Tante denunce ma poche condanne. Chi garantisce la sicurezza alimentare in Italia?

135157272La lotta alle frodi e alle contraffazioni ha molti padri, forse fin troppi. Perchè aggiungerne altri? La visione di Mauro Martelossi, alla vigilia di un evento formativo che vuole cambiare l’approccio al problema attraverso una diffusa professionalizzazione di agenti controllori.
Tra meno di un mese, il 31 marzo e 1-2 aprile, si terrà a Roma un corso di alta formazione nella lotta alle frodi e alle contraffazioni alimentari.

Un evento che vuole cambiare l’approccio italiano al sistema dei controlli a tutela delle aziende sane del comparto agroalimentare.
Leggiamo, nel programma ufficiale del corso formativo, che le onerose responsabilità alle quali è chiamato oggi l’operatore del settore alimentare e anche l’addetto al controllo ufficiale rendono necessaria un’elevata professionalità, conquistata con una formazione continua, oltre che attraverso conoscenze, capacità analitiche e consapevolezza dei pericoli, attraverso le quali sapersi districare tra le disposizioni vigenti e le loro successive modificazioni.

D’altra parte, aziende private e consorzi devono sempre più frequentemente, avvalersi dell’ausilio di consulenti specializzati che abbiano adeguate competenze sia tecnico-scientifiche che normative grazie alle quali gestire i flussi e le produzioni presenti sul mercato alimentare, e che sappiano offrire un valido supporto giuridico e gli strumenti utili per assolvere correttamente gli obblighi normativi comunitari in tema di Sicurezza Alimentare e di liceità commerciale, anche in vista di un’efficace lotta alla pirateria agroalimentare.

Diventa, a tal riguardo, di fondamentale importanza il supporto offerto dalle Agenzie di Investigazione private, che, mediante le proprie procedure giuridico-operative, possono offrire azioni tempestive ed incisive nella lotta e contrasto alle frodi e contraffazioni dei prodotti e dei marchi, con una riduzione risolutiva dei tempi processuali per l’acquisizione degli elementi probatori, e conseguente vantaggio sia delle aziende che dei consorzi di tutela in campo agroalimentare e vitivinicolo per un’efficace azione giudiziaria, penale e civile a tutela dei danni subiti.

Sono previste agevolazioni e crediti professionali per talune categorie professionali. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.irvea.org – vai al link http://www.irvea.org/wp-content/uploads/2014/02/TecnicheInvestigative_marzo2014.pdf – oppure contatta la segreteria organizzativa allo e-mail: [email protected] Ph. +39 011 19567218 – Mob.+39 347 4913924

Ma perchè lanciare un corso di formazione, da parte di un ente privato, per una materia che è stata considerata sempre appannaggio del pubblico? Perchè introdurre nuovi modi di lotta alle contraffazioni alimentari? Lo abbiamo chiesto a Mauro Martelossi, direttore esecutivo di Irvea.
– la sicurezza alimentare si può declinare in molti modi. Le statistiche sembrerebbero indicare, al di là
degli allarmi mediatici, che il cibo che consumiamo oggi è sicuro. Allora perchè migliorare ancora il livello di formazione degli organi di controllo?

Statistiche a parte, sembra che i recenti sequestri fatti dai vari corpi di Polizia non siano solo allarmi mediatici, ma prove oggettive di una situazione che si presenta sempre più sistematica nel settore alimentare

Le parole chiave dei Regolamenti sui Controlli Ufficiali degli alimenti sono: Professionalità, Competenza, Formazione, Aggiornamento, Assenza di conflitti di interesse…
A questo punto riteniamo che una robusta formazione e un incisivo aggiornamento non possano certo nuocere ad alcuno, né alle aziende né agli organismi di controllo.

la vigilanza e il controllo sulla sicurezza alimentare è notoriamente affidato allo Stato. Perchè lo Stato, o i suoi agenti, dovrebbero investire in un corso privato di formazione? Non hanno le loro scuole di formazione?

