Guerra per (e con) le risorse naturali in Europa. L’Ucraina taglia l’acqua alla Crimea

l'ucraina blocca il canale sul dnieper che porta acqua alla crimea

Ieri l’Ucraina ha tagliato alla Crimea l’approvvigionamento di acqua potabile: significa affamare la Crimea, dato che avrà acqua per gli usi civili ma non per l’irrigazione. La guerra in Ucrania – perchè in Ucraina si spara – è scoppiata per le risorse naturali e l’energia (serve infatti per decidere se gli europei continueranno ad acquistare gas russo o saranno costretti ad importare il più caro gas statunitense da fracking) e sta sviluppandosi attraverso l’uso e il controllo delle risorse naturali. E’ la nuova frontiera della guerra. Forse erano meglio le bombe.

L’Ucraina ha deciso di buttarsi nelle braccia (tutt’altro che disinteressate) dell’Ue e degli Usa in seguito a disordini di piazza incoraggiati dagli stessi Usa e dalla stessa Ue. La Crimea (di lingua e cultura russa) ha preferito continuare a guardare verso Est: con un referendum ha scelto di staccarsi dall’Ucraina e di chiedere l’annessione alla Russia.

L’Ucraina ha deciso di punirla con armi non convenzionali. Ha tirato giù una chiusa e ha bloccato il canale artificiale che porta in Crimea l’acqua del fiume Dnieper: l’85% del suo fabbisogno idrico. I campi, e soprattutto le risaie, rischiano l’agonia: in tutto il mondo, oltre il 70% del consumo d’acqua serve proprio per l’agricoltura.

Contemporaneamente la società energetica ucraina Dtek, controllata dall’uomo più ricco del Paese, ha avvisato la Crimea che le taglierà le forniture di energia elettrica: a meno che la Crimea non paghi fino all’ultimo centesimo i suoi debiti pari a 60 milioni di dollari. Anche la benzina arriva dall’Ucraina in Crimea col contagocce.

Curiosamente l’Ucraina è a sua volta in abissale debito con la Russia per le forniture di gas, presenti e passate: il conto ammonta a 11,4 miliardi di dollari. La Russia non ha chiuso i rubinetti.

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