Lettere di Helena Roerich

mataPREFAZIONE

L’edizione originale di questo libro fu pubblicata in Russia nel 1940 dalla Latvian Roerich Society di Riga. Gli editori esprimono il loro sincero riconoscimento alla Signora V.L. Dutko per il suo eccellente lavoro di traduzione della prima versione inglese. Cogliamo anche l’occasione di esprimere la nostra profonda gratitudine a tutti i membri dell’Agni Yoga Society, la cui collaborazione e l’instancabile lavoro hanno reso possibile la pubblicazione di questo libro. L’Agni Yoga Society è onorata di presentare le Lettere di Helena Roerich, volume II, come parte integrante dell’Insegnamento dell’Etica Vivente.

INTRODUZIONE

Il primo volume delle Lettere scritte da Helena Roerich fu pubblicato nel 1954. Oggi, dopo circa tredici anni, sta per essere pubblicato il secondo volume. Subito dopo l’uscita del primo volume, la Signora Roerich venne a mancare, ma il suo lavoro continua e produce frutti visibili e invisibili. L’Introduzione del primo volume fu ispirata dalla sua presenza tra noi.

Sentiamo perciò che è appropriato riproporla qui. «Quando le immagini di grandi figure storiche ci raggiungono dal lontano passato vengono in qualche modo assimilate più facilmente dalla coscienza e, anche se sono velate da miti e leggende, risultano molto convincenti. Col passare del tempo, ogni cosa sembra possibile. Scrittori e artisti di tutti i secoli hanno dedicato le loro migliori ispirazioni a queste lontane figure. Intere generazioni vengono ispirate da questi eroi ed eroine. Nessuno li invidia, ma nessuno riflette quale fu il prezzo pagato per ottenere quelle vittorie. Ciò che si preserva è solo il ricordo della gloriosa ascesa dell’uomo.

Ma questo discorso non vale per le figure del più recente passato, per non parlare poi di quelle del presente. Prendiamo ad esempio i profili biografici di grandi uomini contemporanei. Quante cose inutili e bizzarre vengono dette su di loro! Questo prova solo che il vero significato della loro esistenza non viene ancora valutato e apprezzato. Si citano sempre gli episodi più ambigui e i dettagli più insignificanti, di conseguenza le conclusioni tendono ad essere spregiative, se non del tutto negative.

Naturalmente col passare dei secoli la bilancia sarà riequilibrata. La giustizia degli uomini rimuoverà molta oscurità dagli occhi dei contemporanei. E non bisogna per forza avvilirsi se il giudizio giunge dopo secoli, poiché anche solo nel breve periodo di cent’anni vediamo che molto equilibrio è già stato ristabilito. Ma le lunghe pagine scritte per screditare grandi anime non si sono ancora infrante. I nostri avi hanno testimoniato quanto sia crudele e ingiusto l’atteggiamento degli uomini verso certe manifestazioni che, in meno di un secolo, sono diventate l’orgoglio della loro nazione e anche del mondo intero. E oggi noi siamo testimoni delle medesime cose.

Abbiamo davanti a noi esempi luminosi di uomini e donne che sono i veri creatori della cultura. Sarebbe auspicabile riconoscerli subito piuttosto che posporre inutilmente. Perché nasconderli negli archivi e occultarli alla vista pubblica, facendoli diventare fantasie dell’immaginazione popolare?

Qui incontriamo una rilevante figura contemporanea, una donna russa eccezionale.

Rivelando qualità insolite fin dalla fanciullezza, la si vede ancora bambina quando prendeva di nascosto un pesante volume della Bibbia di Doré. Piegata da quel carico pesante che nascon deva agli adulti, afferrava quel tesoro per osservarne le illustrazioni e infine (dopo aver imparato a leggere da sola), per studiarne i Testamenti.

Dalla biblioteca di suo padre, a un’età straordinariamente precoce, prese anche i volumi di filosofia. Nel frastuono di un ambiente che appare deviante, fu capace di sviluppare una profonda riflessione sulla vita, come se la possedesse da lungo tempo. Onestà, giustizia, costante ricerca della Verità e amore per il lavoro creativo, hanno infine trasformato interamente la vita attorno al suo forte e giovane spirito. Anche la casa e la famiglia furono guidate dagli stessi virtuosi principi.

