Un circolo virtuoso che potrebbe garantire a Todmorten l’autosufficienza agroalimentare entro il 2018.Troppo bello per essere vero? No, la storia di Todmorden è la dimostrazione di come una collettività sia in grado di autogestirsi in modo etico e responsabile. Passeggiare per le strade della cittadina somiglia a passeggiare per i vicoli di un grande mercato distribuito: i cavoli li raccogli nel cortile dei pompieri, le carote al cimitero, i pomodori alla stazione dei treni, le spezie le prendi nel parcheggio del centro medico. Per non parlare dei ciliegi nel cortile del discount e dei 1.000 alberi da frutto piantati in tutta la città. Proprio di recente si sono aggiunte anche le uova prodotte da galline ospitate a razzolare nei giardini di tantissime case.Niente file alla cassa, niente scontrini, il prodotto passa direttamente dalla terra alla tavola e tutti consumano prodotti bio e a km0. Un trionfo dell’agricoltura urbana che ha saputo coniugare sostenibilità, educazione ambientale (in ogni scuola di Todmorten si insegna ai ragazzi come gestire un orto), educazione alla cittadinanza solidale e consapevole, e che ha portato un vantaggio economico notevole alla comunità: la produzione locale è stata incentivata; gli allevatori e coltivatori della zona hanno incrementato le vendite anche del 40%; la cittadina è diventata una meta importante del turismo responsabile.
Un caso di successo che ha rapidamente conquistato il Regno Unito: Pam Warhurst e Mary Clear sono invitate ovunque a raccontare l’esperienza e ad aiutare altre comunità a replicarla. Ad oggi 30 cittadine inglesi stanno seguendo l’esempio di Todmorden, ma la fama della ‘città commestibile’ sta varcando i confini del Regno Unito e dell’Europa stessa. Modelli simili sono stati adottati a Hong Kong, in Nuova Zelanda e in Sud America.
E in Italia? Siamo stati felici di scoprire che anche nel nostro paese l’iniziativa non manchi. Stando ai dati di Italia Nostra gli orti urbani occuperebbero oggi un’estensione di almeno 500.000 mq.
A Bologna è attivo il progetto “Bologna città degli orti” al quale si collega l’idea ingegnosa di due ‘contadine metropolitane’: Gramigna Map, una mappa interattiva per la localizzazione del più vicino orto, angolo verde, aiuola, balcone o davanzale coltivato dove servirsi e godere di prodotti sani e genuini.
A Perugia si stanno recuperando i 5.000 mq dell’orto-frutteto dell’antico Convento di San Matteodegli Armeni. A Foligno, nel parco di Villa Jacobelli, nel centro della città, verrà realizzato un orto urbano di 2.000 mq con annesso mercato ortofrutticolo.
Il Comune di Ostuni ha in progetto di riqualificare l’intera cinta muraria attraverso la creazione di tipici orti urbani terrazzati, per un totale di ben 27.000 mq.
A Milano segnaliamo invece le attività di Milano Green, un’associazione che vuole diffondere stili di vita, di consumo, di impresa e di entertainment capaci di dare valore alla persona, alla natura e alle comunità.
Concludiamo ricordando che il 4 novembre 2013 è la terza giornata nazionale del Guerrilla Gardening, un invito ad ‘assaltare’ la propria città con tanti piccoli ‘attacchi verdi’, dal recupero di un’aiuola abbandonata alla pulizia di un giardino comunale, per il salvataggio degli angoli di verde delle aree urbane dall’abbandono e dell’incuria.