IL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE di Nobuo Shioya (2/12)

TibetBuddha

La forza creatrice dei pensieri e della corretta respirazione trasforma la vita a nostro piacere. L’immaginazione libera la nostra energia sotto ogni aspetto lavorativo e relazionale, procurandoci forze ancora superiori a quelle di cui disponiamo normalmente ed aiutandoci a concretizzare le nostre idee.

Vi prego di tenere conto che la chiave per l’attivazione dell’energia dell’universo consiste nel chiedere insistentemente che avvenga. Ciò che viene richiesto con insistenza si avvera. Con la forza della visualizzazione e della corretta respirazione è possibile condurre un’esistenza libera ed ampliare notevolmente le proprie potenzialità. La vocazione della mia vecchiaia consiste nel trasmettere questa conoscenza.

DUE ESEMPI SUL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE

Sono sano, ma invecchio comunque e solo in parte sono in grado di sottrarmi ai fenomeni dovuti all’età avanzata. Verso gli ottantacinque anni ho avuto la sensazione che la mia vista stesse calando. Dalla visita oculistica a cui mi sono sottoposto è effettivamente emerso che il mio cristallino era torbido. La diagnosi era “cataratta” e mi è stato consigliato l’intervento chirurgico. Ho chiesto se ci fosse un’altra possibilità di cura oltre all’operazione e l’oculista mi ha risposto di no, come se fosse del tutto ovvio. ≪Ah, è così?≫, ho pensato ridendo, e sono tornato a casa. Dopo di che non sono più andato dal medico. Com’è stato possibile? Mettendo ogni giorno in pratica il metodo, mi sono immaginato di essere già completamente guarito dalla cataratta e mi sono rappresentato più volte questa situazione. Nel frattempo sentivo di recuperare a poco a poco la vista, e quando mi sono fatto visitare da un altro oculista mi sono sentito dire che c’erano lievi sintomi di cataratta, ma allo stadio iniziale. La mia cataratta non era allo stadio iniziale, ma in via di guarigione! Naturalmente non mi sono fatto operare e nel frattempo la cataratta è scomparsa del tutto.

 

Poco dopo ho cominciato a soffrire di ipertrofia prostatica: facevo fatica ad urinare e mi sembrava di avere la vescica sempre piena. Come avevo già fatto per la cataratta, anche in quel caso ho usato il metodo, immaginando che la prostata fosse già guarita. Quella volta però non ottenevo buoni risultati, i sintomi si aggravavano gradualmente e poco prima del mio novantesimo compleanno non riuscivo quasi più ad urinare. Per quale motivo? Dopo averci riflettuto sopra ho capito il perché: mi sono reso conto che l’intensità dell’immaginazione usata per guarire dalla cataratta era insufficiente per la prostata. Ho quindi intensificato ulteriormente la mia rappresentazione mentale, sostenendo di essere guarito, e mi sono concentrato sulla visione di un getto di urina che fuoriusciva senza difficoltà. Sapete cos’è successo allora? La mattina dopo l’urina ha cominciato ad uscire in un getto sottile come un filo che però andava via via allargandosi. Nel giro di una settimana ero perfettamente guarito. Mi sono curato da una malattia senile, da cui in genere non si guarisce da soli, utilizzando semplicemente la tecnica respiratoria e la potente energia della rappresentazione mentale. E per di più a novant’anni! Un urologo mi ha perfino dato del bugiardo, e tenendo conto della sua cultura generale e delle sue conoscenze mediche, posso capirlo. Ci saranno di certo anche diversi lettori che non riusciranno a credere ad una guarigione così rapida. Non mi interessa fornire le prove dei miracoli, ma mi preme sottolineare che la medicina e la chimica non sono le uniche detentrici della conoscenza e che esistono molti fenomeni che non possono essere spiegati razionalmente sulla base del nostro attuale stato delle conoscenze. Il fatto che le malattie migliorino grazie al potere dell’immaginazione non può essere semplicemente liquidato come menzogna e superstizione.

 

La naturale energia di guarigione di cui l’essere umano è fornito fin dalla nascita è molto più forte di quanto crediamo: è infatti in grado di sconfiggere qualsiasi malattia. Ma per mettere in moto questa energia di guarigione e renderla efficace bisogna essere intimamente convinti della sua esistenza. Grazie al potere della visualizzazione è quindi possibile compiere un “miracolo”.

