Formaggi senza latte: arriva il no del ministro Martina

5727845192_728c463dff_z-780x300Un secco no del ministro Martina alla diffida dell’Europa per produrre anche in Italia formaggi con latte in polvere

L’Europa impone all’Italia, attraverso una diffida, la produzione di formaggi con latte in polvere. Ma in Italia l’uso del latte in polvere per produrre formaggi è stato vietato nel lontano 1974.

Dice Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti:

Dall’Unione Europea è venuto negli anni un via libera ad allucinanti novità nel piatto senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni. Si è verificato un appiattimento verso il basso delle normative per dare spazio a quei Paesi che non possono contare su una vera agricoltura e puntano su trucchi, espedienti e artifici della trasformazione industriale per poter essere presenti sul mercato del cibo. Si spiega cosi la possibilità concessa dall’Unione Europea di incorporare la polvere di caseina e caseinati, al posto del latte, nei formaggi fusi, di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei Paesi del Nord Europa o di ottenerlo a partire da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua.

Il tutto si traduce come un attacco ai prodotti Made in Italy che invece sono realizzati con le nostre materie prime e sopratutto nel caso dei formaggi con latte italiano non più soggetto alle quote di produzione. Spiega Coldiretti he in Europa circolano imitazioni low cost di Parmigiano reggiano e Grana Padano non prodotte in Italia e senza che in etichetta sia indicata la provenienza, il che si traduce in un inganno per il consumatore. A comprare formaggi similgrana sono sopratutto la Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia che hanno raggiunto un quantitativo stimato in 83 milioni di chili. Anche in Italia, però non ce la passiamo bene, considerato che una mozzarella su quattro è stata ottenuta con semilavorati industriali, chiamati cagliate, di provenienza estera e senza che sia indicato in etichetta a causa della normativa europea che prevede l’omissione di questa informazione.

Scrive il ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina su Facebook:

Difenderemo fino in fondo la qualità del sistema lattiero caseario italiano e la trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori. Ribadiremo alla Commissione europea la necessità di un intervento più approfondito sull’etichettatura del latte, che sappia rispondere meglio alle esigenze dei nostri produttori soprattutto dopo la fine del regime delle quote.
Non siamo disposti a fare passi indietro su questi principi. È importante comunque ribadire che non sono interessati da questa vicenda i nostri grandi formaggi Dop, per i quali non sarà mai possibile l’utilizzo di materie prime diverse da quelle previste dai disciplinari. Nel frattempo continueremo a portare avanti un lavoro di confronto con le organizzazioni agricole e con la filiera e gli altri Ministeri interessati per evitare penalizzazioni da parte dell’Unione europea.

Foto | Michela Simoncini@flickr

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