di Paolo Cacciari*
La Mag di Verona (Mutua & servizi per l’autogestione: www.magverona.it) opera da trentasei anni ed è la madre di tutte le Mag – Milano, Piemonte, Reggio Emilia, Venezia, Firenze, Roma e, prossimamente, Calabrie – ma anche della stessa Banca popolare etica. La vocazione delle Mag è la promozione e l’uso del risparmio collettivo senza intermediazioni bancarie, mettendo direttamente in relazione chi ha la fortuna di avere a disposizione una eccedenza di denaro e chi invece ne avrebbe molto bisogno.
Il modello è quello del microcredito che genera empowerment, autonomia, autostima e anche autoimprenditorilità eticamente orientata.
Le Mag, da una parte, aiutano i nuclei familiari a una corretta gestione del loro bilancio, dall’altra, prestano assistenza finanziaria (e non solo) alle imprese sociali e solidali. E funziona nonostante e (forse) proprio in virtù della crisi che da anni attanaglia l’economia “normale”; quella in balia dei capricci dei mercati, taglieggiata dai tassi di interesse sui debiti, spesso mortificata da committenze pubbliche inefficienti.
Le Mag, infatti, creano reti e formano un sistema di imprese che intrecciano competenze, servizi, relazioni di partenariato anche con il mondo esterno (Camere di commercio, Banche di credito cooperativo, istituzioni pubbliche, ecc.). Lo scorso anno la Mag di Verona ha svolto attività di supporto e consulenza a 339 organizzazioni, di cui undici muove microimprese e altre ventuno realtà collettive impegnate in svariati settori di attività artistiche e culturali, di cura alle persone, artigianali, di tutela dei beni comuni, legate alle “Nuove vite contadine”. Lo sportello di microcredito ha erogato 222 prestiti per un totale di quasi seicento mila euro. “Con quasi zero insolvenze – ci tiene a dire la l’operatrice Gemma Albanese – a conferma che ciò che fa la differenza non sono i denari in sé, ma le relazioni di prossimità che il microcredito instaura”.
Discorso a parte merita la realizzazione della Casa Comune, un grande appartamento magnificamente restaurato con materiale di recupero che è diventato uno spazio aperto per le attività delle associazioni senza tetto, un incubatore della creatività sociale, un centro di documentazione e molto altro ancora. Già raccolti 360 mila euro (ma ne servono altri 170 mila) con mattoni da 500, 50 ed anche solo 20 euro. Affrettatevi a comprare il vostro pezzetto di libertà.