Erbe officinali …

Erbe officinali – Fitoterapia

L’utilizzo delle erbe come metodo per conservarsi in buona salute e risolvere ogni sorta di disturbi risale a tempi antichissimi e lo si riscontra anche nel regno animale. Infatti gli animali senza che nessuno mai glielo abbia insegnato vanno a ricercare l’erba adatta per i loro bisogni e non solo quando stanno male ma sistematicamente, al fine di mantenere sano il loro organismo in relazione alla stagione in cui si trovano.
Potrebbe essere che l’uomo abbia cominciato ad utilizzare le erbe proprio osservando il comportamento animale oppure , in un’epoca in cui la consuetudine con la natura era pratica di tutti, era semplicemente l’istinto stesso a guidarlo nella scelta dell’erba necessaria. Poi con il passare del tempo tale istinto si è affievolito sino a perdersi completamente ai giorni nostri.
Infatti già in epoca antica il sapere erboristico era diventato patrimonio di persone esperte la cui conoscenza venne tramandata dapprima per via orale e poi attraverso tradizione scritta, passando da mano in mano sino a divenire una vera e propria scienza fitoterapica di tipo farmaceutico, basata sull’analisi delle sostanze contenute nelle piante e dei loro effetti sull’organismo umano.
Tali ricerche sempre più approfondite e mirate a conoscere l’aspetto biochimico della pianta hanno costituito un fondamentale scostamento da quello che era in origine il loro utilizzo tradizionale basato sull’affinità energetica tra le piante, il loro habitat naturale e stagionale e le tipologie psico-fisiche degli uomini in relazione a quello stesso habitat.
Partendo dal presupposto che al mondo esistono circa 700.000 piante medicinali delle quali è impensabile poterne conoscere tutti i dettagli, sarà compito del Naturopata (che lavora sulla relazione con il cliente, la sua individualità e il complesso dei suoi problemi) quello di capire il complesso delle caratteristiche della pianta al fine di correttamente consigliare.
Pur essendo infatti vero che è il principio attivo contenuto nella pianta, che cura (ed è su tale concetto si basa la farmacopea) è anche vero che questa non è una teoria assoluta. Ed il motivo risiede nel fatto che più piante possono essere indicate per la stessa funzione (ma ciò non implica che le stesse siano interscambiabili),. Inoltre la stessa pianta viene utilizzata per svariati usi ed esplica differenti funzioni terapeutiche.
Bisogna quindi partire dal presupposto che l’erba, così come il fiore può essere considerata come un individuo, una persona, e il suo funzionamento dipende dalla sua interezza e non dall’estrapolazione di una sola sostanza in essa contenuta. L’erba agisce perché è l’interazione di tutti i suoi componenti a farlo. E ancora l’erba è materia, è sostanza, i suoi effetti permangono nel tempo, infatti può anch’essa creare dipendenza, tanto più che non bisogna assolutamente pensare che essendo naturali esse non possano essere allo stesso tempo, pericolose . A tale proposito all’interno di Olos potrete trovare un intero interessantissimo capitolo dedicato alle piante velenose.
Riassumendo i concetti di cui sopra, potremmo dire che le piante funzionano perché i principi vitali in esse contenuti sono i nostri stessi principi vitali. Le cellule vegetali e quelle umane sono infatti uguali (eccezion fatta per la cellulosa in esse contenute che infatti noi non riusciamo a metabolizzare, poiché non contenuta nelle nostre).
Anche gli elementi che costituiscono entrambi sono uguali: carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto. Li analizzeremo di seguito nello specifico al fine di ottenere una lettura simbolica e psicosomatica delle tipologie umane e delle piante, rifacendoci al sistema Ippocratico.

Carbonio
E’ l’elemento che garantisce la consistenza e la plasticità di tutto quanto vive. I suoi atomi formano lunghe e complesse catene e costituiscono il supporto di altri elementi.
Dal punto di vista simbolico, gli antichi lo definivano Saturno, il Coagula, ciò che tiene insieme, ciò che da forma e soprattutto che permette alla forma di avere una forma.
Nel corpo umano si trova in tutti i tessuti mineralizzati come le ossa, la cute i capelli e le unghie. Nelle piante, nelle radici, nei semi, nei fusti.
Dal punto di vista della funzione è analogo a quello della Terra.
E’ il maggior costituente delle forze centripete che sono il corrispettivo delle funzione di saturno, cioè quelle di contenimento, di coagulazione.
Elemento Ippocratico Terra.

Ossigeno
Elemento pesante, che legato all’idrogeno contribuisce per circa il 90% a determinare il peso dell’acqua. E’ soggetto alla gravità terrestre. L’acqua infatti corre verso il basso. Nelle tipologie umane possiamo riconoscere una particolare presenza dell’acqua dalla tendenza ad essere “ammassati in basso”.
La sua energia è più centrifuga rispetto a quella del carbonio poiché le sue molecole formano legami meno stabili. Nel corpo umano è collegata al sistema linfatico, al sistema venoso, all’omeostasi renale. Nelle piante la si trova nei frutti, nelle foglie più o meno carnose e nei fiori.
La sua funzione è quella di combustione.
La tipologia Ippocratica è quella linfatica, essendo esso legato all’elemento acqua.

Azoto
E’ il maggior costituente dell’aria (78% circa), è un gas inerte senza specifiche funzioni se non quella di dilatare e di alleggerire. Infatti le piante contenenti azoto, che sono le leguminose che gonfiano e fanno ingrassare, nel senso che tendono a dilatare.
La sua forza è sempre più centrifuga, il solve dell’alchimia. Infatti esso è svincolato dalla gravità .
La sua collocazione all’interno del corpo umano è il sistema respiratorio (non solo quello polmonare ma anche quello cellulare), quello della circolazione sanguigna, la pelle.
Nelle piante questa funzione si esplica nelle parti cave del fusto, nei semi volatili.
Dal punto di vista simbolico si può definire il mercurio.
La sua funzione è quella di scambio.
La tipologia ippocratica che gli corrisponde è quella sanguigna, essendo esso legato all’elemento aria.