Nel nostro paese le attività di controllo sulla sicurezza alimentare non sono affidate solo allo Stato, ma possono essere, e lo sono, anche esternalizzate così come previsto dal Regolamento (CE) n° 882/2004; le parti attrici in un settore così vasto e complesso sono diverse e ognuna con specifiche competenze, compiti e obblighi.
Il corso che abbiamo organizzato parte proprio da questo presupposto: privilegiare, in questo particolare momento storico, la formazione e l’informazione degli addetti al controllo, siano essi pubblici o privati, fornendo loro strumenti mirati e informazioni aggiornate per garantire la loro operatività e qualificare i loro interventi.
La formazione e l’aggiornamento sono, da sempre, indici di qualità per qualsiasi azienda e/o struttura, soprattutto laddove l’evoluzione legislativa è così repentina e il confronto costante con il resto dell’Europa ci impone una sempre maggiore professionalizzazione di tutte le figure operanti nel settore, siano esse deputate al controllo, siano esse stesse soggette a controllo.

Le aziende produttrici e le strutture di commercializzazione, i responsabili della qualità, i tecnologi alimentari, i veterinari, gli agenti vigilatori, gli avvocati, gli agenti e gli ufficiali di PG e i PS dei vari corpi di polizia deputati al controllo e tutti coloro che svolgono attività ispettive, di verifica e di auditor all’interno delle aziende: sono tanti i soggetti che, potenzialmente interessati, potranno trarre dal corso, così come organizzato, un oggettivo vantaggio, indirizzando i propri servizi su una più ampia scala operativa, non solo relativa alla sicurezza alimentare, ma riguardante anche la lotta per il contrasto delle frodi e contraffazioni, all’interno delle quali sovente si celano anche altre fattispecie di reato.

La formazione e la maggiore professionalizzazione hanno come obiettivo anche quello di limitare, da una parte, il rischio sanzionatorio per le aziende e, dall’altra, di ridurre il gran numero di ricorsi, sempre più spesso accolti/accettati a causa di evidenti vizi procedurali.

– anche gli organismi vigilatori dei consorzi o i professionisti? Non le sembra un po’ troppo? Già ci sono Nac, Nas, Icqrf, Dogane, Cfs…

E’ vero che già ci sono i Nac, Nas, Icqrf, Dogane, Cfs, Tecnici della Prevenzione, ma è bene ricordare che esistono e sono istituiti, per legge, anche gli Organismi vigilatori dei Consorzi che sono organismi deputati al controllo per la TUTELA e il loro ruolo è fondamentale nell’intero panorama giuridico, economico e di immagine dell’agroalimentare: è solo partendo da una valida e incisiva attività di controllo su tutte le fasi della produzione, della trasformazione, del trasporto e commercializzazione dei prodotti a Denominazione di Origine e Indicazione Geografica Protetta (DOP e IGP) che nasce una vera protezione e tutela oltre che valorizzazione del made in Italy.

Proprio per l’importanza che rivestono gli Organismi vigilatori per la tutela nel futuro dell’agroalimentare italiano, è oltremodo necessaria anche una riflessione sul ruolo che rivestono gli agenti vigilatori e su quanto oggi li contraddistingue.
Un’anomala sovrapposizione normativa infatti, ha fatto sì che quanto stabilito dal Decreto 21.12.2010 sia stato poi stravolto dal DM 6 .11 2012, dando luogo ad Agenti vigilatori di “Serie A” e di “Serie B”: gli uni con qualifica di PS e gli altri senza, dotandoli comunque entrambi di un tesserino di riconoscimento dal quale non si evince né l’Organismo che lo ha emesso né tantomeno da chi è stato firmato/autorizzato.
Dunque, diventa spontaneo chiedersi, a fronte della attuale grave situazione che sta investendo il Made in Italy, quale tutela possano offrire e con quali mezzi giuridico-operativi possano operare queste figure professionali.

Nel tempo abbiamo avuto modo di confrontarci con questi operatori che lamentano, purtroppo, di svolgere unicamente attività ispettive solo in fase di commercializzazione del prodotto, così come lamentano la mancanza di percorsi di formazione e strumenti di informazione, palesando un chiaro digiuno anche delle più elementari norme di Diritto.

