L’uomo e la sua Salute

Dove è andato a finire l’uomo? (1)

Una volta Nyoiti Sakurazawa disse, per metà scherzando e per metà sul serio: “Le persone sane e felici stanno diventando tanto rare che si dovrebbe tenere un buon esemplare di uomo in un museo, così ci si potrà ricordare a che cosa somigliasse”.

L’uomo sta diventando anormale a causa di tutti i prodotti chimici e ormonali cui è sottoposto, e per l’aggravarsi di problemi sessuali e psichici; eppure tutte queste aberrazioni non sembrano disturbare troppo il pubblico. Sebbene i singoli individui a livello personale sembrano preoccuparsene, quanto meno entro certi limiti, i governi non appaiono troppo scossi dalla situazione presente.

Il declino delle qualità del cibo è soltanto un esempio. L’uso di ormoni e di antibiotici per l’allevamento del bestiame è ormai una pratica comune. E ogni giorno vengono prodotti nuovi miscugli chimici con il solo scopo di far soldi. Gli allevatori di carne da macello sono sempre pronti a usare qualsiasi metodo che ingrassi le loro bestie, senza preoccuparsi delle terribili conseguenze sulla salute dell’uomo. Cosa succederà se l’uomo continua a inquinare il proprio cibo?

Si pensa di sapere e invece… 

Sorrette dalle specifiche informazioni che ad esse vengono date, le popolazioni ritengono quindi di saperla molto lunga sul loro organismo, e nell’acquisto sia dei cibi sia dei medicinali utili nella pratica spicciola, la donna di casa è fermamente convinta di sapersi destreggiare molto meglio che in passato. Per questo, anche l’orientamento alimentare e terapeutico ha subito in quest’ultimo scorcio di secolo una profonda metamorfosi, e il desco di un’altissima percentuale di famiglie si sta abituando a una dovizia mai raggiunta prima d’ora.

Tutto questo è molto bello. E costituisce anche il vanto maggiore della società moderna.

Se i nostri calcoli fossero però stati esatti – a fianco di questa ascesa culturale e sociale – avremmo dovuto veder migliorare e consolidarsi altresì, di pari passo, la salute e la resistenza fisica in noi stessi e nei nostri figli. E soprattutto saremmo orgogliosi di aver visto progredire in misura equivalente la coscienza civica di ogni individuo. In altre parole, se i nostri principi fossero giusti nella loro completezza, dovremmo vedere intorno a noi sani, allegri, sorridenti e felici almeno coloro che conoscono e praticano la saggia filosofia del “vivere parco”, poiché la salute è sinonimo di serenità. E dovremmo vederci circondati da una gioventù fiorente, solida, resistente, energica, volonterosa e psichicamente equilibrata, poiché mai i genitori si preoccuparono come oggi dell’alimentazione e del prestigio culturale dei propri figli.

Nostro malgrado, siamo invece costretti a riconoscere che questo benessere generale – rapidamente conquistato – e questo radicale rivolgimento sociale, hanno prodotto, nei confronti dell’Essere umano e del suo organismo, un effetto decisamente negativo.

Intorno a noi non udiamo parlare d’altro che di operazioni chirurgiche. L’indice barometrico dell’arteriosclerosi, del cancro e delle turbe cardio-circolatorie aumenta paurosamente di anno in anno, e non esiste più una persona che abbia il tubo digerente in ordine: le tonsille, lo stomaco, l’intestino, l’appendice, il fegato e persino i reni e il cuore si presentano sovente deteriorati già nell’infanzia.

Nonostante la nostra ricca tavola, che dovrebbe fornirci veramente tutto ciò che all’organismo occorre, siamo sempre ossessionati dalle “insufficienze”. Ci manca sempre qualche cosa. Abbiamo continuamente bisogno per noi stessi e per i bambini di proteine e di vitamine supplementari, di rimedi che ci possano tranquillizzare o eccitare, oppure che siano in grado di sostituire le sostanze che i nostri organi non sono più in grado di elaborare.

