Libertà, lo scopo della vita

gabbiano3Trad. Luciano Gianazza

L’uomo completo è libero. E il fatto che siamo tutti schiavi dimostra quanto giovani siamo nell’evoluzione del mondo.
Edward Earle Purinton

Non ho mai visto un uomo che fosse libero. Ogni uomo è legato a qualche possesso, qualche persona, qualche abitudine, consuetudine o tendenza, qualche paura, debolezza o desiderio. E le possibilità divine dell’animo umano rimangono inerti e inutili come le ali di un grande uccello crudelmente imprigionato in una gabbia le cui sbarre di ferro sono dorate per ingannare. Il primo segno dello schiavo è quello di mascherare i suoi limiti. E tutti noi lo facciamo – invece di affrontarli apertamente e sfuggire alla loro spiacevole presa.
Non è possibile limitare il corpo di un bambino senza incorrere in proteste da parte del bambino. Se tu fossi un mostro tale da mettere un bambino indifeso in catene la legge ti costringerebbe a desistere. Ma che dire della tua mente? Questa è anche più delicata, più fragile, più preziosa, della morbida forma rosea di un bambino. E se potessi avere un’immagine della tua mente, vedresti una cosa incatenata, mutilata, distorta, derubata dei suoi poteri meravigliosi da superstizioni, convenzioni, mezze verità e compromessi che sottilmente l’avviluppano e la strangolano. Dovremmo essere tutti dei geni se avessimo pensato con la nostra testa, e i nostri genitori con la loro.
Mi piace il vero iconoclasta. Egli può essere avventato, imprudente, prematuro, ma è almeno indipendente. E tutte le opere immortali dell’uomo sono state fatte in uno spirito di libertà.
Se non hai mai pensato in modo “particolare”, devi sapere che è all’ordine del giorno, perché l’individuo è sempre particolare. E se ti fermi a riflettere su ciò che la gente pensa, sei accecato dalla polvere del destino, non sei al passo con il progresso. Gli spettatori della vita fanno clamore – i soldati non hanno altro tempo che per combattere.
Che cos’è la libertà?
Non è fanatismo, non è protesta, non è ozio, non è arroganza, non è dispotismo, non è alcuna delle cose sollecitate dall’anarchico, che fra tutti gli uomini è schiavo della sua propria ossessione.
La libertà è il potere cosciente di esprimere qualsiasi cosa, tutte o nessuna di te stesso quando vuoi, come vuoi, perché tu lo vuoi. Questo, nota, è l’opposto di licenza. Libertà significa espansione, espansione significa esercizio, esercizio significa abilità, abilità significa lavoro – e quanti pochi di quelli che sbraitano libertà sono disposti a lavorare! L’ozio, che è il vanto di coloro che parlano di libertà, è davvero sconfinare nel tempo e nella disposizione d’animo degli altri.
La libertà, come il denaro, è sprecata per chi non se l’è mai guadagnata. La libertà non orientata è vagabondaggio. Chi è veramente libero – il vagabondo cencioso o il viaggiatore ricco? Libertà significa preparazione non meno che espansione. E’ da stolti desiderare ardentemente un’opportunità senza il potere di coglierla.
La libertà costa più di altri doni della vita – è per questo che così pochi l’ottengono.
Vuoi sapere qual è il prezzo della libertà? Pazienza infinita.
Guarda Paderewski sul palcoscenico, e mormora “Come suona con facilità!” Osservalo nelle lunghe e tediose ore di isolamento mentre ripete risoluto un esercizio 300 volte prima di padroneggiarlo, allora esclamerai “Come lavora terribilmente duro!”

Vuoi essere libero? Raccogli le tue catene, per una maggiore velocità nella tua corsa handicap. L’atleta vincente è fiero nell’handicap. Il Fato non stabilisce un handicap per nessuno, se non per un vincente.
Per il lungo e faticoso percorso della lotta umana possiamo raggiungere il monte soleggiato della libertà – e la maggior parte di noi percorre quella strada. Ma un viale più breve, meno impervio si snoda lungo il calmo ritiro della meditazione divina – e le poche grandi anime del mondo lo hanno sperimentato.