Da quanto asseriscono, tra gennaio e febbraio 2013 hanno ricevuto il tesserino ma, a tutto dicembre scorso, erano molti quelli che non avevano ancora prestato giuramento, né mai operato alcun controllo o ispezione: le loro attività dovevano riguardare unicamente il rilevamento dei prezzi presso i punti vendita, con specifica modulistica a loro assegnata.

La nostra proposta formativa non ha la pretesa di formare o aggiornare le forze dell’ordine ma quelle persone quali biologi, tecnologi alimentari, veterinari, responsabili della qualità, agenti vigilatori, che, per specifiche competenze professionali, possono ricoprire il “ruolo tecnico ausiliario” a fondamentale supporto delle attività di indagine pubblica, ma in special modo quella privata.
Siamo comunque certi che l’apporto tecnico, giuridico e investigativo che potranno fornire i magistrati e gli altri relatori, molto esperti nel settore, sarà un sicuro arricchimento professionale sia per le figure anzidette che per forze di polizia e per gli operatori del settore forense in genere.

Se infatti da un lato le metodiche di accertamento e di indagine, specialmente nel settore alimentare, sono in continua evoluzione, dall’altro basterebbero semplici attività di controllo sul falso documentale per una maggiore e più incisiva azione, anche con procedure ex officio, per contrastare le frodi e la contraffazione e conseguentemente limitare il discredito che sempre più spesso viene indirizzato verso il prodotto Made in Italy, come dimostra la recente pubblicazione del N.Y.Times
E riteniamo che la protezione del Made in Italy deve partire necessariamente dai prodotti DOP, IGP, DOCG.

In questo quadro di intenti, espressi con la massima trasparenza, e tutti fondamentalmente tesi a proteggere il Made in Italy in tutte le sue sfaccettature, ci ha profondamente sorpresi la posizione di taluni enti del settore che hanno suggerito ai propri iscritti di non partecipare alla giornata formativa, senza peraltro addurre una valida motivazione, se non quella del non conoscere la struttura che l’aveva organizzata, ovvero IRVEA “…pur trattando argomenti legati al ruolo degli agenti vigilatori…” palesando in tal modo l’interesse a limitare l’accesso all’informazione e alla formazione degli addetti ai lavori.

In data 15 gennaio 2014 ai propri soci è stato diramato il comunicato che segue

Cari Soci,
diversi di voi ci hanno contattato in questi giorni per chiedere informazioni in merito all’evento di cui si riporta qui di seguito il programma. 

Abbiamo contattato il Ministero (direzione della Qualità ed Icqrf) che ci ha confermato di non conoscere gli organizzatori, manifestando forti perplessità in merito agli argomenti trattati. 

(omissis) non ritiene opportuno partecipare ad un evento nel quale, pur trattando argomenti legati al ruolo degli agenti vigilatori, non partecipa alcun rappresentante delle Istituzioni o dei Consorzi di tutela. 

Restando a disposizione, si inviano cordiali saluti.
(omissis)

Interferenze già a suo tempo segnalate sul sito IRVEA (Leggi comunicato)

Chiunque aspiri ad una crescita professionale, che qualifichi sempre più l’operato di chi lavora per la tutela del prodotto italiano, a fronte della nostra proposta formativa avrebbe mostrato interesse e non certo una così totale chiusura che somiglia piuttosto ad una censura. Tale posizione, però, ci conferma che abbiamo visto giusto e che c’è necessità di contrastare le azioni che limitano la conoscenza della varie problematiche che affliggono il settore.

…ma di questo e di altro ne potremo discutere ancora a lungo, anche in altre sedi.

Tra l’altro le affermazioni riportate nella citata comunicazione del 15 gennaio, sono in totale contrasto con la verità, anche a fronte del lusinghiero risultato di un nostro precedente evento “Le attività di controllo per la Certificazione e la Tutela dei prodotti DOP – IGP – STG”, tenuto da IRVEA nel 2011, realizzato col prezioso contributo proprio di dirigenti del MIPAAF – Direzione della Qualità – ICQRF.

– affiancando al pubblico una sorta di “vigilanza privata” non si rischia la giustizia fai da te?

