Combattere la crisi dandosi la zappa sui piedi. La Spagna ammazza il fotovoltaico

fotovoltaico in spagnaL’autolesionismo in materia di energia rinnovabile non è solo un difetto italico. In nome della riduzione della spesa pubblica, la Spagna sta varando draconiani tagli retroattivi agli incentivi fin qui offerti alla produzione di energia fotovoltaica. Tagli tali che chi ha contratto un mutuo per realizzare un impianto non riuscirà neanche più, si dice, a pagare le rate di ammortamento. Tagli tali, soprattutto, da ammazzare un intero settore economico. La Spagna è uno dei giganti solari: qualche anno fa metteva pannelli fotovoltaici (foto) perfino sui cimiteri

Combattere la crisi dandosi la zappa sui piedi. Mandare a gambe all’aria coloro che hanno investito in attività economiche: una strategia di fronte alla quale impallidiscono le purghe da cavallo ed i salassi che i medici del Seicento applicavano ai malati gravi.

La Spagna – come l’Italia – è un Paese del sole e un Pig mediterraneo in lotta con la crisi finanziaria e con lo spread. Ma ammazzare il fotovoltaico non è affatto il modo per uscirne: solo le rinnovabili, unite al risparmio energetico e all’efficienza energetica, possono assicurare alla Spagna (ma anche all’Italia) di non trovarsi con l’economia in ginocchio in seguito al picco del petrolio. E’ proprio questa, secondo eminenti studiosi, la radice dei problemi di noi Pigs. Senza contare che solo le rinnovabili possono evitare al mondo le catastrofi climatiche ed economiche verso cui ci conducono i combustibili fossili.

Comunque all’inizio dell’autunno in Spagna dovrebbe arrivare ad approvazione una legge che porrà un tetto massimo retroattivo ai profitti derivanti dall’energia solare. Questo tetto – se le cose non cambiano – sarà pari al 7,5%: e poi bisognerà pagare le tasse sul profitto pretrattato con terapia-bonsai.

E non basta, perchè il punto di riferimento per il calcolo del profitto non sarà la quantità di energia elettrica prodotta. Sarà invece l’ammontare dell’investimento iniziale per l’impianto.

Insomma, un disastro fotovoltaico: la legge in gestazione aprirebbe la strada ad incentivi per chi dismette impianti fotovoltaici e soprattutto contemplerebbe tasse per chi autoconsuma l’energia fotovoltaica anzichè immetterla nella rete elettrica nazionale: tasse che praticamente equivalgono alla bolletta dell’elettricità.

Così oltretutto la Spagna dovrà comprare più petrolio (o più gas, più carbone) per produrre energia elettrica destinata a chi si sarà stufato di ricevere mazzate per l’autoproduzione. Un’idea da premio Nobel, nevvero?

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