Generazione da cestinare

la mia generazione, quella degli anni Settanta, ha procreato pochissimo rispetto alle precedenti ed oggi, più che quarantenne, si appresta a pagare un conto che definire salato è nulla. Inoltre, essa, è quella che più di altre è rimasta traumatizzata dall’ipocrisia della Legge definitiva sul divorzio e dalle conseguenze nefaste. Ma ciò di cui meno si parla riguarda la cultura stessa di quegli anni, anni splendidi sotto il profilo della moda, dello stile, delle acconciature e della musica – divina sublimazione degli anni Sessanta, invigliacchita di nascosto, dalla mano di quell’infame mondialismo occulto il quale iniziava a serrare i ranghi in vista dell’avvento di un futuro orwelliano tutto da gestire a danno dell’umanità.

Infatti, proprio nel 1973, a Londra, in Inghilterra, il newyorkese David Rockfeller (classe 1915) assieme ad un ridicolo premio nobel per la pace (anche questo 1973) come il tedesco naturalizzato usa Henry Kissinger (classe 1923), ebbero a fondare la ben nota Commissione Trilaterale. Il tutto andava in scena a soli dieci anni dalla uccisione di Kennedy (1963), ma nello stesso momento in cui il Presidente del Cile, Salvador Allende, veniva assassinato in data 11 Settembre 1973 per aver osato nazionalizzare le miniere di rame da cui le multinazionali statunitensi Anaconda ed Hancock estraevano a sbafo senza onestà; e mentre nel Mediterraneo si scatenava la Guerra del Kippur che avrebbe posto il primo argine alla crescita del PIL mondiale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) e gettato le economie del pianeta NON nel caos più totale, come si usa dire, bensì in un meccanismo diabolico e ben oliato. Avvenimenti consequenziali, evenemenziali, si potrebbe osservare. Invece no. Nemmeno per sogno. Era tutto stato pianificato a tavolino. Una sfilza di colpi di scena attraverso cui ubriacare di menzogne la popolazione tutta attraverso il regolare drogaggio delle informazioni al fine di pilotare l’opinione occidentale (e di riflesso le altre) secondo i modelli cui tendevano lorsignori.

Il messaggio subliminale da far giungere a pochi illuminati, o sedicenti tali, dei vari governi coevi (o di chi sussurrava al loro orecchio) era chiaro: guai a fare di testa vostra! Esercitare una pressione costante a danno di quelle Nazioni il cui welfare state rende la vita migliore e fare di tutto affinché si sviluppino i presupposti per far entrare in crisi il nucleo famigliare, soprattutto all’interno di quegli spazi in cui il cattolicesimo vanta una forte presa.

E così fu.

Per rendere la cosa più digeribile, fu artatamente sfruttata la musica, andando ad incidere direttamente all’interno dei testi. Basti pensare al fatto che oggigiorno è praticamente impossibile applicare ricordi del vissuto ad un brano musicale come si è sempre fatto in passato; ora la musica è tutta uguale ed un gruppo musicale ha vita brevissima.

In campo cinematografico si fece altrettanto, mentre le società occidentali iniziavano a cedere intere fette della propria libertà a causa di Leggi studiate ad hoc sotto le studiatissime minacce di apparati terroristici in realtà mai esistiti se non al di fuori del controllo delle agenzie di intelligence.

La volontà di Kissinger, come ebbe modo di confessare durante l’intervista rilasciata alla Fallaci, è sempre stata quella di servirsi del potere per i propri scopi. Un concetto machiavellico ma pur sempre terribilmente efficace, soprattutto se posto nelle mani di un bandito come quello che fece togliere di mezzo Aldo Moro per giungere ad un successivo stadio: l’eliminazione delle ali estremiste del parlamento al fine di dar vita ad un organico composto di un centro-destra ed un centro-sinistra. Cioè, dire, lo zozzume con cui ci misuriamo da anni ormai.

In mezzo c’eravamo noi degli anni Settanta; e quelli che son nati di lì a poco ad esclusione di quegli degli anni Novanta, ormai troppo dentro al corso NWO per rendersene conto.

Noi, invece, cresciuti coi nonni che narravano le loro epiche gesta svolte su teatri di Guerra lontani appena 25 anni dalla nostra nascita, rimanemmo assurdamente immuni dalla profondità di quei ricordi, assai ininfluenti nella nostre menti. Noi, annoiati dai film in bianco e nero (in cui si ricordava il significato del sacrificio che ci rompeva le palle solo a pensarci) alla costante ricerca dell’ultimo Roky, dell’ultimo Terminator, dell’ultimo eroe di una Hollywood mercenaria, inconsapevoli di averli dentro casa nostra e ben più veri che mai. Noi, allevati in strutture scolastiche ripugnanti quando non addirittura abusive; istruiti alla buona da un esercito di incompetenti, squallidi esempi di epigoni della figura del Maestro di altri tempi; esercito di politicizzati all’osso incapaci di comunicare la Storia ma solo avvezzi a forgiare piccoli ignobili pensatori dalla mente più piccina della loro.

Ma ora questo conto lo paghiamo tutti e tutte assieme: noi e loro che ci hanno “tirato su”! Loro attraverso lo scotto di pensioni da fame dopo una vita da pezzenti, noi con tare culturali bestiali e la certezza di non riscuoterla quella pensione da fame. Essi avevano il compito di renderci acuti osservatori e custodi della pace che durava dal 1945. compito mai svolto. E se oggi la mia generazione non ha a portata di mano gli strumenti per comprendere il presente, per dare una lettura chiara della finta crisi, per leggere tra le righe quanto ci viene filtrato dal mainstream di regime, la responsabilità è solamente di quei finti docenti che abbiamo avuto.

Se a tutto quanto sin’ ora esposto aggiungessimo il fatto che solo una minima percentuale della mia generazione ha contratto matrimonio – di cui una percentuale allucinante di chi lo ha contratto ha poi divorziato senza nemmeno procreare – si giunge alla conclusione di questo ragionamento: la generazione degli anni Settanta ha davanti a sé un futuro gramo. Un futuro fatto di solitudine, di odio e rancore sociale, di miseria interiore. La mancanza di figli da crescere ci ha confinati in un limbo di perenne immaturità coscienziale su cui graverà come un macigno l’aiuto che solo un figlio od una figlia possono fornire ai genitori negli anni d’argento.

Oggi, e lorsignori lo avevano pianificato al centimetro, noi siamo quelli che sopravvivono con le mance di papà e mamma sebbene più che quarantenni. E qualora vi fossero quarantenni alla lettura non d’accordo con quanto riportato, li esorto a confessare pubblicamente quanta farina del proprio sacco hanno messo per ritrovarsi con uno stipendio fisso oggigiorno. Ma soprattutto vorrei chiedere loro se avessero o meno il fegato di Muzio Scevola: mettessero una mano sul fuoco giurando… di non aver mai avuto uno straccio di raccomandazione! Le mani arse dalle fiamme non si conterebbero!!!

Concludo davvero: in quel lontano – ma sempre presente 1973 – si gettarono le basi dell’immobilismo sociale e dello strapotere della finanza usuraia sulla politica zerbina. Le privatizzazioni iniziate da Carter non furono che l’antipasto di quelle odierne.

Soluzioni? Già, dimenticavo! Oggigiorno non si sente che dire “lei che soluzione ha”? Ebbene, a voi rispondo semplicemente che l’unica soluzione alla violenza, è una naturale quanto palingenetica dose di violenza.

Forse non è abbastanza evidente come la Natura stessa si stia ribellando?

Andrea Signini

Fonte

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