E fu così che pure il polline venne fatto sparire dalla faccia della terra …

Aprile 2015, non un “chicco” di polline, non una processionaria, nulla di nulla.  E’ l’anno che segue quel drammatico 2014 in cui non vi fu traccia di estate, lo stesso anno in cui gli agricoltori pugliesi non hanno che ricavato un gramo 40% delle olive che da secoli e secoli sono usi raccogliere; il copione sta per ripetersi, come ebbi modo di scrivere l’anno scorso (vedi link: niente-estate-in-italia-… e link: http://www.signoraggio.it/niente-estate-hanno-vinto-i-mond…/). Per quelle parole, le quali scuotevano la cognizione popolare, venni ingiustamente attaccato e dileggiato da gente la quale, a rigor di logica, non ha vissuto bene nel 2014 e non vivrà bene nemmeno in futuro, quando anch’essa si ammalerà di cancro com’è quasi inevitabile che accada, ahimè. Ma nonostante ciò, il loro animo servile e sciatto non riesce a consentire loro di comprendere che lo sconvolgimento climatico sta generando danni sempre maggiori a cui metter mano sarà praticamente impossibile. Senza polline nell’aria, non si fecondano le piante e la vegetazione si estingue; e con essa, si estinguono pure tutte quelle specie animali (praticamente tutte) che sono ad essa legate. Non mi pare che ci voglia una preparazione superiore per comprendere una tale ovvietà, eppure, c’è chi – come Angelo Ruggieri e quelli del sito “lavoceacinquestelle” – ancora insiste a gettare acqua sul fuoco. Struzzi, questo sono! Come l’animale africano, essi conficcano il proprio cranio sotto alla sabbia e li lo lasciano, accada quel che accada, per loro va tutto bene così. Anzi, si spingono in spiegazioni e vaniloqui tesi a mettere in ridicolo chi, come me, tenta di mantenere desta l’attenzione del popolo.  Francamente non mi riesce facile capire se questi struzzi siano convinti in buonafede oppure se siano pagati per inquinare la realtà. Proprio non lo riesco a comprendere, proprio mi sfugge quale possa essere il loro tornaconto: se, come è vero che è, è in atto uno stravolgimento climatico, cosa ne possono trarre costoro nel negarlo? Forse non tutte le persone lo sanno, ma se per disgrazia dovessero scomparire (come già sta accadendo in più parti nel mondo – Italia compresa come mi è stato confermato da un disperato ed avvilitissimo apicoltore dell’alto Lazio non più di due settimane fa) le api dalla faccia del pianeta Terra, dopo un massimo di 4 anni, scompariremmo pure noi esseri umani. La scomparsa del polline è un allarme di quelli tremendi. Certo, lo so: tra qualche ora o qualche giorno mi dovrà capitare di rivedere il mio nome associato ad accuse assurde sui siti di questi quattro disgraziati. Francamente, me ne frego!  Le chiacchiere stanno a zero: il POLLINE è l’equivalente dello SPERMA; è il SEME del Pianeta Terra: se lo blocchi, nulla può nascere. Fine della lezione di scienze! La risposta ce l’avete voi: dov’è il polline? Dico a voi che magari soffrite di asma ed allergia: avvertite i soliti disagi respiratori che avvertivate negli anni scorsi? Avete onestamente riscontrato i problemi di sempre? Siate, almeno voi, onesti/e!!! NO! Non avete nemmeno i sintomi. Certo, capisco che, sotto un certo punto di vista pratico, ciò possa costituire un gradito sollievo MA è un sollievo fittizio: i danni che la mancanza di polline genereranno nei riguardi della popolazione mondiale saranno ben più feroci e profondi di qualunque attacco di asma, datemi retta. Lo so, arriverà anche il mega-professore esperto di clima o la mega-professoressa esperta di pollini a tentare di sbugiardarmi; è questione di tempo. Ma anche costoro, al pari degli struzzi, non sfuggiranno alle conseguenze: anche questa è una questione di tempo! L’unica differenza tra gli struzzi ed i professoroni e le professorone è che questi/e ultimi/e hanno una cattedra ottenuta per “meriti” (SIC) da mantenere, gli altri nemmeno quella! La causa di tutto ciò, di chi è? La risposta è semplicissima: è dei soliti mondialisti. E la cricca dei politici i qiali/le quali hanno, a loro volta, la facoltà di mettersi a pecorina davanti ai desiderata di questi infami, non vi renderà note le trame che si annidano dietro tutto ciò. Vi lascio con quanto è scritto all’interno della LEGGE 5 gennaio 1994, n. 36, Capo I, Art. 2 “uso delle acque”, leggiamo: “Con decreto emanato, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Ministro dell’ambiente, di concerto con il Ministro dei lavori pubblici, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, è adottato il regolamento per la disciplina delle modificazioni artificiali della fase atmosferica del ciclo naturale dell’acqua”. Tradotto dal politichese: sbiriguda antani blinda, come fosse premiata prematurata con scappellamento tapioca alla supercazzola! Arrivederci…

Andrea Signini

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