Nonostante l’arsenale di farmaci che abbiamo a nostra disposizione, siamo sfociati, infine, in una condizione di mezza salute, turbata in permanenza da alterazioni funzionali e organiche che si susseguono a catena e si trascinano per anni e anni senza via d’uscita, fino a quando non ci ritroviamo nella sala operatoria, dove ci vengono asportati i complessi anatomici e gli organi che sono divenuti non solo inservibili, ma anche focolai di pericolosa infezione.

Con molta leggerezza e sorridendo, noi diamo la colpa di tutto questo al cosiddetto “logorio della vita moderna” e non ci soffermiamo a ricercare seriamente le cause nemmeno quando si tratta dei fanciulli, ai quali facciamo ingurgitare, giorno dopo giorno, ogni specie di medicinali.

Poca importanza alla prevenzione e molta alla terapia 

L’odierno sistema sanitario medicale è essenzialmente focalizzato sulle malattie e mirato ad eliminare gli effetti piuttosto che a ricercare le cause profonde del malessere. Infatti queste scuole Universitarie laureano “specialisti in patologie” ma non “specialisti in salute” e le professioni medico-sanitarie hanno dato un’importanza eccessiva alla terapia ignorando la prevenzione. Si sono preoccupati più degli effetti ed hanno dimenticato le cause che li determinano. E questo fatto è sintomatologico per descrivere bene i comportamenti di tale sistema medicale che per fortuna stà passando un grave periodo di crisi che speriamo porti ad un totale ripensamento della tecnica di approccio alla salute ed alla malattia.

Fatte queste considerazioni non c’è da stupirsi quindi se il genere umano si trova oggi sanitariamente nei pasticci ed apparentemente senza vie di uscita, purtroppo abbiamo trascurato i principi vitali in materia di salute e di malattia, principi che si conoscevano fin dall’antichità, ma che per presunzione della “scienza medico sanitaria moderna” si sono dimenticati. E’ quindi necessario non solo ristrutturare questo sistema che stà crollando, ma cambiare anche il nostro concetto di salute e di malattia.

In che modo?, riflettendo e modificando il nostro comportamento in materia di igiene, attenzione sui criteri di scelta dei cibi per l’ottenimento di una guida nell’alimentazione sana e sull’uso e l’abuso di certe pratiche medicinali farmacologiche. Bisogna ritonare alle tradizioni antiche che si fondavano sui principi igienico sanitari naturali: cibi puri, acqua pura, corpi puri abitazioni pure, ambiente puro ecc. Anche nella Bibbia per esempio e precisamente nel Pentateuco, da migliaia di anni si insegnano delle semplici leggi per regolare tali comportamenti.

Il concetto di malattia 

… L’atteggiamento analitico della medicina moderna ha condotto a due grandi equivoci che hanno improntato la mentalità dei medici conducendoli su posizioni irriducibili.

Il primo equivoco è il ritenere che la malattia sia un fenomeno localizzato, che un organo o tessuto alterato anatomofisiologicamente rappresenti la causa e la sede della malattia e che, una volta estirpato o curato in modo mirato, la malattia scompaia. Dobbiamo questo equivoco alla pur meritevole opera di Morgagni “De causis et sedibus morborum per anatomen indagatis” il quale ritenne che i suoi reperti, cioè lo stadio terminale e localizzato della malattia, rappresentassero il motivo e l’origine della malattia stessa.

Atteggiamento più che giustificato se si considera l’impostazione scientifica e filosofica dell’epoca.

Il secondo equivoco è ritenere i processi patologici locali limitati nel tempo, indipendenti e senza commissione con l’economia generale (o per lo più con un rapporto molto generico) e senza rapporti tra di loro, come se fossero indipendenti.