Ogni difficoltà, ogni pericolo fu sopportato con lo stesso imperturbabile controllo. La conoscenza accumulata e la lotta per la perfezione l’hanno portata alla vittoriosa soluzione dei problemi, e questo condusse le persone attorno a lei sul sentiero luminoso. Ignoranza, oscurità, malizia furono sempre acutamente sentite.

Dovunque era possibile, fu dato sia l’aiuto fisico che spirituale. La vita divenne colma di vero lavoro. Dalla mattina alla sera ogni cosa era compiuta per il bene dell’umanità.

Vastissima corrispondenza, libri scritti, traduzioni di molti volumi di opere: tutto ciò fu eseguito con sorprendente e instancabile vitalità. Anche le circostanze più gravose furono vinte con autentica fede, diventata poi vera conoscenza diretta. Che straordinarie risorse sono necessarie per una tale conoscenza! Tutti i giovani dovrebbero conoscere questa infaticabile vita come esempio fondamentale di austere conquiste, di compassione e di realizzazione.

Quando le difficoltà di questo lavoro ispirato saranno note, sarà particolarmente utile comprendere che si può avanzare senza sosta. Spesso si pensa che ogni cosa sia senza speranza, che il bene non abbia difese contro il male, tanto sono grandi le illusioni derivanti dalla disperazione umana. Per questo sono veramente importanti modelli di vita reali; e possiamo gioire di un tale esempio, perché incoraggia tutti i principianti a realizzare un lavoro costruttivo». (Nicholas Roerich — Nerushimoye).

Così parla il più autentico dei testimoni! Noi, amici e ammiratori delle opere di Helena Ivanovna,*possiamo ricevere attraverso le sue lettere sprazzi infuocati della sua ampia e saggia visione: infatti, tutta la sua vita, non fu permeata di fuoco? Il Movimento delle Donne,
le ricerche cosmologiche, l’Etica Vivente — tutto questo si trova nelle sue lettere agli amici.

Helena Ivanovna si oppose alla loro pubblicazione, ma noi, i suoi numerosi amici, ci siamo scambiati le copie di quelle che furono per noi le indicazioni più preziose. Infine, considerando il crescente numero di amici e collaboratori che richiedevano queste lettere, arrivammo alla conclusione che era necessario pubblicarle in un libro. Ci siamo rivolti a Helena Ivanovna stessa, e alla fine abbiamo avuto il suo permesso. Naturalmente il primo volume consiste solo di un numero relativamente esiguo di lettere, o piuttosto di frammenti di lettere, che nella maggioranza dei casi sono solo risposte alle varie domande dei collaboratori.

I nomi dei collaboratori e anche i loro luoghi di residenza non sono menzionati, poiché la cosa importante è il tema trattato. In quanto ai corrispondenti, essi conoscono ciò che riguarda le lettere e in quali occasioni furono scritte.

Attraverso la graduale pubblicazione delle lettere, sarà rivelato lo spessore del pensiero di questa straordinaria donna russa. In Russia, oltre che all’estero durante i suoi viaggi nel mondo, Helena si sacrificò sempre per servire il suo paese e l’umanità.

Il popolo russo ha contribuito ad arricchire i vari campi della vita con un discreto numero di donne formidabili. Si possono citare alcuni nomi di queste eroine quali: Kovalevsky, Blavatsky, Dashkova, Volkonsky, Morozova e molte altre. Dal passato fino ad oggi, esse hanno servito l’umanità con eccezionale talento e conoscenza. Le loro attività sono state riconosciute solo recentemente, ma la loro influenza è già visibile in tutti i campi quali arte, letteratura, filosofia, medicina, educazione, industria, aviazione — in breve, ovunque si costruisca il Nuovo Mondo.

Helena Ivanovna ha sempre sperato di pubblicare un libro di valore, un’opera bibliografica dedicata alle donne. Inoltre non ha mai pensato di ritirarsi dal mondo; al contrario, ha sempre creduto che la più ampia e stretta cooperazione avrebbe rimosso per sempre le limitazioni convenzionali dell’ignoranza.

Avendo il privilegio di presentare i pensieri di una pensatrice meravigliosa, gli editori hanno il grande piacere di dare a tutti i ricercatori della verità e della cultura la possibilità di apprendere la profonda saggezza delle lettere di Helena Ivanovna Roerich.
[….] Mani abilissime ordiscono le trappole poste dagli oscuri.