Idrogeno
E’ l’elemento più piccolo e smaterializzato che entra in gioco in tutte le reazioni di combustione, nella radioattività, nella fusione, nelle esplosioni. Elemento importante ma delicato da maneggiare.
La sua forza è estremamente centrifuga.
Legato ai lipidi (grassi) sia nel corpo umano che nelle piante ( dove lo si ritrova negli olii essenziali, quindi nelle foglie e nei fiori).
Nel corpo umano è legato alle funzioni psichiche, (infatti i lipidi sono dei grossi costituenti del sistema nervoso ed in particolare i neuroni sono composti da zucchero e grasso – da qui si spiegano i possibili squilibri del sistema nervoso tra cui anoressia e depressioni che conseguono a diete scompensate).
La tipologia Ippocratica che gli corrisponde è quella collerica, essendo legato all’elemento fuoco o luce.

Ora, tenendo presente quando sino ad ora detto, andremo ad analizzare invece quelle che sono le caratteristiche che determinano la presenza dei suddetti elementi (colore, sapore ecc..) e le caratteristiche energetiche che da essi ne derivano (forze centripete e centrifughe) . Infine dedicheremo un intero capitolo alle Tipologie Ippocratiche, al fine di rendere meglio l’idea delle infinite analogie tra regno umano e vegetale.

CARATTERISTICHE DEGLI ELEMENTI CONTENUTI NEI VEGETALI

TERRA:
Colore: mancanza di colore o colore spento o terroso (grigio, marrone, giallastro);
Sapore: amaro (tipico delle radici), salato;
Caratteristiche: rigidità

ACQUA:
Colore: giallo/verde;
Sapore: acidulo, aspro;
Caratteristiche: succulenza, turgore.

ARIA:
Sapore: neutro;
Caratteristiche: leggerezza, trama dei tessuti ariosa, mobilità dei semi.

FUOCO:
Colore: vivaci e caldi;
Sapore: dolce e piccante;
Caratteristiche: labilità (dei fiori che durano poco ma che continuano a rifarsi o del loro profumo)

CARATTERISTICHE ENERGETICHE DEI VEGETALI

Innanzitutto l’energia può essere centripeta o centrifuga.

Centripeta è tipica delle piante che :

  • Crescono sotto terra in un corpo unico (come la cipolla, il porro, la rapa, la genziana, ma non la patata che pur crescendo sotto terra cammina)
  • Crescono sulla terra ma incollate ad essa (cavolo)
  • Crescono vicino al suolo (crescione, prezzemolo, tarassaco)
  • La cui forma è compatta, tondeggiante, solida
  • Hanno base larga e vertice appuntito (carota, fragola)
  • Sono pesanti e concentrati
  • Hanno sapore amaro o salato

Il loro effetto terapeutico è YIN. Combattono l’eccesso di dilatazione , hanno azione anabolica, antinfiammatoria, riducente,decongestionante, calmante, detossicante, rinfrescante, drenante, astringente, vulneraria, diuretica, ipotensiva. Combattono quindi le infiammazioni, congestioni, emorragie, iperattività, dal punto di vista psicologico patologie come l’ansia (persona che lievita verso l’esterno).

Centrifuga tipica delle piante che:

  • Crescono nella terra ma in corpi separati e in superficie (patata, ma anche fragola)
  • Crescono verso l’alto e si allontanano molto dalla terra
  • Voluminose e piene d’acqua (cucurbitacee, agrumi) ma non necessariamente nel fusto, piuttosto si allargano facendo cespuglio (ombrellifere)
  • Con forma allungata e conica, con vertice appuntito e parte periferica più larga (fico, pera)
  • Colore blu/violace
  • Sapore dolce, acido, o piccante

Il loro effetto terapeutico è YANG , e combattono l’eccesso di concentrazione, coagulazione . Hanno effetto antispasmodico, antidepressivo, stimolante, riscaldante, disperdente, antireumatico, emmenagogo, colagogo, irritante, revulsivo, lassativo, e spesso tramite gli alcaloidi in esse contenute anche una specifica attività sul sistema nervoso centrale e periferico. Combattono quindi: sclerosi, rigidità , contratture, ipoattività, depressione.

ELEMENTI NELLE TIPOLOGIE UMANE – TIPOLOGIE IPPOCRATICHE

Come per tutte le altre possibili classificazioni tipologiche umane, ( diatesi, dosha, biotipologie della medicina cinese, costituzioni omeopatiche) anche in quella Ippocratica va detto che non esistono tipologie pure. La spiegazione risiede sempre nel fatto che essendo l’essere umano (così come quello animale e vegetale) costituito da diversi elementi esistenti in natura, (in tale caso specifico da acqua, aria, terra e fuoco) , ci potranno essere una o più tipologie predominanti e poi una commistione degli altri.
Quando una tipologia dominante viene pesantemente messa in crisi da un evento può emergere bruscamente la tipologia opposta. Infatti come dicevamo la tipologia non è mai univoca.

TERRA

Tipologia Ippocratica Terra o Melanconica o Nervosa
Caratterialmente si presenta con due aspetti fondamentali, che possono essere compresenti oppure separati. Concretezza e dominanza.

La prima è la tendenza alla concretezza, all’oggettività data dalla sua impronta terrena a causa della prevalenza di bile nera, umore scuro, spesso pesante, che in estremo può portare anche alla depressione. Le sue metafore sono: bisogna stare con i piedi per terra, bisogna coltivare gli affetti. O comunque tutte metafore che hanno a che vedere con il concreto.

L’altro aspetto sarà la tendenza ad essere una persona “rocciosa”, con tendenza alla dominanza, tirannia, ostinazione.
In questo caso le sue metafore sono: sono una roccia, sono tutto d’un pezzo, vorrei fuggire in cima ad una montagna.

E’ un tipo che rimugina, che non dimentica nulla.
Uno dei suoi difetti può essere l’avarizia intesa come forma di gelosia, di volontà di possesso (il tracciare il confine tra gli affetti , le cose personali ed il resto).

Esistono molti tipi differenti di terra: la roccia montana, la pianura fertile, la giungla ed anche il deserto. Il deserto ad esempio ci rimanda alla depressione ( è come se ci fosse una dissociazione tra l’acqua e la terra e ciò non significa che tale individuo non abbia più funzioni dentro di se ma semplicemente che non riesce a farle emergere , è come se l’acqua precipitasse senza riuscire più a risalire).

Per un tipo come questo sono indicate piante terra, yang, dinamizzanti, ma gli aggiungeremo anche qualcosa che lo aiuta a tirare fuori l’acqua.

Corrisponde secondo la medicina cinese a grandi linee al tipo Terra (pragmatico e ottimista) e a quello Metallo (autoritario, deciso, pessimista).
Associazioni simboliche: Terra, Ossa, sistema digestivo.
Hanno un problema con l’intuizione.