Questi due errori di valutazione hanno condotto e conducono tutt’ora alla ricerca spasmodica della diagnosi anatomica, cioè della casella in cui ficcare la malattia senza concepire il malato come una unità fisico-emotiva di spazio e tempo e le malattie come tappe della traiettoria dinamica della vita clinica del paziente …

… In tutta la storia della medicina si è tentato di proporre delle leggi generali che spieghino l’instaurarsi delle malattie: da Ippocrate con i quattro temperamenti sino alle moderne teorie sulle alterazioni enzimatiche, tutte, anche se volenterose, hanno peccato di eccessivo materialismo, perché cercavano e cercano di chiarire il fenomeno della vita e della malattia studiando i suoi epifenomeni (sintomi accessori, n.d.r.).

La mancanza di una visione integrale e cosmica ha quindi portato ad una gigantesca quantità di entità cliniche (malattie), ciascuna presa a sé stante, quasi gli organi possano essere ammalati da soli senza interferire nell’equilibrio dell’intero organismo, incidenti fortuiti, sconnessi dall’economia generale. I nostri clinici si sono precipitati sugli effetti e li hanno sondati con tenacia ammirevole, sappiamo quasi tutto sul come, ma volutamente hanno ignorato e trascurato la ricerca delle cause senza ricercarne il perché …

Microbi, malattie e terapie moderne

Il germe è nulla, l’ambiente all’interno dell’organismo è tutto. I microbi non causano la malattia come le mosche non causano la sporcizia. (A. I. Mosseri).

L’organismo umano vive normalmente in mezzo ad innumerevoli microbi, più o meno patogeni, più o meno virulenti, ed innumerevoli altri vivono sul nostro rivestimento cutaneo come pure all’interno del corpo, nelle vie respiratorie, in quelle digestive, in tutti i sistemi in comunicazione con l’esterno.

In un comune stato di buona salute, ospitiamo milioni di stafilococchi, streptococchi, colibacilli e molto spesso bacilli di difterite, polmonite, bacilli di tubercolosi, tutti perfettamente inoffensivi. Conseguentemente non ci si ammala per il solo fatto di essere in contatto con dei microbi. Tutti i giorni, soprattutto nei grandi agglomerati urbani, respiriamo ed inghiottiamo un’enorme quantità di microbi di ogni genere. Se tutti questi dovessero di colpo comportare una malattia, saremmo tutti morti da un pezzo, anche se ciò non implica che ci si debba esporre di buon grado alle contaminazioni massicce.

La questione del ruolo dei microbi nella genesi di numerosi stati patologici è molto controversa.

Tutti concordano nell’affermare che sono in gioco due elementi: i microbi da una parte e lo stato più o meno ricettivo del soggetto dall’altra. I contrasti sorgono quando si tratta di determinare la rispettiva importanza di ciascuno di questi due elementi.

Per gli uni, ed è questa l’opinione classica, il microbo ha una parte preponderante: niente microbo, niente malattie. Ci si preoccupa, certo, di quello che viene definito lo stato generale ma, tutto sommato, in misura alquanto ridotta e il grosso, spesso l’unico sforzo terapeutico, è la lotta contro il microbo. Di là, tutta una gamma di vaccini curativi o preventivi, di rimedi chimici o biologici, soprattutto sulfamidici ed antibiotici.

Alcuni risultati spettacolari sembrano confortare questa tesi. Fra poco vedremo cosa ne possiamo pensare.

Per altri, in particolare per la globalità delle scuole naturiste, il microbo rappresenta un elemento secondario, non è la causa prima ma il testimone dello stato patologico. Occorre quindi modificare il nostro modo abituale di considerare la malattia e dire: “In questa affezione si trova questo microbo” e non “è questo o quel microbo a provocare quell’affezione”.