Non ci manca il potere di spezzare le nostre catene e di gettarle via per sempre, ci manca il coraggio, l’equilibrio, l’abilità, la persistenza. Nulla dall’esterno ci può legare, nessun uomo potrebbe mai renderci schiavi, siamo giudicati dal nostro proprio pregiudizio, condannati dalla nostra propria debolezza, incatenati e imprigionati dalla nostra propria ignoranza. Nessuno è il nostro padrone nella misura in cui si è padroni di se stessi; e le catene che ci portiamo, le abbiamo adattate ai nostri limiti. Quando ci rendiamo conto di questo, convertiamo la protesta in potere.
Vai in qualsiasi prigione e troverai una folla di prigionieri cupi, impotenti nelle loro manette, che mordono il freno, incattiviti nell’impotenza. Ma la schiavitù non sta nei legami. L’uomo che si fa chiamare “Il Re delle Manette” solo sorride ai rivetti e alle serrature delle catene fatte a macchina; in qualsiasi carcere, egli elabora il suo proprio metodo di fuga. Dal buio mentale e dal confinamento spirituale in cui la maggior parte degli uomini vive, possiamo tranquillamente uscire quando abbiamo sviluppato le nostre forze di auto-emancipazione.
Sei libero?
Ecco una domanda che presto avrà risposta. C’è qualsiasi cosa, una qualsiasi persona, qualsiasi condizione di vita che devi avere per farti felice? Se è così, tu sei uno schiavo.
Tutti i tuoi amici potrebbero andarsene, tutti i tuoi beni potrebbero svanire, tutte le tue speranze finire in rovina, il mondo stesso potrebbe finire – ma tu rimarresti calmo e imperturbabile? In caso contrario, sei solo una proprietà mobile, legata al capriccio del destino. Vorresti sperimentare un nuovo tipo di felicità? Impara a fare a meno di quello che pensi di aver bisogno di più.
Sappiamo quanto un bambino piange quando non può avere ciò che vuole, o quando gli vengono portati via i suoi giocattoli. Ma quanti di noi hanno davvero superato l’impazienza del bambino e la ribellione del bambino? Mancandoci un certo banale, immaginario bene, ci rendiamo miserabili con l’autocommiserazione o l’auto-denigrazione. Piuttosto, dovremmo volontariamente liberarci di molto di ciò che ora possediamo, perché il pericolo nella maggior parte dei beni si trova nel fatto che oscurano la realtà. Vediamo Dio non nel bel mezzo dell’afferrare, ma nel bel mezzo del lasciare andare.
L’unica ragione sicura per volere le cose è con l’aspettativa di darle via. E non si tratta di essere filantropi per essere liberi. Il tipico donatore caritatevole dà spazio alle sue emozioni, ma frena l’avanzata di coloro che egli considera poveri. Dare cose agli uomini rende prigionieri gli uomini, dando verità agli uomini rende gli uomini signori.
Quali sono le forze che ci rendono schiavi?
Qualsiasi cosa, qualsiasi cosa che blocchi la strada al nostro ideale. Hai un chiaro, deciso, sistematico, ideale di ciò a cui aneli di essere e di fare? E in che modo la tua personalità, il tuo modo di pensare, il tuo modo di vivere, ti trattiene? La libertà nella sua grandezza non è tanto abbandono quanto realizzazione. Dare forma in modo risoluto alla nostra vita immediata secondo il nostro proprio standard ci porta alla più enorme liberazione. Non saremo mai liberi di esprimere noi stessi fino a quando non saremo liberi di esercitare il comando su noi stessi.
Il tipo di libertà più elevato non è il bambino allegro, o l’indolente trovatore, e neanche il pallido asceta. E’ l’uomo d’affari risoluto che ha conservato il suo senso più fine delle cose, nonostante il frastuono della battaglia, e la cui visione rimane chiara dove lo sporco è più spesso. Scappare dalle cose brutte solo dà ad esse una migliore possibilità di prosperare. Fai della tua vita una sfida a tutto ciò che suggerisce un compromesso, allora sentirai la gioia dell’indipendenza.
Intorno all’anima umana molti film si riuniscono, giorno dopo giorno. Ogni cosa falsa lascia il suo segno su di noi. Anche ciò che è meno di vero scoraggia e ostacola i poteri della nostra anima. In quante vite è operativa tutta la verità? In nessuna. I pochi che si sono avvicinati a questo, il mondo li ha prontamente crocifissi. A volte mi sembra che la crocifissione sia l’unica fine degna del cammino umano dell’anima. Tutti gli altri percorsi portano all’evasione. Chi, se non i martiri sono stati onesti con se stessi? E cosa, a parte questo, merita un momento di riflessione? Non siamo liberi a meno di non essere disposti a morire piuttosto che scendere a compromessi.
Ci si deve liberare da tutte le imposizioni esterne, prima di poter affrontare il nostro destino nella sua interezza. Dal possesso degli oggetti, dai pensieri invadenti, dal pungolo del desiderio, dalle ferite della memoria, dal tapis roulant delle abitudini, dalla benda del pregiudizio, dalla magia delle sensazioni, dallo scarico di emozioni, dal gelo dell’intelletto, dalla trappola della rabbia, dal velo della personalità, dal laccio e dalla fossa della superbia umana, da tutte queste forme e ombre che ostacolano dobbiamo essere liberi.
L’anima umana non è altro che un canale attraverso il quale scorre un flusso di energia divina. L’uomo efficiente mantiene il canale libero. E per fare questo, deve guardare il mondo solo come un campo attraverso il quale passa, non come una palude in cui si stabilisce. La spinta energica per superare il lato oscuro della vita, e rimanere non toccato dal sedimento oscuro dell’esperienza – questo denota un uomo pieno e motivato dallo Spirito Universale.
La libertà è la forza di esprimere il bene che soggiace in ogni tratto umano, senza aggiunta di errori superficiali. E’ la purezza del santo unita alla potenza del peccatore, il fuoco dello zelota fuso con l’equilibrio del saggio, il sogno del poeta che guida l’uomo di fatica, il canto del trovatore che allegramente si erge sopra il cupo scampanellio della fucina. La libertà è santità senza solennità, allegria senza frivolezza, duro lavoro senza fatica, gioco senza follia, cura senza preoccupazione, sistema senza schiavitù, abbandono senza vizio, fervore senza fanatismo, delicatezza senza fragilità, forza senza violenza, coraggio senza temerarietà, dolcezza senza insipidità, scaltrezza senza egoismo, amore senza cecità, devozione senza ristrettezza, vita senza limitazione.

Quando il primo uomo libero sarà fra noi?

Edward Earle Purinton, ottobre 1916

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