Oggi nel mondo si praticano molte cose orribili. La stregoneria più disgustosa si è diffusa in gran quantità su tutta la Terra.

Naturalmente le principali forze del male scelgono di solito le città più popolate da utilizzare come loro centri di attività. La loro arma migliore sono le masse ignoranti. Ecco perché l’unità delle forze bianche o quasi bianche è così essenziale! Ma questi ultimi diventano facilmente grigiastri e vanno a riempire le fila di quelli menzionati nell’Apocalisse, che dice: “Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né caldo né freddo, sto per vomitarti dalla mia bocca”. Solo il potere della devozione e l’impegno a servire la grande Gerarchia di Luce possono salvare dalle trappole ampiamente diffuse dal Principe del Mondo.

Sì, un’ondata di male si sta riversando sulla Terra, e sono necessari tutti gli sforzi di chi opera con abnegazione per la Luce per salvare il vascello naufragante dell’umanità!

Ecco perché è di vitale importanza spargere scintille di Luce, ma nello stesso tempo occorre vigilare su chi le riceve, perché offrendo la luce a chi non la merita, si rischia di incendiare l’intera struttura. L’animo umano è insondabile! E la piaga più orribile dell’anima è l’ambizione; in realtà non c’è nemico peggiore e più diffuso. Se questa vipera non viene prontamente afferrata, assumerà le dimensioni di un boa constrictor. L’ambizione è un flagello rovente per i cuori più duri, ed è una terribile tortura che l’uomo prepara crudelmente per se stesso.

Porgo nuovamente il benvenuto a te e al tuo splendido lavoro. Nonostante le difficoltà, conserva come un tesoro l’altissima gioia data dal conseguimento. La gioia del conseguimento va coltivata in se stessi e negli altri. È la cosa più importante, poiché solo in questo sta la garanzia di salvezza per l’umanità, la garanzia dell’arrivo del Nuovo Mondo! Gli eroi e i grandi Operai dello spirito sono necessari! Dunque, create eroi! Ecco il commiato di uno Spirito supremo quando lasciò il nostro pianeta. Diventiamo eroine e operaie dello spirito, ci avvieremo così sul sentiero più breve, fino a che non ci rincontreremo gioiosamente. La gioia del futuro è predestinata, tuttavia il periodo di attesa sulla soglia è sempre estenuante.