I problemi sono:

  • la digestione lenta (sensazione di pietra sullo stomaco);
  • tendenza alla produzione di calcoli (il carbonio è legato al calcio quindi tendenza a produrre precipitati di carbonato di calcio) , come i calcoli alla cistifellea (organo legato a saturno = funzione coagula);
  • tendenza all’autointossicazione (dovuta al suo metabolismo lento);
  • emicranie di origine digestiva;
  • stipsi (dovuta al fatto che tiene tutto dentro);
  • emorroidi;
  • iperuricemia;
  • la rigidità che si esplica anche a livello osteo-articolare;
  • sclerosi ed indurimenti;
  • malattie delle arterie;
  • a livello del S.N. si può essere senza sosta, oppure estremamente pigro.

ACQUA

Tipologia Ippocratica Linfatica o Flemmatica
Il tipo acqua è assolutamente molto emotivo, malleabile, adattabile, non prende mai niente di petto, non tollera l’opposizione, la competitività perchè non interagisce mai in modo aggressivo. Però ciò non implica che gli manchi l’aggressività che c’è, ma che è sotterranea.
E’ in grado di emanare serenità e senso di accoglienza e simpatia. Ottimo ascoltatore, sa bene sintonizzarsi sulle tonalità emotive dell’altro, è stimolante per le componenti creative ed evolutive del suo interlocutore.
Spesso il suo saper ascoltare è di pura apparenza poiché in fondo si comporta in modo manipolatorio, tendendo a mescolare le carte a suo vantaggio, dove sa di poter avere un tornaconto.
Non sopporta la solitudine, infatti ha tante conoscenze e relazioni. Essendo infatti emotivo ha sempre bisogno di scambiare le proprie emozioni altrimenti potrebbe essere divorato dall’ansia.
Come metafora fisica ha la sudorazione, infatti quando si agita può avere eccesso di sudorazione, palpitazioni , vampate, giramenti di testa, e disturbi del sistema neurovegetativo in generale. Le sue metafore verbali sono: vorrei scappare su un’isola, ho l’acqua alla gola, affogo nei problemi, nella mia vita si è scatenato un uragano.
E’ timoroso del giudizio dell’ambiente intorno a lui, lasciandosi fuorviare dalle esigenze o aspettative altrui, tralasciando le proprie.
Heather è il suo fiore di bach.

Associazioni simboliche:
Acqua, apparato venoso, linfatico, reni, vescica, sistema neurovegetativo, sistema ormonale.
Ha un problema con il pensiero.
I problemi sono:

  • Neurovegetativi, ansia, insonnia,vertigini, palpitazioni;
  • Difficoltà digestive ed aerofagia;
  • squilibri ormonali (dovuti alla sua emotività che gli porterà labilità ipotalamica, poiché ipolatamo ed ipofisi regolano infatti il sistema ormonale);
  • sintomi premestruali evidenti come aumento di peso, ansia e nervosismo, che compaiono improvvisamente;
  • sistema immunitario labile dovuto alla sua impressionabilità (infatti l’acqua genera legami instabili);
  • predisposizione allo sviluppo di germi ed infezioni spesso croniche e recidivanti (essendo l’acqua un terreno fertile);
  • ritenzione di liquidi per via del metabolismo e del drenaggio lenti, quindi deposito di acqua e scorie nei tessuti molli , quindi ad esempio si avrà la cellulite;
  • facilità agli edemi;
  • calcoli ai reni (dovuti al fatto che l’elemento terra è entrato ad inquinare le quote emotivo-affettive ed ha generato una pietra all’interno dell’organo deputato alla gestione delle acque, alla loro purificazione).

ARIA

Tipologia Ippocratica Sanguigna
Mobile e versatile anche dal punto di vista psicologico, come il sangue che scorre in tutti i distretti dell’organismo. E’ insofferente alle costrizioni, non accetta di essere limitato, l’aria infatti scambia con tutto e tutti . E’ curioso, molto sregolato proprio perché in continuo movimento.
E’ comunque tollerante e diplomatico, contrario ai dogmi e alle prese di posizione definitive e rigide, ma guai a toccare i suoi ideali, sui quali non ammette discussioni infatti non lo si deve limitare, altrimenti si ammala. Dal punto di vista psichico, oltre alla facile distraibilità e al relativismo dei valori morali troviamo spesso un rapporto difficile con la sensazione, ovvero nel rapporto con gli oggetti concreti, per cui, malgrado le apparenze di diplomazia e adattabilità, potrebbe a volte impuntarsi su un dettaglio o ripiegarsi su se stesso, in un atteggiamento intollerante e velleitario. Oppure potrebbe non interpretare correttamente le sue sensazioni fisiche e scivolare nell’ipocondria o nell’incuria di se. Per esempio tale soggetto potrebbe mangiare troppo o troppo poco o male. Difficilmente riesce a stare a dieta perché la regolarità lo disturba.

E’ un inafferrabile (e questo vale sia per gli uomini che per le donne) e sentimentalmente parlando attratto da più persone contemporaneamente, salvo magari aspirare, più o meno consciamente, a una relazione stabile, della quale potrebbe anche essere geloso, nonostante l’apparente disinvoltura dimostrata negli altri rapporti. Oppure, tenderà a legarsi a una persona che costituisce un punto fisso irrinunciabile, ma che limita la sua libertà di movimenti, per cui tenderà a lamentarsene e a crearsi situazioni parallele, possibilmente senza mai scegliere definitivamente.

Le sue metafore sono: non respirarmi sul collo, mi togli l’aria, fammi respirare, non mi stare addosso.
Il suo fiore di bach è Cerato.

Associazioni simboliche:
Sangue ma anche aria. Organi rappresentativi sono il sistema cardiovascolare, quello respiratorio e la cute in quanto superficie di scambio generale.
Ha un problema con la sensazione.

I problemi sono:

  • neurovegetativi legati all’ansia;
  • preoccupazione;
  • palpitazioni;
  • cefalea;
  • vampate di calore;
  • difficoltà digestive (legate al disordine che lo governa);
  • di cattiva circolazione periferica come crampi e formicolii (legati anch’essi al disordine che lo governa);
  • di respirazione ed in particolare infezioni alle vie aeree superiori, come l’asma, che è espressione di un problema insoluto con la madre;
  • spasmi legati alla paura (derivanti da un problema con la quota terra , per cui necessita di un supporto e trattiene);
  • ipocondria o incuria di sé.

