La causa profonda delle malattie

LE CAUSE PROFONDE DELLE MALATTIE


In questa pagina proponiamo alcune teorie, che risalgono a circa ottantanni fa, e che la Medicina Ufficiale non considera nel modo più assoluto. Eppure, se la stessa Medicina Ufficiale, avesse un po’ di umiltà, dovrebbe ammettere che non sta affatto rimuovendo la radice profonda di tante malattie, ma cercando soltanto di alleviarne la sintomatologia, assai spesso dolorosa e invalidante.

Quanto proposto è ad esclusivo scopo informativo e non sostituisce il medico a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute.



La causa basilare di ogni malattia 

La buona salute non potrà mai essere conquistata prendendo dei veleni (medicine di sintesi, Ndr). Quanto tempo ci vorrà perchè la gente realizzi che la salute non è una merce? Che non può essere comprata o venduta oppure trasmessa da qualche pillola o dal contenuto di una siringa ipodermica? (Dr. Herbert M. Shelton).

La causa basilare dell’artrite, o di qualsiasi altra malattia, è l’accumulo nell’organismo di sostanze tossiche (tossiemia) che povoca il deterioramento metabolico dei fluidi, dei tessuti e delle cellule del corpo. Questi prodotti si accumulano perchè il processo di eliminazione non funziona bene a causa della debolezza organica. L’esaurimento risulta dalle abitudini di vita che impiegano l’energia nervosa che può essere ristabilita dopo lunghi periodi di riposo e di sonno.

Diventiamo estremamente affaticati. L’indebolimento inibisce l’escrezione, e sviluppa la tossiemia. Questa interferisce con la sintesi nutrizionale, ed il metabolismo subisce dei cambiamenti che portano alla perversione che, a sua volta, porta alla patologia (malattia).

In un primo momento la malattia si presenterà come una disfunzione, in seguito diventerà un’irritazione cronica, capace persino di cambiare la struttura organica. Il mangiatore, il bevitore, il sensuale che indugia negli eccessi dei suoi appetiti; il lavoratore che continua a sovraccaricarsi di lavoro; l’ansioso i cui pensieri dominano la sua vita; l’abituale consumatore di stimolanti che danneggia il suo corpo, sono tutti individui che dissipano le loro energie nervose finchè queste non saranno più sufficienti a dirigere e controllare le funzioni vitali nel modo corretto.

Ho avuto modo di osservare che la maggioranza (non tutti) degli artritici, hanno una natura determinata ed ostinata. La loro mente è irrigidita quanto lo sono le loro giunture. Questo stato mentale è spesso combinato con un’irritabilità che tende ad essere un’ulteriore causa di indebolimento. C’è da chiedersi se tale irritabilità possa essere una causa di sofferenza piuttosto che un suo effetto, di certo la sua presenza tende ad aggravare la situazione. Occorre un grande equilibrio, anche se non è facile raggiungerlo col sofferente artritico.

Questi ammalati, nel tempo, sono stati sottoposti a medicine, a massaggi, a manipolazioni, a vapore, a scottature, ad elettroesecuzione, a saune, punture di api; hanno preso melasse, sali, e vitamine. Essi hanno sofferto le agonie per i dolori, la febbre, le giunture gonfie, e le deformazioni e non è facile convincerli di quanto possano essere utilie l’adattamento e la pazienza. La loro pazienza, infatti, è stata esaurita ed hanno poca fiducia in tutti e tutto ciò che potrebbe aiutarli a recuperare la salute perduta. Quando viene loro esposto unpiano di cura naturale, essi non mostrano alcun interesse alle teorie che spiegano le cause profonde che hanno portato all’insorgere della malattia. Essi vogliono risultati, ma non sempre sono facili da ottenere.

Mialgie e Atralgie

Un quarto di ciò che mangiamo serve per vivere. Gli altri tre quarti servono a far vivere i medici (Anonimo egizio).

Sono fra le manifestazioni più comuni dell’uricemia e anche in ordine di tempo fra le precoci. Si localizzano, come abbiamo detto, a un muscolo o gruppo muscolare o in qualunque articolazione, non danno fenomeni obbiettivi, resistono a molti medicamenti, si esacerbano a seguito di errati trattamenti terapeutici; possono durare per anni come unico sintomo di uno stato uricemico latente.

Sedi più frequenti sono i muscoli dorso-lombari (lombaggini), i muscoli della spalla, quelli della nuca (torcicollo posteriore), le articolazioni del ginocchio, del piede e delle mani.

Allorquando la mialgia si fissa in un determinato muscolo, il quale diventa particolarmente dolente anche alla pressione, con manifesta diminuzione della sua funzionalità, talvolta anche in preda ad aumento di calore della cute sovrastante e, quando la constatazione riesce possibile, a tumefazione e ingrossamento globale, con partecipazioni generali subfebbrili, allora si può parlare di miosite. I tendini possono essi pure partecipare al fenomeno infiammatorio, con dolore e tumefazione. In tali casi qualsiasi movimento provoca dolori d’intensità massima.

Per la miosite vale quanto è detto a proposito delle nevralgie e delle nevriti. Nel caso attuale anzi, le differenze sono ancora meno dimostrabili e perciò i due quadri presentano le più grandi analogie.