Non si tratta quindi di aggredire il microbo ma di fornire più resistenza a tutto l’organismo, al quale bisogna conservare le sue immunità normali – e ciò costituisce la profilassi naturale – o fargliele recuperare se le ha perse. Questo costituisce la sola, autentica linea terapeutica. Ed in tale terapia non si deve e non occorre mai ricorrere a dei medicinali nel senso comune della parola. Per quanto ci riguarda, concordiamo pienamente con questo concetto, la cui fondatezza ci è stata ampiamente dimostrata nel corso di numerose osservazioni cliniche ripartite in diversi anni. Tuttavia non mancheremo di fare delle riserve dettate unicamente dal buon senso.

Le cause delle malattie sono dentro di noi 

Nessuno al di fuori della professione medica sa tanto bene quanto gli stessi medici come sia necessario conoscere approfonditamente la malattia. Mai, nella cosiddetta storia della scienza medica, è stato fatto tanto lavoro di ricerca quanto nella decade passata; ma ad ogni nuova scoperta segue molto da vicino la completa e rigida nemesi (dea della giustizia, n.d.r.) che scoraggia gli onesti e zelanti ricercatori ad arrivare all’osso – si giunge, quindi, all’inevitabile parola fallimento.

Perché inevitabile? Perché tornando all’origine del raziocinio dell’uomo, sull’oggetto dei suoi problemi, dei suoi dolori e della sua malattia, egli fece il mostruoso errore di pensare che qualcosa al di fuori di sé all’infuori della sua volontà “gli aveva augurato il male”.

Essendo l’uomo un animale religioso, pensò ben presto che forse aveva offeso qualcuno dei suoi dei. La storia di come nell’uomo si sia sviluppata l’idea della malattia come entità è troppo lunga per pensare di potervi fare anche solo allusione in un libro di questo genere. Una qualsiasi delle vecchie mitologie può essere riferita a coloro i quali sono tanto curiosi da voler sapere a tutti i costi …

… La scienza medica è fondata su una falsa premessa – vale a dire, che la malattia è causata da una influenza estranea e che le medicine sono qualcosa che “curano” o attenuano un disordine. Il termine “medicinale” significa appartenere alla medicina o alla pratica medica. Qualsiasi cosa intesa nel senso che rimedia, porta avanti l’idea della cura, della guarigione, della correzione, della produzione del sollievo; tutte le terapie vengono fatte senza alcuna chiara comprensione della causa.

Le parole medicinale, medico, malattia, e cura sono diventate concrete nella nostra comprensione e modellano i nostri pensieri e credenze. Queste credenze sono così arbitrarie che nuove scuole o culti sono forzati alla comprensione convenzionale. Possono dichiarare che un nervo colpito è la causa di qualsiasi patologia. Ma essi non si preoccupano di scoprire perché un nervo colpito crea una patologia e un altro non lo fa.

Lo psicologo non si preoccupa di come l’ansia in un soggetto causa una malattia ed in un altro no; del perché la speranza in un soggetto guarisce ed in un altro no; di come la negazione non guarisce sempre; e del perché la fede non guarisce sempre, ecc.. Nessuno è più sciocco di quello che prende in giro se stesso.

Perché nessuna delle nuove scuole del pensiero dovrebbero tornare al punto di partenza? – io dico, invece, perché no? Fino a che si penserà alla malattia come ad una realtà, un’individualità, un’entità, sarà convinzione ferma che anche quelli che lavorano nella ricerca saranno controllati e diretti nel loro lavoro dalle comprensioni convenzionali. Ciò è dovuto al fatto che ogni meravigliosa scoperta prova subito una credenza sbagliata.

Non c’è alcuna speranza che la scienza medica diventi mai una scienza, dato che l’intera struttura è costruita intorno all’idea che c’è un’entità: “la malattia”, che può essere esorcizzata quando viene trovata la giusta medicina.