Nella mia ultima lettera ho scritto che il Lamaismo è perlopiù nella medesima relazione col vero Buddhismo, come la nostra chiesa cristiana lo è con l’Insegnamento del Cristo. Qualche tempo fa mi chiesero ragguagli sulle due principali scuole di Buddhismo. Ti scrivo la mia risposta assieme a pochi commenti aggiuntivi.
1. Mahayana e Hinayana sono le due fondamentali scuole di Buddhismo. La loro traduzione letterale è “Grande Veicolo” e “Piccolo Veicolo”. Il Mahayana, o “Grande Veicolo”, è diffuso in tutto il settentrione — in Tibet, in Mongolia, fra i calmucchi e i buriati. Seguaci di questa scuola si trovano anche in Cina e in Giappone. L’Hinayana è presente soprattutto nel sud — a Ceylon, in Indocina, e qualche gruppo si trova in Cina e Giappone.
Il Mahayana è nato nel sud-ovest dell’India nel II secolo a.C. Il suo fondatore fu il grande Maestro Nagarjuna. Quasi nel contempo, forse anche poco prima, questo Insegnamento fu introdotto da Asvaghosha nel nord-ovest dell’India. Asvaghosha fu un drammaturgo e un padre della letteratura sanscrita.
La principale differenza fra Mahayana e Hinayana è che il primo, oltre a Gautama Buddha, riconosce anche la Gerarchia di Luce, guidata dai molti Bodhisattva e dalle Tara. Fra questi Bodhisattva, a parte Maitreya, è specialmente popolare il Bodhisattva Chenresi, il tibetano Avalokiteshvara (Protettore del Tibet) e il Bodhisattva Manjusri (Protettore del Buddhismo). Naturalmente ce ne sono molti altri. Fra le Tara (Divinità femminili), Dukkar dai molti-occhi e dalle molte-braccia è ritenuta la suprema. È legata alla Madre del Mondo (Lakshmi e Kali dell’India), e talvolta alla Tara Bianca. Parimenti adorate sono la Tara Gialla e la Tara Verde, così chiamate per il colore dei loro raggi.
La seconda differenza fra le due Scuole è che mentre l’Arhat dell’Hinayana aspira alla liberazione individuale e personale, il Bodhisattva del Mahayana ha come obiettivo la salvezza del mondo, per cui fa il voto di non entrare nel Nirvana finché non ha raggiunto questo scopo. L’Insegnamento delle Paramita, o la conquista delle supreme Virtù, è unaparticolare caratteristica del Mahayana. I seguaci dell’Hinayana non riconoscono nessuna Gerarchia tranne che il Buddha
Gautama e il suo successore, il Bodhisattva Maitreya. È ovvio che essi non accettano l’autorità né del Dalai Lama né del Tashi Lama. Ci sono poi altre differenze minori, ma non essenziali. È anche vero che l’Hinayana è una scuola exoterica, mentre il Mahayana è una Dottrina esoterica. Il Mahayana del Tibet è diviso in due sette piuttosto complesse al loro interno; una, quella dei Berretti Gialli, o Gelugpa, è la più famosa in Tibet e in Mongolia, e fu fondata dal grande riformatore Tsong-Kha-pa nel XIV secolo. L’altra — più antica — è la setta dei Berretti Rossi, o Nyingmapa; i Dugpa sono una sua diramazione, e sono diffusi in tutto il Sikkim e nel Piccolo Tibet; il suo fondatore era un indù, il Maestro Padma Sambhava. Sia il Dalai Lama che il Tashi Lama, e tutto il governo tibetano, appartengono alla setta dei Gelugpa.
In Tibet, oltre a queste due sette, c’è una religione locale molto più antica e vitale, conosciuta col nome di Bön. Fino ad oggi questo antico credo religioso ha attinto molto dal Buddhismo. Comunque i lama Bön e anche la maggioranza dei lama della setta Rossa, sono molto legati alla magia, e alle pratiche più rozze di negromanzia e tantrismo.
2. In Oriente ci sono religioni e comunità che accettano l’Insegnamento sull’avvento di Maitreya? Il Bodhisattva Maitreya fu annunciato al mondo come il prossimo Buddha dallo stesso Gautama. Ecco perché anche l’Hinayana riconosce solo questo Bodhisattva. Maitreya corrisponde al Kalki Avatara dell’Induismo (“l’Avatara dal Cavallo Bianco” — vedi l’Apocalisse di Giovanni) e ai Messia di tutti i popoli. Tutti i Messia sono necessariamente Avatara di Vishnu; pertanto appartengono tutti a un Unico Ego. Nelle leggende popolari la differenza fra Maitreya e il Kalki Avatara è che, mentre quest’ultimo apparirà alla fine dell’attuale Kali Yuga per la distruzione finale del maligno, per il rinnovo dell’umanità e “il ritorno della purezza”, Maitreya lo si attende prima.
All’inizio della nostra era cristiana, in India e in Tibet furono erette statue in onore del Bodhisattva Maitreya, e oggi non c’è un solo tempio Buddhista in cui non sia presente l’Immagine di questo Bodhisattva, raffigurato su tankas, o rappresentato come una figura colossale, che talvolta è alta come tre piani di un tempio. Naturalmente tutti i buddhisti credono che Maitreya apparirà a Shamballa, e i più illuminati fra loro sanno che Maitreya e l’attuale Signore di Shamballa sono un’unica e stessa Individualità.
