Saakashvili. Ivanashvili ha migliorato le relazioni, con grande dispiacere dell’amministrazione Obama, con la Russia. La Russia anche offerto assistenza nell’evacuare cittadini georgiani dalla Siria. Un modo per mostrare l’apprezzamento della Russia verso gli agenti dell’intelligence pro-Ivanashvili, per aver rivelato ai media l’origine delle armi chimiche dei ribelli siriani. Ciò danneggia Saakashvili mentre si rafforza la posizione della Russia secondo cui le armi chimiche in Siria vengono utilizzate dalle forze ribelli, e non dall’esercito siriano. Saakashvili e i suoi alleati neoconservatori hanno recentemente criticato Ivanashvili per aver suggerito che la Georgia possa aderire all’Unione Eurasiatica, un progetto avviato dal presidente russo Vladimir Putin.
La proposizione di Ivanashvili è stata accolta con derisione dagli statunitensi e dai loro compari in Europa e nel Medio Oriente. Tuttavia, un video di incerta provenienza, sostiene che le armi chimiche provengano dal ‘Jack Kemp Research Facility’, dal nome di un senatore degli Stati Uniti.  Tali gravi errori sono sempre il segno di una campagna di disinformazione. Vi sono prove nette che i ribelli siriani abbiano utilizzato armi chimiche in Siria per spingere gli Stati Uniti ad attaccare la Siria, anche sulla base di un’informazione che riceve ‘scarsa e moderata’ fiducia presso la comunità d’intelligence degli Stati Uniti. Un articolo di due giornalisti mediorientali, Yahya Ababneh, libero professionista giordano e Dale Gavlak, corrispondente dell’Associated Press, incolpano i ribelli degli attacchi chimici, basandosi sulle ammissioni degli stessi ribelli, che sostengono, inoltre, che il principe Bandar bin Sultan, capo dell’intelligence saudita, ha organizzato l’invio di gas nervino sarin ai ribelli. Bandar non ha mai esitato a usare terrorismo false flag per raggiungere i propri obiettivi, oltre a quelli di Stati Uniti e Israele. Quando era ambasciatore negli Stati Uniti, le impronte digitali di Bandar furono trovate nel finanziamento, soprattutto attraverso la Riggs Bank di Washington legata alla famiglia Bush, dei dirottatori ‘capri espiatori’ accusati dell’esecuzione degli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono dell’11 settembre 2001. Da un rapporto della commissione sull’intelligence del Senato, sull’11 settembre, 25 pagine furono cassate dall’amministrazione Bush, perché collegavano direttamente Bandar agli attentati dell’11 settembre. Recentemente, Bandar era a Mosca, dove s’era offerto di ‘ritirare’ le proprie unità di al-Qaida, per non attaccare le Olimpiadi invernali di Sochi, se la Russia avesse semplicemente abbandonato il suo sostegno al governo di Bashar al-Assad di Damasco. Non vi è dubbio che Bandar sia coinvolto nell’attuazione di una serie di attacchi terroristici sotto falsa bandiera in Siria, per incolparne il governo siriano, prescindendo se dei bambini siano stati uccisi nell’attacco. Numerosi bambini di tutte le età furono uccisi negli attacchi dell’11 settembre. Un ex-senatore degli Stati Uniti, che conosce ciò che è scritto nelle 25 pagine mancanti sull’Arabia Saudita, Bandar e l’11 settembre, ha paura di parlarne apertamente, perché teme che la sua sicurezza sia ‘colpita’ da una squadra saudita e/o sponsorizzata dalla CIA.

La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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