Le tossine e le malattie 

Lo stato di salute di una persona dipende in gran parte da quante tossine sono accumulate nel suo organismo ed in special misura nella linfa, nel sangue e nel sistema nervoso. Riportiamo dal volumetto Tossiemia e disintossicazione (7):

“Un’affaticamento, di carattere mentale o fisico, riduce l’energia nervosa al punto in cui l’organismo non riesce più ad eliminare le tossine (rifiuti organici) che si sono accumulate nell’organismo. Ciò crea un’accumulo di tali rifiuti nel sangue generando una condizione chiamata ‘tossiemia’. Il corpo, non tollerando tale condizione, cercherà di liberarsi dalle tossine con una ‘crisi’ o lavoro di pulizia; questo lavoro farà apparire ciò che viene chiamato disfunzione o malattia”.

Secondo questa teoria, ogni cosiddetta malattia è una crisi in cui l’organismo cerca di liberarsi dalle troppe tossine che si sono accumulate nel sangue. Le malattie, perciò, non sono altro che uno sforzo fatto dalla natura per sbarazzare ii corpo dalle tossine. Ogni trattamento che intralci questo lavoro di eliminazione fa fallire la natura nel suo intento di autoguarigione. Se queste crisi organiche durano solo pochi giorni vengono definite “malattie acute”, se invece perdurano nel tempo vengono chiamate “malattie croniche”.

Se gli organi vulnerabili sono i polmoni, il lavoro di pulizia potrà far comparire: tubercolosi, polmonite, bronchite, asma, ecc. Se invece è una ghiandola endocrina, ad esempio la tiroide ne conseguirà l’ipertiroidismo con i suoi sintomi complessi.

La lista completa delle malattie può essere esaminata e risolta nello stesso modo. Qualsiasi sintomo complesso venga esaminato, si può provare che la causa scatenante è la tossiemia. Le spiegazioni della medicina ufficiale possono soddisfare un giovane medico agli inizi della professione ma non di certo uno anziano di provata esperienza, soprattutto se è equilibrato e se la sua logica non è a rimorchio di una credenza o di una scuola.

In definitiva possiamo considerare le “malattie” come il risultato di un avvelenamento organico dovuto sia a causa dell’alimentazione che dello stress. La ritenzione dei rifiuti nel sangue con un autoavvelenamento che viene definito “tossiemia”. Quando l’organismo è normale le tossine vengono normalmente eliminate e non creano problemi. Quando, invece, non vengono completamente eliminate in seguito all’accumulo di stress o altre ragioni, allora ne risulta la tossiemia, causa di ogni malattia.

Secondo il dott. Tilden non esiste all’origine che una sola tossiemia che ingloba tutto ed è l’avvelenamento del sangue causato dalla ritenzione di cellule morte in quantità superiore al normale. Gould da all’avvelenamento da cellule morte la priorità rispetto a quello da microbi. Certamente le affermazioni di Gould oltrepassano l’insegnamento medico ufficiale, ma corrispondono alla realtà.

Dopo questi accenni apparirà assai chiara l’importanza che deve essere attribuita alle condizione della linfa (liquido organico in cui vivono le cellule, ne abbiamo 12 litri); del sangue (plasma vitale che porta il nutrimento alle cellule e le libera dai rifiuti accumulati con il loro lavoro); e del sistema nervoso che permette agli stimoli sensoriali di raggiungere il cervello ed agli stimoli nervosi di propagarsi nel corpo.

Esiste un mezzo per ritrovare la salute? 

Certo che esiste, ed è anche alla portata di tutti. Esso consiste nel rispetto delle leggi naturali da tempo dimenticate, leggi immutabili, queste, al contrario dei dogmi scientifici umani, verità di oggi, errori di ieri e di domani. L’enunciato delle regole di vita naturale, la sola compatibile con la vera salute, si ritrova negli Antichi, anch’essi spesso e volentieri dimenticati, particolarmente in Pitagora e Ippocrate. Ci si potrebbe obiettare che questi venerandi antenati sono vissuti in epoche lontanissime e che la Scienza moderna consente di relegarli nel museo delle antichità assieme alle loro sorpassate concezioni.

