I Nodi di Hartmann, un reticolo pericoloso

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Vitruvio, nel “De architetura” racconta che prima di edificare una casa o una città i romani lascivano pascolare sul terreno scelto un gregge di pecore per poi esaminarne le interiora. Oggi si sa che queste pratiche che sanno di magia hanno una base reale. La terra, già immersa in un vasto campo di radiazione naturale, indispensabile per lo svolgersi della vita, produce essa stessa delle radiazioni; se in un luogo queste sono in eccesso, ne risentirà il funzionamento del fegato, che, regolando e filtrando il sangue, è la prima barriera che il corpo oppone ai raggi tellurici.

 

I RETICOLI GEOMAGNETICI Il primo che segnalò, nel 1937, al Congresso internazionale della stampa scientifica, la presenza sulla terra di un campo elettromagnetico a struttura reticolare simile a quella dei meridiani e dai paralleli geografici, fu Peyré. Le sue ipotesi vennero riprese e sistematizzate poi da altri ricercatori, in particolare da Ernst Hartmann, dell’università di Heidelberg, considerato uno dei pionieri della geobiologia.

 

Hartmann parla di rete globale, o rete H, che sarebbe distribuita sull’intera superficie della terra e si innalza attraverso tutta la biosfera facendo supporre un irraggiamento proveniente dall’interno del globo. La maglia, che si restringe verso i poli e si allarga verso l’equatore, è composta da fasce larghe circa venti centimetri: determinare la loro posizione precisa è possibile ma difficile per la relativa instabilità, perché risente dell’influenza dei fattori geofisici e delle perturbazioni elettromagnetiche naturali e artificiali. Le fasce del reticolo hanno effetti negativi, soprattutto nei punti di incrocio, detti nodi H, che sono energeticamente più attivi. Sarebbero veramente nocivi quando coincidono con altre perturbazioni dovute a fonti sia naturali sia artificiali: a rendere più attivi un nodo H è la presenza nel sottosuolo di corsi d’acqua, faglie, masse magnetiche e strutture metalliche.

 

GABBIE DI FARADAY I campi elettromagnetici naturali possono essere modificati dacampi artificiali. Nelle gabbie metalliche, come ad esempio un edificio costruito in cemento armato, può verificarsi assenza di campo elettrico naturale, fenomeno noto come gabbia di Faraday. Michael Faradey, chimico e fisico inglese, osservò che una qualsiai struttra metallica a forma di gabbia funge da schermo: i corpi in essa contenuti vengono isolati dall’azione dei campi elettrici esterni, e rimane solo quella dei campi magnetici. La mancanza o le anomale variazioni di campi elettrici portano a stati di indebolimento generale, che arriva in certi casi a essere una vera sick building sindrome. E’ stato infatti dimostrato che il campo elettrico naturale ha un ruolo fondamentale sul mantenimento della polarizzazione cellulare e sull’inibizione dei processi di proliferazione dei microrganismi: in sua assenza l’organismo ha meno difese.

 

I RIMEDI Tutte le strutture metalliche modificano le onde elettromagnetiche. E’ meglio non collocare grandi strutture di metallo come librerie nelle camere o anche nei vani sottostanti: la caldaia e l’auto nel garage sotto la camera da letto possono avere un effetto amplificante. Per neutralizzare gli effetti delle radiazioni telluriche in camera da letto, si può ricorrere a materiali con proprietà schermanti: un rimedio efficace è il filo di rame intrecciato su stuoie e coperte di lana pura, hanno proprietà parzialmente isolanti il legno, il sughero, il bambù e la lana.

 

LE “ANTENNE” ANIMALI Oltre a strumenti come il galvanomerto – misura le correnti elettriche anche deboli – e il geomagnetometro, che registra il magnetismo di origine terrestre, anche l’osservazione del comportamento di animali e vegetali fornisce alcuni indizi. Il cane è un buon rivelatore e ha un’istintiva antipatia per le zone perturbate, mentre il gatto ama le vibrazioni dei raggi tellurici della rete, in particolare in nodi di H e sceglie i luoghi a maggiore sollecitazione. Le api producono una quantità tripla di miele se sono su un nodo di H, termiti e formiche, invece, cercano le zone di più intensa irradiazione per costruirvi le loro dimore. Anche lepiante si mostrano molto sensibili alle zone geopatogene, nelle quali hanno difficoltà di attecchimento e di crescita e subiscono più facilmente le malattie; una zona negativa è resa particolarmente evidente dalle siepi che, nella parte interessata, perdono vigore e ingialliscono. Tra le più sensibili, il capelvenere e il prezzemolo in vaso, che nel luogo sabgliato non si sviluppano. Il cocomero, il sedano e la cipolla non riescono a crescere in zone perturbate.

 

Fonte http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori2002/zani/campimagnetici.htm

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