FUOCO

Tipologia Ippocratica focosa o collerica
E’ un soggetto entusiasta, irascibile, che si accende per un nonnulla ma altrettanto velocemente si spegne, pirotecnico in una parola, spesso non conclude quello che inizia non per incapacità ma perché è molto rapido e si annoia subito o perché tende a rifugiarsi in fantasie irrealizzabili, ottenendone gravi frustrazioni emotive e rinchiudendosi sempre più in se stesso. Sempre di corsa, sempre in movimento, consuma grandi energie.
Infatti questa tipologia è collegata al fuoco, ma non quello del cuore, bensì quello del metabolismo, del fegato. Infatti il fegato è un grande serbatoio di zucchero, che mette a disposizione rapidamente quando l’organismo ne ha bisogno.
Le sue metafore sono: questa cosa mi bruci, l’amore mi incendia il sangue.

Associazioni simboliche:
Fuoco, fegato e sue funzioni metaboliche ed energetiche.
Ha un problema con il pensiero.

I problemi sono:

    • legati alla pelle quindi eczemi, dermatosi (soprattutto di tipo psicosomatico), pruriti e bruciori;
    • ai tendini;
    • agli occhi , come congiuntiviti, problemi alla retina, miopia, presbiopia (con il tempo il fuoco tende a spegnersi e l’elemento terra subentra e indurisce il cristallino);
    • ipertensione;
    • infiammazioni di tutti i tipi (cioè la quota aria, sangue, viene spinta, pompata dall’eccesso di fuoco);

al fegato ;

  • cistifellea.
PRINCIPI ATTIVI

Prima di lasciarvi alla ricerca del rimedio utile al vostro problema, districandovi tra le varie classificazioni e modalità di utilizzo delle erbe officinali, è necessario parlarvi brevemente dei principi attivi in esse contenuti.
I principi attivi sostanzialmente sono le sostanze che hanno dimostrato una specifica attività chimica e biologica, caratterizzando l’azione della droga stessa sull’organismo. Tale premessa è importante per inquadrare la tipologia d’azione che i principi attivi hanno, per sapere cosa c’è nella pianta e in base a questa informazione capire con quali altre piante può andare d’accordo, ed eventualmente per sapere che tipo di azione dobbiamo fare per neutralizzare gli effetti secondari che un determinato principio attivo può avere sull’organismo (sinergismo/antagonismo).

Sono:
ETEROSIDI: – Sono sostanze presenti spesso in più famiglie e possono entrare in sinergia tra loro e divenire tossici.
ANTRACHINONI: Amari e irritanti – intermedi centripeti . Sono alla base di quasi tutte le tisane lassative (sotto forma di antranolo) . Questi principi attivi necessitano di un certo tempo per ossidarsi, altrimenti sono estremamente irritanti per la mucosa, possono provocare vomito, perciò è necessario assicurarsi che il prodotto sia dell’anno precedente. Inoltre l’utilizzo di tali principi attivi è in funzione della loro azione lassativa che si esplica in un lasso di tempo di 8/10 ore, determinando un azione irritante a livello intestinale, che può essere contrastata da piante ad azione lenitiva, calmante, antispasmodica, che si possono quindi utilizzare in sinergia.
MUCILLAGINI: – Intermedie centripete. Sono formate da polisaccaridi eterogenei che in acqua formano soluzioni colloidali vischiose, ma non adesive, presenti in diverse piante. Formano da accumulatori d’acqua e sono sintetizzate a spese dell’amido.
GOMME: – Intermedie centripete . Sono essudati vegetali che scolano a seguito di ferite naturali o artificiali, inferte ai tessuti. Esplicano azione emolliente, protettiva, lassativa meccanica.
PRINCIPI AMARI: Esplicano azione stimolante per l’apparato digerente, stimolano la funzionalità dello stomaco e del fegato e facilitano la demolizione degli alimenti ed eliminano le scorie intestinali. Possono avere azione febbrifuga.
TANNINI : Centripeti – I tannini hanno la caratteristica comune di reagire facilmente con le proteine, facendole precipitare e formando composti insolubili. Per questo motivo i tannini sono stati usati per secoli per la concia delle pelli data la loro reattività con le proteine cutanee. Questa proprietà e’ sfruttata dalla medicina popolare per proteggere la pelle lesa da infezioni o infiammazioni, interrompendo la secrezione delle ferite e rallentando le emorragie. La corteccia di molte piante medicinali e’ spesso ricca di tannini.
OLI ESSENZIALI: Intermedi centrifughi – Composti volatili con odore fortemente aromatico. Pressoché insolubili in acqua, ma che spesso volatilizzano con il vapor d’ acqua. Hanno generalmente azione stimolante sulla pelle e sulle mucose e si associano agli oli essenziali azioni espettoranti e fluidificanti. Per questo motivo le piante ricche di oli essenziali sono spesso usate per le loro attività sull’ apparato respiratorio e come stimolanti dell’ attività digestiva. Molte piante appartenenti alle famiglie delle Labiate (es. menta, salvia) ed Ombrellifere (es. anice, finocchio) sono particolarmente ricche di oli essenziali.
ALCALOIDI : Centripeti. Principi generalmente amari, spesso brucianti, in genere formati da composti alcalini, azotati con effetto prevalente sul s.n.c. Hanno la peculiarità di dare soluzioni molto basiche in acqua e di agire sull’ organismo in modo diverso, ma di solito molto intenso. Infatti molti degli alcaloidi sono catalogati fra le sostanze tossiche (es. stricnina, morfina ecc.) e molti sono considerati dei veri e propri veleni. In generale le piante con un alto contenuto in alcaloidi sono quindi da sconsigliarsi per uso domestico se non sotto controllo medico. Tuttavia esistono un certo numero di piante che contengono alcaloidi meno tossici ed il cui uso e’ diffuso da lungo tempo. Ad esempio gli alcaloidi del caffé e del tè e quelli contenuti nelle foglie di tabacco sono da secoli usati da parecchi popoli nel mondo. Ranuncolacee, Solanacee e Papaveracee sono famiglie di piante particolarmente ricche di alcaloidi.
RESINE : Centripete – Sono essudati vegetali che originano dagli olii essenziali . Si considerano fisiologiche quando sgorgano a seguito di traumi inferti alla pianta.
Sono insolubili in acqua, solide o semisolide , quasi inodore , fondenti al calore ma non volatili. Internamente hanno azione purgativa con potere fortemente irritante per la mucosa, particolarmente del tenue e del crasso, anche in dose terapeutica possono indurre coliche.
OLEORESINE O BALSAMI: Sono secrezioni tipiche delle conifere, che si differenziano dalle resine in quanto più ricche di olii essenziali. Consistenza fluida e sciropposa. Sono insolubili in acqua e solubili in solventi organici (etere, alcool, cloroformio) e oli fissi. La loro azione interna è espettorante, antisettica, battericida, antiparassitaria in particolare sull’apparato urogenitale e respiratorio. E quella esterna cicatrizzante e antisettica locale.
ACIDI ORGANICI : Ad azione intermedia centrifuga. Rientrano nelle migliaia di fattori co-enzimatici contenuti soprattutto negli Agrumi, nell’Uva, nella Mela, nella Pera, nel Mirtillo, nella Mora, e in altra Frutta di bosco, rivestono un particolare ruolo di protezione.
L’acido malico, l’acido citrico, l’acido tartarico, l’acido tannico presenti in proporzioni variabili tra loro, e responsabili quindi dei diversi sapori che vengono dati alla frutta, rivestono un particolare ruolo di mantenimento della salute umana.
Questi acidi, contrariamente ai luoghi comuni, una volta assorbiti dall’intestino e passati nel circolo sanguigno, non hanno affatto un’azione acidificante ma, al contrario, alcalinizzante. Infatti, essendo “acidi deboli”, si degradano facilmente in presenza di Ossigeno, dando così luogo alla produzione di acido carbonico. Quest’ultimo si combina con il Sodio e, soprattutto, con il Potassio, formando carbonati e bicarbonati.
Il complesso di queste nuove molecole formatesi è denominato “riserva alcalina”, e costituisce quella risorsa che l’organismo utilizza per neutralizzare acidi di diversa origine che si formano al suo interno nel corso di moltissimi stati morbosi come ad esempio il Cancro.
La Frutta di Bosco, gli Agrumi, la Mela, la Pera sono pertanto assolutamente necessari per l’organismo, soprattutto se malato, e dovrebbero essere assunte sempre crude e fresche.
ENZIMI: Sono molecole proteiche aventi il compito di catalizzare praticamente tutte le reazioni chimiche che avvengono negli organismi viventi.
Possono avere anche un’azione terapeutica.
In particolare vi sono :
– il Maltasi che è un enzima contenuto in tutti i cereali e specialmente nell’orzo. Si usa nelle dispepsie amilacee, cioè in caso di insufficiente potere digestivo della saliva verso i carboidrati;
– la Papaina che viene utilizzata nelle insufficienze pancreatiche, per favorire la digestione delle proteine;
– la Bromelina che esplica attività antiedema ed antinfiammatoria, indicata nella piccola traumatologia e nelle patologie infiammatorie delle cavità paranasali.

