Ogm, nuova “filosofia” dell’Ue: se uno Stato non li vuole chieda l’esenzione alle multinazionali

ue ogmL’Unione Europea ha trovato un accordo sulla nuova “filosofia” con cui approcciarsi agli Ogm. Ora gli Stati membri non possono vietare sul rispettivo territorio una coltura geneticamente modificata che ha ricevuto il semaforo verde dall’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) e dell’Ue, a meno di non invocare nuovi elementi scientifici: proprio questo è l’elemento chiave delle sentenze che consentono all’Italia di bloccare provvisoriamente il mais Mon 810.

Un domani, per evitare gli Ogm, uno Stato dell’Ue dovrà chiedere alla Commissione Europea di chiedere a sua volta alle multinazionali sementiere di esentarlo dagli Ogm. E’ un po’ come se l’unica via per non essere disturbati dai piazzisti di aspirapolvere fosse quella di chiedere all’amministratore di condominio di chiedere ai piazzisti di non suonare il campanello. Secondo vari osservatori questa nuova “filosofia” aprirà la strada alla massiccia coltivazione di Ogm in Europa.

Antefatto. Gran parte dell’opinione pubblica europea vede le colture e il cibo Ogm come il fumo negli occhi. Anche i Governi di alcuni Stati membri dell’Ue sono contrari agli Ogm. Però l’Ue non è riuscita, alcuni anni fa, a concretizzare la proposta di lasciare agli Stati la decisione sulle colture Ogm nel rispettivo territorio.

Le divergenze interne hanno finora rallentato i procedimenti burocratici attraverso i quali il vialibera dell’Efsa ad un Ogm si traduce nella sua effettiva messa a coltura. Di fatto il mais Mon 810 è l’unico Ogm ammesso alla coltivazione: anzi, l’autorizzazione è scaduta da tempo ed è valida in regime di proroga, dato che il suo rinnovo procede a passo di lumaca. Eppure sono 14 anni che le multinazionali delle sementi vorrebbero vendere le loro varietà Ogm in tutta l’Europa.

Così, riferiscono concordemente le agenzie di stampa Reuters e Afp (quest’ultima via Le Point), ieri si è svolto un summit europeo a porte chiuse per delineare una nuova “filosofia” in grado di permettere sia una qualche forma di no nazionale agli Ogm sia la velocizzazione degli iter burocratici relativi alla loro autorizzazione.

L’accordo è stato trovato. Ci si attende che sia ratificato ed ufficializzato il 12 giugno dai ministri dell’Ambiente. La procedura di autorizzazione alla messa a coltura di un Ogm continuerà a dipendere esclusivamente dall’Unione Europea (e quindi dalle valutazioni dell’Efsa), però gli Stati membri avranno la possibilità di vietare la coltivazione di un Ogm sull’intero suolo nazionale, o su parte di esso, per ragioni tipo ordine pubblico e gestione del territorio.

Ma agli Stati dell’Ue non sarà concesso di agire in questo senso in totale autonomia ed in qualsiasi momento. Dovranno cogliere l’attimo in cui una multinazionale delle sementi si rivolge all’Unione Europea chiedendo di autorizzare la messa a coltura di una varietà Ogm. In questa fase, uno Stato membro del’Ue avrà la facoltà rivolgersi alla Commissione Europea affinchè essa chieda alla multinazionale di escluderlo dall’autorizzazione.

Gli articoli con cui Reuters e Afp presentano l’accordo non dicono che la multinazionale avrà l’obbligo di accogliere richieste di questo tipo.

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