 

Il grado di efficacia dipende anche dall’intensità della rappresentazione mentale. Ci sono persone che hanno successo, e altre che pur dandosi altrettanto da fare non ne hanno per niente. È un fenomeno che si verifica spesso, ma sarebbe sbagliato liquidarlo come una questione di fortuna o sfortuna. La differenza fra il successo e l’insuccesso sta nel credere o meno di potercela fare. Spesso chi ha molta fortuna e vede realizzarsi i propri desideri è dotato di una facoltà immaginativa due volte più forte di quella degli altri. Affinché un desiderio si realizzi è importante continuare a chiederlo e immaginarsi con tutte le proprie forze l’obiettivo che si vuole raggiungere.

 

Anche quando attraversano il deserto, gli aborigeni australiani si portano poca acqua e nessuna provvista, perché con le preghiere e le rappresentazioni mentali trovano ogni volta ciò di cui hanno bisogno. Chiedono al cielo di dar loro nutrimento anche quel giorno, dopo di che visualizzano per esempio un uccello ed ecco che ne arriva in volo uno stormo. Gli aborigeni ne catturano alcuni e così hanno di che cibarsi per quel giorno. Per questo credono fermamente e senza alcun dubbio che quanto hanno immaginato si realizzerà. Qualcuno potrebbe dire che questa facoltà sia tipica solo degli aborigeni, ma la mia opinione è diversa. Anche noi una volta avevamo questa immaginazione, ma poi l’abbiamo perduta. Anzi, non l’abbiamo perduta, ma solo dimenticata.

 

Vent’anni fa, quando ne avevo circa settantacinque, ho fatto con mia moglie un viaggio sulle Alpi Svizzere. Il giorno in cui volevamo vedere il Monte Bianco, il cielo si è riempito di nuvoloni. La vista era pari a zero e faceva un freddo terribile. La maggior parte degli escursionisti, fra cui anche mia moglie che tremava di freddo, ha deciso di rinunciare e ritornare a valle. La delusione era grande. Solo io sono rimasto lassù e in quel momento ho avuto l’assoluta certezza che di lì a poco le nubi si sarebbero dileguate. Era una convinzione ancora più intensa di qualsiasi visualizzazione o rappresentazione mentale. ≪Non è possibile che adesso che sono qui, il Monte Bianco, la più alta vetta delle Alpi, non mi si mostri in tutta la sua maestosità!≫. Quando tuttavia avevo ormai deciso di ridiscendere, una coppia con cui avevo fatto amicizia durante il viaggio mi ha fermato dicendomi: ≪Aspetti ancora un po’, il cielo dovrebbe aprirsi da un momento all’altro≫. Anche loro due aspettavano da tempo quel viaggio e come me desideravano intensamente godere di quella vista. Sono dunque rimasto, e nel giro di due o tre minuti al massimo le nuvole hanno cominciato a muoversi verso il basso. Mentre osservavo quello che stava succedendo, il panorama si è aperto e poco dopo il cielo si è fatto terso, mentre davanti a noi il Monte Bianco ci si manifestava in tutta la sua imponenza. Quella vista mozzafiato ci ha lasciati senza parole. Quando ho guardato in basso, ho provato di nuovo un grande stupore: la cortina di nubi da cui prima eravamo avvolti, ora formava sotto di noi un vasto mare, quasi un tappeto da cui qua e là spuntavano le vette del Cervino e di altre montagne. Anche quel paesaggio era talmente bello e grandioso da non sembrare di questo mondo. Trattenendo il respiro siamo rimasti per un po’ a goderci la vista. Credo che quello sia stato un meraviglioso regalo che il Monte Bianco ha fatto a me e a quella coppia, come quello che fa la natura quando, rispondendo alle preghiere degli aborigeni, procura loro il cibo necessario. La natura ha risposto alla nostra profonda convinzione che avremmo visto il Monte Bianco, la coltre di nubi si sarebbe diradata e il cielo si sarebbe rasserenato.

Nobuo Shioya è nato in Giappone nel 1902. Essendo stato un bambino cagionevole, ha cercato intensamente il modo per recuperare la salute. Questa ricerca l’ha portato a scegliere la professione medica così da poter aiutare sé stesso e gli altri. Dopo aver conseguito il dottorato, ha unito i metodi della medicina occidentale alla tradizione orientale. In seguito si è accorto che il metodo della visualizzazione poteva accelerare il processo di guarigione dei suoi pazienti. Da quel genere di visualizzazione e dalla sua particolare tecnica respiratoria ha tratto un metodo curativo del tutto particolare e molto efficace.

Il Dr. Shioya si è spento nel 2008 all’età di 105 anni.

estratti da “La Fonte dell’Eterna Giovinezza – Come vivere in perfetta salute e libertà grazie alla corretta respirazione e alla forza creatrice dei pensieri” di Nobuo Shioya – ed. PDF

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