VITAMINE: Sono dei composti organici normalmente presenti negli alimenti in piccolissime quantità, ma in grado di produrre specifici effetti fisiologici risultando indispensabili per la vita e il benessere degli organismi animali.

OLIGOELEMENTI: Sono sostanze, che servono all’organismo in dosi piccolissime e che vengono misurate in microgrammi. Sono elementi nutritivi in combinazioni organiche ed inorganiche; sono basilari per il benessere fisico e mentale, perché costitutivi di tutti i tessuti e dei fluidi degli organismi.
Sono fattori importanti per il mantenimento dei processi fisiologici, rafforzano le strutture scheletriche, catalizzano molte reazioni biochimiche, sono importanti nella produzione di ormoni e anticorpi, e contribuiscono a mantenere il delicato equilibrio idrico. Tutti i minerali riconosciuti necessari per il corpo umano, devono essere presenti nella dieta, apportati come sostanze alimentari essenziali, che l’organismo non è in grado sintetizzare, o solo in quantità insufficienti.

CLASSIFICAZIONE DELLE ERBE

Le erbe vengono classificate sulla base di caratteristiche comuni , riguardanti soprattutto gli organi riproduttori.
La parola famiglia ci dice che le erbe pur appartenendo allo stesso ceppo possono avere caratteristiche molto differenti tra loro, anche a livello energetico e questo cambia l’utilizzo che ne possiamo fare e anche il tipo di persona su cui la possiamo utilizzare. Possiamo dire che ciascun erba ha caratteristiche e componenti uniche, personali come un’impronta digitale.
Nel loro utilizzo possiamo inoltre ricorrere a quella che anticamente veniva definita la segnatura, il cui concetto risale a Paracelso (anche se lui stesso ammette di non aver inventato nulla ma di aver raccolto il sapere delle “streghe”), ed è collegata al tema della forma e del colore della pianta; da questi aspetti si può risalire all’organo/funzione ai quali è collegata, cioè cosa cura all’interno del corpo.
Nel particolare:
Famiglia: indica gruppo di generi affini
Genere: gruppo di specie affini
Specie: popolazione di individui simili tra loro e interfecondi

FAMIGLIE DI ERBE

Le famiglie di erbe sono numerosissime, noi abbiamo preso in considerazioni solo alcune di esse. Si tratta di erbe alimentari da gestire con grande flessibilità che hanno per tale motivo un rapporto particolare con la specie umana, oltre che essere un eccezionale fonte di sostanze da azione medicamentosa. Come abbiamo detto in precedenza la famiglia sta ad indicare le caratteristiche comuni , riguardanti soprattutto gli organi riproduttori.
Vi consigliamo dopo aver letto tale introduzione di consultare il Olos (il database completo di Naturopatia) al fine di avere un quadro completo delle 300 erbe officinali in esso contenute, con relative classificazioni, indicazioni, proprietà, impieghi, studi, usi, avvertenze e molto altro ancora , e le oltre 900 possibilità di utilizzo terapeutico delle stesse.

Ma vediamole nello specifico:

1. LILIACEE E AGLIACEE

Caratteristiche: Il loro particolare odore è dovuto allo zolfo in esse contenute. Lo zolfo come abbiamo già detto è collegato alla funzione di coesione dei tessuti e delle molecole , è un eccellente disinfettante e detossicante. Rappresentano l’energia centripeta in assoluto, quella dotata di maggior energia coagulante (yin), sono erbe che si usano per dare una struttura, per ristrutturare delle funzioni, contro l’eccesso di dilatazione (yang).
Sono: aglio, cipolla, asparago, giglio bianco, rusco o pungitopo –
Proprietà: Antipiretiche, antinfiammatorie, decongestionanti, toniche, ipotensive, diuretiche, detossicanti (colesterolo), espettoranti, attivanti delle difese immunitarie.
Costituzioni: Le qualità terrestri di queste piante assieme alla loro focosità data dalla presenza dello zolfo, le rendono adatte tanto ai soggetti di costituzione fuoco, tanto in alcuni casi a quelle terra, ma anche aria. Sono i sanguigni a trarne comunque maggiore beneficio.
Stagionalità: Crescono sotto terra . Il loro periodo balsamico è l’autunno inverno.