Tuttavia le leggi che governano il buon andamento dell’organismo umano non sono mutate, come non sono cambiate quelle che regolano la rotazione dei pianeti attorno al Sole.

I criteri dell’antica saggezza sono validi ai nostri giorni come lo erano già migliaia di anni fa.

La pratica dell’esercizio fisico, la vita all’aria aperta, il campeggio, i bagni d’acqua, di aria, di sole, fanno certamente parte del naturismo ma non ne costituiscono che un aspetto collaterale e di per se stesso insufficiente, come abbiamo modo di constatare ogni giorno.

Il primo e più urgente provvedimento da adottare è la riforma delle nostre cattive abitudini alimentari. Vivere all’aria e al sole non serve molto quando si continua ad assorbire un nutrimento tossico. In campagna il numero di ammalati, anche in modo grave, è pari a quello delle grandi città.

Una alimentazione corretta, conforme alla nostra fisiologia, è di fatto la chiave dell’igiene e della medicina naturista, senza la quale ogni altro sforzo è vano. Lo scopo di questo lavoro è fornire tale chiave ai lettori: a loro servirsene.

La medicina naturista assicura risultati senza pari. Ma, quando si tratta di rimettere in sesto un organismo minato da anni di intossicazione da alimenti e medicinali – il che si verifica purtroppo molto frequentemente – l’adattamento ad un nuovo tipo di vita non può essere che progressivo e, benché i primi risultati siano spesso facilmente ottenibili, è possibile raggiungere un equilibrio organico perfetto soltanto dopo un periodo di tempo abbastanza lungo.

Il vero prezzo della salute… 

Come molte persone hanno imparato, se uno vuole semplicemente una sensazione di benessere temporanea, è possibile comprare, pregare, prendere a prestito o rubare, per ottenerla. Ma se vogliamo veramente la salute, c’è solo un modo: dobbiamo guadagnarcela. Dobbiamo sapere cosa fare, e poi proseguire e farlo …

… Se tali concetti e pratiche fossero seguiti su base nazionale, non ci si metterebbe molto tempo a svuotare la maggior parte degli ambulatori medici. Ma la storia individuale è un fatto strettamente personale, e consiste nell’imparare il più possibile sull’igiene Naturale ed il modo di vivere che esso sostiene. Questo permetterà di comprendere come noi, e solo noi, dobbiamo accettare la responsabilità delle nostre abitudini di vita e fare gli sforzi necessari per cambiarle con delle migliori … per guadagnarci una vita piena di salute e benessere!”.

Riferimenti bibliografici

1) Naboru Muramoto, Il Medico di se stesso, pag. 111
Feltrinelli Editore, Milano (1975)

2) Angela Cattro, Natura Nutrice Universale, pag. 12.
Compagnia Editoriale Torino (1974).

3) A. Taum e G.P. Vanoli, Guida alla salute naturale, pag. 6.
Guide Vanoli S.r.l., Milano (1991).

4) Dr. Ruggero Dujany, Omeopatia, principi e metodologia, pag. 7.
Edizioni So-Wen s.a.s. (1988).

5) Pierre Oudinot, Tutto quello che dovete sapere sul cibo, pag. 155.
SIAD Edizioni, Milano (1982).

6) Dott. J.H. Tilden, La Tossiemia, pag. 29.
Casa Editrice Igiene Naturale S.r.l., Gildone (CB), (1986)

7) Dr. John H. Tilden, Tossiemia e disintossicazione.
Michele Manca Editore, Genova.

8) Pierre Oudinot, Tutto quello che dovete sapere sul cibo, pag. 9.
SIAD Edizioni, Milano (1982).

9) Dott. Herbert M. Shelton, Artrite, soluzione naturale, pag. 69
Casa Editrice Igiene Naturale S.r.l., Gildone (CB), (1986).

 Fonte; “http://www.procaduceo

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