Nevriti 

In una gran quantità di casi trattati dai medici, la malattia è curata dalla natura, non da loro (John Forbes).

Le nevriti uricemiche e gottose sono oggi ammesse da molti autori e classificate fra le forme poli-nevritiche discrasiche.

Meno conosciuto è il meccanismo patogenetico. Buzzard, tempo fa, ne raccolse otto casi nei quali dei dolori a forma nevralgica, accompagnati da paresi con modificazioni leggere dell’eccitabilità elettrica, si erano manifestate in soggetti gottosi contemporaneamente a delle poussées di tumefazioni dolorose all’alluce ed erano scomparse insieme al dissiparsi di queste ultime. Furono in seguito pubblicati casi da Chauffard, da Ebstein, da Grube.

Il loro inizio è per lo più lento e insidioso. Raramente lo sviluppo della malattia arriva agli stati avanzarti gravi. In principio appaiono delle sensazioni di formicolio o punzecchiatura dei muscoli o nella cute, lungo il decorso di un ramo nervoso. In seguito possono comparire dolori acuti di tipo nevralgico e insieme dei disturbi della motilità e del trofismo, con le abituali gradazioni d’intensità e di localizzazione.

Le alterazioni del trofismo muscolari e i disturbi vasomotori, sia pure lievi, non sono quasi mai assenti. A questo proposito, credo che non si debba più mantenere quella barriera tanto alta che fin ora era ammessa fra nevralgia e nevrite. La nevrite presenta in un primo stadio, lo stesso quadro della nevralgia e se ragioniamo, come in realtà dobbiamo fare, più fisiologicamente che, anatomicamente, ci persuaderemo della affinità e dei molti punti di contatto fra le due sindromi morbose. Qui, come in molte forme nervose, noi dobbiamo vedere nella sindrome, non la lesione di un organo, ma la perturbazione della sua funzione.

I nervi che più facilmente possono essere colpiti sono quelli che dipendono dal plesso brachiale (circonflesso, mediano, radiale, cubitale) e quelli del plesso sacrale (sciatico).

Un esempio veramente tipico di nevrite iniziale uricemica potei osservare, anni or sono, in una donna di 36 anni, immune da tubercolosi e da sifilide, la quale presentava il seguente quadro: eredità gottosa sicura, fenomeni di facile instabilità del sistema nervoso simpatico, cefalee, emicranie, mialgie, calcolosi renale (confermata dall’esame radiografico). In questa paziente si sviluppò lentamente una nevrite del nervo cubitale destro, con fenomeni algici, disturbi motori, trofici (leggera atrofia muscolare) e vasomotori. Una cura appropriata la fece retrocedere e guarire.

Artrite reumatoide (AR)

Ognuno, se sapesse quel che i medici fanno, gli cederebbe volentieri la metà dei propri beni, a patto che non si accostassero mai troppo (Leone Tolstoj).

Alcune autorità in campo medico, sono inclini a pensare che la malattia abbia origine nel sistema nervoso. E’ pur vero che esiste un tipo di artrite deformante che ha la sua origine nel Sistema nervoso, ma non è quella che viene generalmente intesa come AR, ovvero una malattia distrugge le articolazioni provocando la giuntura delle ossa (anchilosi). Va anche detto che ogni tipo di malattia comporta pur sempre una disfunzione del sistema nervoso, perché deve esservi uno “snervamento” prima che essa si possa sviluppare. Tale snervamento può essere prodotto da qualsiasi motivo che causi un esaurimento dell’energia nervosa.

Il disturbo nutrizionale che genera l’AR proviene da un continuo eccesso alimentare che supera le capacità digestive individuali. Se i soggetti in questa classe particolare, hanno la diatesi scrofolosa, svilupperanno la tubercolosi o qualche forma di malattia tubercolare dei reni, fegato, cervello, ecc. Nei casi di diatesi gottosa la malattia provoca l’infiammazione delle mucose articolari ed il deposito di materiali calcarei sulle cartilagini delle medesime.

Quando la malattia si è instaurata non potrà essere guarita fintanto che dalla dieta non saranno eliminati tutti i cibi che apportano molti minerali calcarei, ecc.

Riferimenti Bibliografici

    • 1. Dr. Herbert M. Shelton, Artrite, soluzione naturale.
      Casa Editrice Igiene Naturale Srl., Via Roma, 62, GILDONE (GB).
    • 2. Malattie da Acido Urico – Cause, conseguenze e cure (per il prof. Luigi Devoto). Con scritti dei professori P. Boveri, A. Ceresoli, G. Fasoli, D. Melocchi, G. Pieraccini, R. Pinali, A. Pugliese. Edito nel 1927. Pagg. 59-61. Prelevalo in Versione Acrobat Reader (.pdf, 1.008 Kb).
  • 3. Brano tratto dal famoso libro del Dr. J.H. Tilden, The impaired health, Vol II. (La salute indebolita, Vol II).
    Si tratta di due volumi di pubblico dominio, puoi leggere il primo volume cliccando qui, ed il secondo volume cliccando qui.

Fonte: www.viveremeglio.org

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