2. CRUCIFERE O BRASSICACEE
Caratteristiche: Anch’esse ricche di zolfo, hanno le foglie basali appunto disposte a croce attorno al nucleo centrale, strette e incuneate una sull’altra con una notevole forza coesiva. Sono piante centripete, anch’esse della famiglia Terra. Sono piante fortemente attaccate al terreno, si riconoscono perché tagliando il gambo alla base presentano una parte vuota a forma di croce. Rispetto alla liliacee, hanno in comune la quota terra che le tiene fortemente ancorate al terreno, ma entra in gioco una componente ariosa più ampia.
Sono: Senape bianca (che è la più centrifuga), cavolo, borsapastore, crescione, rafano nero, erisimo.
Proprietà: Decongestionanti su fegato e polmoni, cicatrizzanti e rigenerante sui tessuti, antinfiammatorie, stimolanti, drenanti, disintossicanti.
Costituzioni: Ne possono usufruire le costituzioni fuoco ma anche buona parte di quelle di terra quindi dei melanconici.
Stagionalità: Autunno inverno ma anche primavera. Periodi di maggior impegno del fegato (organo su cui maggiormente si esplica la loro azione).

3. OMBRELLIFERE
Caratteristiche: Sono piante moderatamente centripete, inizia ad entrare l’aria, di sapore aromatico che va dall’amaro al dolce, sono eccitanti del sistema nervoso, e sono dose dipendenti cioè a basso dosaggio eccitano il sistema nervoso, ad alto dosaggio lo deprimono, perciò sono tendenzialmente tossiche ad alti dosaggi. Ad esempio nella preparazioni spagiriche, essendo esse alchemiche e quindi con maggiori concentrazioni di energia della pianta, bisogna restringerne molto i dosaggi.
I loro fusti sono legnosi, duri, ma dentro sono cavi, mentre la trama delle foglie è sottile, leggera ed aerea. La conformazione ad ombrello delle loro inflorescenze così come la trama aerea delle foglie e dei fiori appunto, richiama all’elemento aria, e pertanto alle sue funzioni.
Se ne utilizzano i frutti (anche se vengono considerati semi), e quindi è presente una quota terra, ma sono anche ricchi di olii essenziali e quindi volatili e di principio centrifugo.
Sono: visnaga, aneto, sedano, angelica, carvi, centella, cumino, coriandolo, carota, finocchio selvatico, prezzemolo, anice.
Proprietà: Drenanti, diuretiche, aperitive, stimolanti sulle secrezioni digestive, carminative a volte lipolitiche, decongestionanti, antinfiammatorie.
Costituzioni: Ne possono usufruire le costituzioni linfatiche e sanguigne, i primi per compensazione, i secondi per l’azione decongestionante e calmante.
Stagionalità: Primavera, e piena estate in cui raggiungono la loro massima espressione sprigionando le loro proprietà.

4. ASTERACEE O COMPOSITE
Caratteristiche:
Sono piante abbastanza centripete, di sapore amaro. Questa famiglia comprende tutte le insalate e quindi compaiono frequentemente nella nostra alimentazione. Si usano le radici e i rizomi, e non solo.
Sono: Achillea, bardana, arnica, artemisia, assenzio, calendula, cartamo, camomilla romana, camomilla, cicoria, radicchio, carciofo, erigero, girasole, pilosella, enula, farfaraccio, solidago, cardo mariano, partendo, tarassaco, farfara.
Proprietà: Disintossicanti (soprattutto anticolesterolo), drenanti sulla circolazione e sull’apparato digerente ed in particolare sul fegato. Spesso cicatrizzanti, aperitive, decongestionanti, calmanti, diuretiche.
Costituzioni: Ne possono usufruire le costituzioni focose, colleriche, linfatiche (soprattutto perché depurano tutto ciò che è liquido, quindi disturbi da intasamento circolatorio).
Stagionalità: Primavera, autunno. Come disintossicanti.

5. PAPILIONACEE O LEGUMINOSE
Caratteristiche: Sono piante moderatamente centrifughe, dovute alla crescita rapida e apparentemente disordinata (spesso infatti necessitano di un sostegno) hanno sapore dolce o pungente . La stessa famiglia fornisce i legumi abitualmente usati nell’alimentazione. Sono pertanto ricche di proteine (sostanze azotate), hanno una forte componente ricostituente, energetica.
Si usa piantarle assieme ai cereali perché arricchiscono il terreno di azoto e maturando prima di esse ne garantiscono il sostentamento anche il caso di presenza di eventi che ne possano compromettere il raccolto.
Sono: Ginestra dei carbonai, galega, capruggine, liquirizia, erba medica o alfa-alfa, meliloto, fieno greco.
Proprietà: Spasmolitiche, espettoranti, spesso ricche di fitoestrogeni, anabolizzanti, energizzanti, lassative, emollienti ma anche ipoglicemizzanti. A dosi tossiche sono convulsivanti.
Costituzioni: Ne possono usufruire le costituzioni linfatiche, meglio ancora quelli sanguigne (soprattutto quando hanno esaurito le loro energie o manifestano disturbi neurovegetativi) .
Stagionalità: Tarda primavera o fine estate, momenti in cui l’organismo è soggetto ad avere cali di energia.

6. SOLANACEE
Caratteristiche: Sono piante moderatamente centrifughe, ed hanno effetto dose dipendente, tutte contengono alcaloidi che hanno un effetto sul sistema nervoso centrale e su quello periferico; gli alcaloidi hanno base azotata e da ciò ne deriva che si tratta di piante aria. Hanno sapore amaro prima e dolce poi o bruciante. Sono piante tossiche, anche se sono state in qualche modo addomesticate. Ad esempio non si mangiano le patate che hanno preso un coloritura verde, poiché sono velenose. Tra di esse si ritrovano la maggior parte delle piante che procurano allergia ed intolleranza poiché provengono dal sud america e pertanto importate e per noi piante recenti.
Sono: Belladonna, peperoncino, stramonio, mandragora, alchechengi ,e come verdure pomodori, patate, melanzane.
Proprietà: Antispasmodiche, analgesiche, eccitanti sul s.n.c . In omeopatia si usano contro le infiammazioni, stanchezza, deperimento.
Costituzioni: Ne possono usufruire soprattutto le costituzioni flemmatiche.
Stagionalità: Autunno , inverno momenti può essere utile portare un poi di calore nell’organismo per smuovere le stasi. Ma anche in estate per la funzione tonico circolatoria.