Ti cito un’interessante passaggio della Dottrina Segreta tratto dai Purana.
«Così come il Satya Yuga è sempre il primo della serie delle Quattro Epoche o Yuga, il Kali Yuga è sempre l’ultimo. Il Kali Yuga adesso regna sovrano in India, e sembra coincidere con quello dell’era occidentale. In ogni modo è curioso vedere fino a che punto l’autore del Vishnu Purana fosse profetico nel predire… alcune tenebrose influenze ed alcuni peccati di questo Kali Yuga. Poiché, dopo aver detto che i “barbari” sarebbero stati i padroni delle sponde dell’Indo, di Chandrabaga e del Kashmir, egli aggiunge: “Vi saranno dei monarchi contemporanei che regneranno sulla Terra — monarchi dallo spirito rozzo e dal carattere violento, sempre portati alla falsità e alla malvagità. Essi uccideranno donne, bambini e vacche; s’impossesseranno dei beni dei loro sudditi, e desidereranno la donna altrui; essi avranno un potere limitato… le loro vite saranno brevi, i loro desideri insaziabili… Popoli di paesi diversi, mescolandosi con quelli, seguiranno il loro esempio; e i barbari, saranno potenti (nell’India) sotto la protezione dei prìncipi, mentre le tribù pure saranno trascurate, le popolazioni periranno. La ricchezza e la pietà diminuiranno ogni giorno, fino a che il mondo non sarà completamente depravato… Soltanto il possesso di beni conferirà il rango; le ricchezze saranno la sola sorgente di devozione; la passione sarà il solo legame fra i sessi, la falsità il solo mezzo di successo nelle controversie; e le donne saranno considerate semplici oggetti per appagare i sensi… I caratteri esterni saranno la sola distinzione dei diversi ordini della vita:… un uomo, se ricco, sarà reputato puro; la disonestà… sarà il mezzo universale di sussistenza; la debolezza la causa della dipendenza; la minaccia e la presunzione sostituirannol’apprendimento di conoscenza; la liberalità sarà devozione; il mutuo consenso sostituirà il matrimonio; i begli abiti prenderanno il posto della dignità… Colui che sarà più forte regnerà… il popolo, incapace di sopportare i pesanti fardelli (khara-bhara, il peso delle imposte), cercherà rifugio nelle vallate… Così, nell’Età Kali, la decadenza proseguirà incessantemente, fino a che la razza umana si avvicinerà al suo annientamento (pralaya). Quando… la fine dell’Età Kali sarà prossima, una parte di quell’Essere Divino che esiste per la propria natura spirituale (Kalki Avatara)… discenderà sulla Terra… dotato delle otto facoltà superumane… Egli ristabilirà la giustizia sulla Terra; e la mente di coloro che vivranno alla fine del Kali Yuga sarà risvegliata e resa trasparente come un cristallo. Gli uomini così trasformati… saranno il seme di esseri umani e daranno origine a una razza che seguirà le leggi dell’Età Krita (o Età della Purezza). Poiché è detto: “Quando il Sole e la Luna, la costellazione lunare Tishya e il pianeta Giove saranno in una medesima casa, l’Età Krita (o Satya) ritornerà”.
“… Due persone, Devapi, della razza di Kuru, e Maru (Moru), della famiglia di Ikshvaku, continueranno a vivere attraverso le Quattro Età, dimorando a Kalâpa [Shamballa]. Essi ritorneranno qui al principio dell’Età Krita… Maru [Morya] il figlio di Shighra, per mezzo del potere dello (Yoga) vive tuttora… e sarà colui che ristabilirà la razza degli Kshatriya della Dinastia Solare…”.
Sia vera o errata quest’ultima profezia, le “benedizioni” del Kali Yuga sono ben descritte e si adattano meravigliosamente anche a quanto possiamo vedere in Europa, e in altri paesi civilizzati e cristiani, in pieno XIX secolo e all’alba del XX secolo della nostra grande “Era di Illuminazione”.
… Nel Matsya Purana, cap. CCLXXII si parla di una dinastia di… Morya o Maureya. Nel medesimo capitolo, è detto che i Morya regneranno un giorno in India, dopo avere ristabilito la razza Kshatriya fra molte migliaia d’anni. Soltanto quel regno sarà puramente spirituale e “non di questo mondo”. Sarà il regno del prossimo Avatara».*
Gli iniziati indù sanno molto dei loro Mahatma che vivono nella catena transhimalayana, e ben difendono dai curiosi questa sacra conoscenza. Quando, a suo tempo, H.P. Blavatsky divulgò i Loro venerabili nomi, molti si opposero. In India c’è ancora un profondo rispetto per il sacro, e in particolare per questi supremi Maestri dell’umanità. Non un solo indù pronuncerebbe il nome del suo Guru a un estraneo, tanto lo considera sacro.