Il contesto è ben diverso, qui si parla di Aziende, Consorzi, Istituti di Ricerca e altri contesti che, con una visione lungimirante, potranno avvalersi dei servizi di investigazione privata a tutela e difesa dei loro diritti per fronteggiare in maniera fattiva ed in tempi assolutamente ristretti, ogni azione fraudolenta o di concorrenza sleale, operando a stretto contatto con tutti i Corpi di Polizia.

Queste strutture, mediante le proprie reti, possono operare in maniera fattiva in Italia e all’estero, anche con l’ausilio di Avvocati, Veterinari, Tecnologi Alimentari, Biologi, Agenti Vigilatori e altri soggetti che con specifiche competenze ricopriranno un “ruolo tecnico” fondamentale nel supporto delle attività di investigazione.

Molte le attività che si possono realizzare per tutelare il Made in Italy e la lotta alla contraffazione in Italia e all’estero anche con la collaborazione delle polizie locali, ma su questo come su altri aspetti ci si soffermerà lungamente e approfonditamente durante il corso.

Qualsiasi operatore del diritto sa bene a cosa mi riferisco e quali siano le procedure che garantiscono la sistematica riduzione dei tempi dell’indagine, l’acquisizione di inconfutabili elementi probatori e la considerevole riduzione dell’iter processuale con conseguente beneficio ed economia aziendale delle parti attrici committenti.

– il messaggio che sembra passare è che nel mondo agroalimentare vi è molto torbido. Non si rischia di far danno agli operatori onesti dando l’impressione che vi è molto malaffare?

Non è assolutamente così e sono convinto che solamente chi vuole strumentalizzare il progetto la può vedere in tal modo. Gli operatori del diritto, anche quelli dei diversi Corpi di polizia con i quali ci siamo confrontati, hanno immediatamente intuito le finalità e l’importanza di questo corso che, finalmente, consentirà di fare chiarezza sui ruoli, i compiti e le competenze di ciascuno e che permetterà inoltre di acquisire le tecniche di indagine per la verifica dei falsi documentali e quant’altro si cela al loro interno.

In Italia la maggioranza delle aziende è sana e gli operatori sono assolutamente seri e con tanta, tanta voglia di riscatto, ma i fatti riportati su molti media evidenziano che la piaga del falso, della frode, della contraffazione è sempre presente ed i risultati pubblicati recentemente sull’agro-pirateria e sulle frodi agricole, ne sono la prova.
L’Italia ha fatto molto nel contesto delle leggi comunitarie per la tutela delle Denominazioni di Origine, ma non possiamo comunque esimerci dal constatare che le forze in campo, pur essendo molte, evidenziano oggettive difficoltà operative per la tutela, specialmente sui mercati esteri.

Dobbiamo tutti lavorare di più e lavorare meglio per dare dignità a questo Paese, ai suoi prodotti ed alle sue aziende e dobbiamo lavorare di più per porre un argine alle frodi e contraffazioni alimentari, alle importazioni clandestine e alla concorrenza sleale che, come ha rilevato recentemente Europol, è un fenomeno in crescita in ambito sia nazionale che comunitario.
Non è un caso che il Parlamento europeo, con la risoluzione adottata il 14 gennaio 2014 sulla crisi alimentare, le frodi nella catena alimentare e il loro controllo, abbia invitato “gli Stati membri a creare le condizioni favorevoli per consentire agli informatori di denunciare le cattive pratiche in modo sicuro e anonimo”.

Parafrasando le parole lette recentemente su un libro viene spontaneo asserire che:”…il futuro di chi ami è in ciò che fai adesso…”

 

TECNICHE INVESTIGATIVE PER LA GARANZIA DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E LA TUTELA DEI PRODOTTI E DEI MARCHI DOP-IGP-DOC-DOCG

Ulteriori informazioni:

Segreteria Organizzativa IRVEA – Istituto per la Ricerca e la Valorizzazione delle Eccellenze Agroalimentare
e-mail: [email protected]
Ph. +39 011 19567218 – Fax: +39 0743 778608
Mob.+39 347 4913924

di T N

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