7. LABIATE
Caratteristiche: Sono piante centrifughe. Si tratta di tutte le spezie (droghe) utilizzate in cucina, in erboristeria, in farmacia, in aromoterapia. Infatti da tali piante si estraggono gli olii essenziali. Sono piante rustiche e amanti dei luoghi soleggiati.
Si chiamano così per la loro forma simile a due labbra chiuse. Infatti sono costituite da due petali superiori e tre inferiori conformati quasi come labbra, che servono da appoggio agli insetti impollinatori.
Sono: Edera terrestre, issopo, ortica bianca, lavanda, cardica, melissa, menta, basilico, maggiorana, origano, rosmarino, salvia, santoreggia, scutellaria, betonica, camedrio, timo.
Proprietà: Antispasmodiche, analgesiche, stimolanti, antidepressive , modulatrici dell’umore, antisettiche. Stimolano la peristalsi, espettoranti, balsamiche, antireumatiche, emmenagoghe.
Costituzioni: Ne possono usufruire le costituzioni linfatiche e melanconiche ma anche molti collerici. Adatte a stimolare i terreni iporeattivi, impedendo la sclerosi e la contrazione e per sciogliere l’eccessiva congestione delle costituzioni ipereattive.
Stagionalità:
Primavera ed estate sono le stagioni in cui tali piante sprigionano tutte le loro potenzialità terapeutiche. Utili però anche in autunno per portare del calore moderato per compensare eventuali squilibri.

8. ROSACEE
Caratteristiche: Piante centrifughe con una compensazione centripeta (dovuta al loro seme), dotate di un forte equilibrio tra Saturno e Giove. Pertanto per tale duplice caratteristica possono essere considerate piante dotate di massima flessibilità in campo terapeutico.
Sono fiori quasi sempre a cinque petali o multipli.
A tale famiglia appartengono quasi tutte le piante da frutto. Il loro sapore e il loro profumo è dolce (ma anche acido dovuto al seme) e delicato.
Sono: Agrimonia, alchemilla, biancospino, fragola, olearia, spirea olearia, potentilla (tormentilla), rosa, lampone, rovo (mora), sanguisorba.
Proprietà: Antispasmodiche, emollienti, antiacide, leggermente lassative, ma più spesso astringenti (effetto dose-dipendente e a seconda della parte utilizzata), diuretiche, diaforetiche, antireumatiche, antisettiche, azione riequilibrante sul s.n.c e periferico, stimolanti delle difese immunitarie.
Costituzioni: Adatte praticamente a tutte le costituzioni , infatti ne possono usufruire sia le costituzioni melanconiche, (apportando in loro un alleggerimento dalle scorie materiche e dall’acqua in eccesso con la loro azione centrifuga) sia quelli collerici e nervosi , grazie alla loro dolce azione centripeta.
Stagionalità: Primavera ed estate per fiori e foglie, riequilibranti e disperdenti. Metà o fine estate fino all’autunno per i frutti, per fare il pieno di vitamina C.

MODO DI UTILIZZO DELLE ERBE

Le piante officinali possono essere utilizzate in vari modi. La premessa sta nel fatto che la scelta tra le varie preparazioni dipende in funzione all’azione che esse esplicano e non per la praticità di assunzione. Ma vediamole nello specifico per capire meglio questa affermazione.

TISANE

Consistono nella preparazione delle erbe con acqua ,sono da utilizzare come bevande, per un periodo medio lungo e spesso abitualmente e si dividono in Infusi e Decotti.
DOSI : Vanno da 2 a 15 grammi ogni 250 millilitri d’acqua. Le dosi si calcolano anche a cucchiai per una migliore praticità . Un cucchiaio corrisponde a 3/5 grammi. Bisogna però tenere presente anche le caratteristiche della pianta e la loro pesantezza in particolare.
All’interno della stessa tisana si possono utilizzare più erbe a seconda delle scuole e delle relative teorie.

L’Infuso
E’ un sistema molto semplice per ottenere tisane con le parti delicate delle erbe officinali: fiori, foglie e fusti teneri. Attraverso l’infusione, infatti, si estraggono dalle erbe officinali grandi quantità di principi attivi, con una minima alterazione della loro struttura chimica.
La preparazione di un infuso deve seguire un procedimento preciso. Occorre mettere l’erba officinale in un recipiente di terracotta, porcellana, vetro o simili, che sia resistente al calore. Poi si versa sull’erba l’acqua calda, ma non bollita, poiché questa condizione disperde nel vapore gli olii volatili. A questo punto bisogna coprire il recipiente e attendere cinque o dieci minuti affinché avvenga l’estrazione dei principi attivi. Trascorso il tempo necessario per l’infusione, si filtra il liquido passando l’infuso attraverso un colino.
È consigliabile conservare l’infuso in un luogo fresco, anche in frigorifero, ed eventualmente, al momento di berlo, si può farlo scaldare un poco, senza fargli raggiungere la temperatura di ebollizione.

Decotto
Il decotto è un buon metodo per preparare tisane con le parti dure delle erbe officinali, quali i semi, la corteccia e i rizomi, che necessitano di una bollitura prolungata per liberare i principi attivi.
Per preparare un buon decotto bisogna mettere in un tegame l’erba officinale, aggiungere la quantità d’acqua fredda necessaria e portare a ebollizione. Dopo aver lasciato bollire il tutto a fuoco basso secondo il tempo consigliato per la singola erba scelta, occorre lasciare riposare il decotto per qualche minuto e poi si può filtrare attraverso un colino.
Grazie alla bollitura, i decotti si conservano più a lungo degli infusi. È comunque consigliabile conservarli in un luogo fresco, meglio se in frigorifero.