Ora capirai con quanta sacralità il nome di Maitreya, o Kalki Avatara o Muntazar, risuona nei cuori dell’Oriente. Tutte le religioni ruotano attorno allo stesso concetto di Avatara e di futuro Messia. Questa fede, o piuttosto questa conoscenza-diretta, è quel fuoco che sostiene e nutre la vita spirituale del nostro pianeta. L’estinzione di un simile fuoco farebbe sprofondare il pianeta nelle tenebre della distruzione. In realtà, niente è più vitale, più potente e bello del concetto di Grande Avatara. Tutte le profezie, le visioni, e le più antiche e sacre leggende di ogni popolo, celano sotto differenti simboli e allegorie il grande Libro delle Vite del Sommo che lotta contro il serpente apocalittico.
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Oggi, quando si sente parlare della “ricerca del Buddha vivente”, si può solo sorridere. Certo soltanto l’ignorante crede davvero che ogni Dalai Lama sia un’incarnazione del Bodhisattva Avalokiteshvara, e ogni Tashi Lama, del Buddha. Tutto ciò deve essere intenso in senso metafisico. L’incarnazione dei grandi Spiriti in una specifica personalità va considerata come una potenziata, o anche costante trasmissione di un raggio da parte di uno Spirito elevato a un successore prescelto. Infatti, quando nasce colui che è designato a compiere una certa missione, lo Spirito superiore che gli è più vicino per karma, gli invia il Suo raggio che lo accompagna per tutta la vita. Questo raggio raggiunge il bambino fin dalla nascita, esattamente come i raggi delle stelle sotto i quali è nato. Egli cresce sotto questo raggio, e nel suo graduale sviluppo lo assimila completamente nell’organismo. Ecco come avviene ciò che chiamiamo l’incarnazione del raggio, o la suprema ispirazione gerarchica.
Dovresti sapere che la materia o le energie di cui si rivestono gli Spiriti elevati sono indistruttibili, e in certi casi, secondo la legge di attrazione o di affinità, possono penetrare la sostanza del corpo sottile che si forma attorno a uno spirito evoluto, pronto per una nuova incarnazione. Naturalmente i Dalai Lama e i Tashi Lama della nostra epoca sono così lontani dalla nobile idea di guida spirituale che solo le masse incolte li credono incarnazioni di alto livello. Tuttavia la tradizione riguardante la reincarnazione di un unico e identico Ego in questi rappresentanti del potere spirituale è ancora molto resistente. Durante la ricerca di queste incarnazioni avvengono molte cose istruttive. Senza dubbio la gente incontra molto spesso i loro lama di nuovo reincarnati; ma in ciò non c’è nulla di sorprendente, perché quei lama furono sovente uomini normalissimi.
Viaggiando per il Tibet, abbiamo visto molte cose interessanti. Portavamo con noi lo scritto di un’antica profezia, e una volta lo mostrammo a un buriato molto colto, laureato all’Università di Pietrogrado. Dopo averla letta, l’uomo si agitò molto e ci disse che si trattava proprio della stessa profezia che una volta aveva udito dalle labbra di un bambino mongolo. Ci raccontò che in un piccolo villaggio non lontano da Urga nacque un bambino il quale, non ancora compiuto un anno di età e in presenza di parecchie persone, pronunciò inaspettatamente questa stessa profezia. Naturalmente il bambino fu ritenuto la reincarnazione di qualcuno. Non sapemmo nient’altro del suo destino.
Non è corretto pensare che nel libro, Bestie, uomini, dèi, tutto sia basato sulle fantasie più inverosimili. C’è più verità di quanto si possa pensare. Ad esempio, la maga menzionata in questo libro era ancora viva quando ci trovavamo in Mongolia. Del pari, l’inaspettato arrivo del Grande Signore di Shambhalla a Gompa non è un’invenzione, e noi stessi udimmo una versione dell’accaduto. In Oriente ci si può ancora imbattere in simili fatti prodigiosi, che però si manifestano solo a chi è pronto a rinunciare a tutto pur di farne esperienza.
La mia lettera si è fatta troppo lunga, e la termino qui. Osserva e annota le tue reazioni sottili; in questo modo affinerai l’attenzione, e molte cose ti diverranno comprensibili.

Inviato da
continua alla Fonte: http://www.istitutocintamani.org/libri/Lettere_Helena_Roerich_Vol_II.pdf

LETTERE di HELENA ROERICH 1935 – 1939

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