INALAZIONI O SUFFIMIGI

Le inalazioni sono un buon metodo per lenire le infiammazioni delle vie respiratorie. Si eseguono mettendo sul tavolo un recipiente di acqua bollente, nel quale si immergono le erbe officinali o le gocce di olio essenziale da utilizzare. Poi si copre il recipiente e, seduti con il capo coperto da un asciugamano in modo che il vapore non sfugga via, si respira il vapore togliendo lentamente il coperchio. Le inalazioni devono durare almeno dieci, quindici minuti o, comunque, secondo i consigli che sono indicati per le singole erbe. È consigliabile evitare di recarsi in un luogo freddo almeno nel trenta minuti successivi il trattamento.

CAPSULE /PERLE

Le erbe officinali possono venire assunte sotto forma di polveri contenute in capsule. Per prepararle occorre acquistare dall’erborista le capsule vuote composte di gelatina o di materiale vegetale. Per riempirle bisogna mettere la polvere dell’erba in un piatto, separare le due metà della capsula e richiudere la capsula facendo scivolare nelle due metà la polvere. È consigliabile conservare le capsule in barattoli di vetro scuro e in un luogo fresco.

IMPACCHI

L’impacco è semplicemente un tampone fatto con un panno morbido di garza, lino o cotone, che bisogna inzuppare nell’infuso o nel decotto caldi. Il panno, poi, deve venire strizzato e applicato sulla parte del corpo da trattare e, quando inizia a raffreddarsi e a seccarsi, deve venire sostituito con un nuovo tampone caldo.

FRIZIONI

Le frizioni sono utili per lenire le irritazioni della pelle, per calmare l’emicrania o le affezioni respiratorie. Si fanno applicando sulla pelle con la mano o con un panno morbido l’olio essenziale dell’erba scelta, diluito secondo i consigli indicati caso per caso. Poi si massaggia la parte del corpo da trattare in modo che l’olio essenziale penetri nella pelle.

GARGARISMI E RISCIAQUI

I gargarismi e gli sciacqui sono due metodi semplici ed efficaci per decongestionare le mucose della gola e della bocca utilizzando le erbe officinali. I gargarismi sono indicati per lenire le irritazioni e le infiammazioni della gola. Occorre bere, senza inghiottirlo, un sorso tiepido di infuso o di decotto tiepidi fatti con l’erba officinale scelta, piegare indietro la testa e cercare di pronunciare la vocale “a” per trenta o sessanta secondi senza interruzioni. Poi bisogna sputare il liquido e ripetere l’operazione per cinque o dieci minuti. Gli sciacqui, invece, sono indicati per lenire le affezioni del cavo orale. Si effettuano tenendo in bocca e distribuendolo bene un sorso di infuso o di decotto tiepidi, fatti con l’erba officinale scelta. Poi occorre sputare il liquido e ripetere l’operazione per cinque o dieci minuti.

BAGNO

L’immersione parziale o totale del corpo in acqua, alla quale si aggiungono infusi o decotti di erbe officinali, è un buon metodo per ottenere effetti calmanti e rilassanti. Per fare un bagno rilassante, quindi, occorre aggiungere all’acqua calda della vasca da bagno l’infuso o il decotto filtrati oppure l’essenza dell’erba che si è scelta, secondo le dosi consigliate caso per caso. Per avere qualche effetto, occorre che il bagno venga prolungato finché l’acqua non sia diventata fredda.

MACERATI

Ottenuti lasciando la droga in acqua fredda per un tempo prolungato. Questa metodica è consigliata per l’estrazione di principi attivi presente in radici, legni e cortecce alterabili ad una temperatura più elevata.

POLVERE

Consiste nella macinazione finissima della droga tale da permettere la sua assunzione diretta. L’uso di polveri è consigliabile per piante non irritanti e con principi attivi non completamente solubili, ma assimilabili direttamente dopo la digestione.

ESTRATTI

Si ottengono con la macerazione della droga in solventi opportuni quali l’alcool, glicole, etere, l’acqua con successiva evaporazione del solvente. A seconda della quantità di solvente fatto evaporare si ottengono estratti fluidi, molli, o secchi. Sono comunque indicati per uso esterno.

TINTURA

Mentre nell’estratto l’erba viene messa a bagno nel solvente desiderato e poi si evapora totalmente il solvente per arrivare da una concentrazione stabilita (normalmente 1:1; cioè una parte di liquido, una parte di principi attivi), nella tintura viene fata una percolazione; cioè il solvente viene fatto passare attraverso la droga più volte fino a quando ha estratto tutto il principio estraibile.

TINTURA MADRE

E’ un prodotto ricavato con la stessa tecnica della tintura utilizzando però la pianta fresca, appena raccolta. Ciò permette di conservare le proprietà della pianta fresca evitando la perdita di quelle sostanze che si alterano con l’essiccazione.

ENOLITI

Prodotto un tempo molto usato , consiste nel far macerare per 15/30 giorni miscele o singole erbe in vino o in acquavite. Erano prodotti preparati in ambito familiare su formulazioni tramandate per generazioni, costituiscono quella vasta gamma d’elisir che sono da considerarsi i precursori dei moderni amari.

OLII ESSENZIALI

Sono ricavati dalla distillazione in corrente di vapore di piante officinali particolarmente ricche si principi attivi volatili. Può essere composto da frazini di sostanze diverse. Può essere usato internamente ed esternamente.

GEMMODERIVATI

Si tratta di particolari sostanze irripetibili nel resto della pianta, infatti si trovano solo nelle gemme. Si tratta di sostanze embrionali ed ormonali . Iinfatti lo studio biologico delle piante ha dimostrato la presenza di fattori di crescita ( ormoni e vitamine) che svolgono un’azione particolare rispetto a quelle presenti nella pianta adulta. In particolare sono preparati con le parti della pianta che si sviluppano dopo il riposo invernale facendole macerare in acqua, alcool e glicerina.

ACQUE DISTILLATE

Si ottengono facendo passare una corrente di vapore acqueo attraverso la droga scelta. In questo modo dopo il raffreddamento, i principi attivi si trovano disciolti in acqua. Si può usare per fare delle maschere, impacchi, infatti hanno azione lenitiva e decongestionante. Sono una derivazione della preparazione degli olii essenziali.

SUCCHI

Sono ottenuti tramite la centrifugazione e la lavorazione immediata della pianta appena raccolta. E’ un tipo di prodotti che trova largo consumo nel centro-nord europa e in francia.

OLEOLITI

Consiste nella macerazione di piante nel veicolo oleoso, e vengono utilizzati per uso esterno.

Olos

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